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Spie come noi (Character Assassination)

Spie come noi (Character Assassination)

Lui si prepara  a quello che, ha già annunciato, si rivelerà il  processo del secolo, scrivendo articoli intitolati J’accuse, Io nel mirino, Fabbrica di fango e , quello che preferisco, Il Fronte degli sciacalli,  tutti pubblicati su "Il Giornale", quotidiano di cui è vicedirettore e tutti in stile rigorosamente fallaciano, concioni, invettive, immagini da tregenda ma soprattutto tesi strampalate, improbabili, come quella che sia stato Romano Prodi ,addirittura coinvolto nel rapimento e nell’omicidio di Aldo Moro. Paolo Guzzanti, (chi se non lui), va detto, ha in genere un rapporto con la realtà piuttosto alterato. Per esempio è uno di quelli che ha scritto che i Democratici  non hanno vinto le elezioni di mid term, che la tregua tra Libano Israele non si sarebbe mai fatta e tutto ciò sarebbe solo indizio di scarsa perspicacia, se queste sue considerazioni non fossero contenute in articoli dati alle stampe, nello stesso istante in cui, rispettivamente Nancy Pelosi s’insediava come speaker del Congresso o Unifil schierava le  truppe lungo il confine libanese, esito questo, di un intervento ONU e di una soluzione ampiamente negoziata .Insomma  Guzzanti è uno di quelli che se le cose non vanno come dice lui ,non esita a inventarsele tirando per i capelli le interpretazioni e negando meticolosamente ogni evidenza. Quale migliore occasione, dunque, di una Commissione Parlamentare d’Inchiesta, la Mitrokhin, tutta a sua disposizione, per reperire elementi che possano diventare, una volta resi pubblici, la tomba politica dell’antagonista di Silvio Berlusconi, Romano Prodi. Certo deve essere stata una corvè defatigante, un intenso calvario, perchè su Prodi (ma anche Pecoraro Scanio e Bassolino) ha trovato ben poco e così a tre mesi dalla campagna elettorale, a Guzzanti non rimane che commissionare al suo consulente privilegiato, Mario Scaramella, di costruire a tavolino il carteggio, la pratica, la prova provata che Prodi sia da lunga pezza  l’uomo di fiducia del Kgb in Italia, ipotesi da suffragare con racconti di conti in banca a San Marino sui quali far affluire  i rubli e i copechi provenienti da Santa Madre Russia, testimonianze di agenti del KGB sparsi in Europa o da andare ad  acquisire  direttamente in Russia, previa autorizzazione del Ministero degli Esteri e dietro presentazione di cospicua nota spese. Tutti i salmi,si sa finiscono in gloria. Ma se tutto ciò non dovesse bastare, perchè non far saltare fuori dal cappello anche un’evidenza del legame tra Cooperative rosse e criminalità organizzata ,una convergenza che si consuma nell’indifferenza tutta politica delle "toghe rosse" di Napoli? Il resto delle pretese delle invocazioni delle richieste di Guzzanti a Scaramella è contenuto nelle solite intercettazioni telefoniche pubblicate dal solito giornale,in cui si evidenzia,tanto per cambiare,soprattutto la follia di chi, appena disponga di un briciolo di potere si sente autorizzato a farne uso  improprio,il gran dispendio di denaro pubblico e il coinvolgimento disinvolto in affari loschi, di personaggi dal curriculum discutibile, chiamati in qualche modo a servire lo Stato con i risultati che sono oggi sotto gli occhi di tutti.I costi per la democrazia sono enormi e non sono solo quelli economici. Il Character Assassination,la distruzione della reputazione ,l’annientamento della credibilità dell’avversario politico,l’assassinio della sua identità morale sono una pratica ignobile, se fatta ai fini d’inquinare il voto ancora di più.Se questi sono i metodi  di acquisizione della tanto sbandierata Libertà, da parte della Casa omonima, non c’è di che stare allegri.E poco importa se Guzzanti col suo vaniloquio  fintamente appassionato, alla fine riesce pure a far ridere. Avendo perso fiducia nel fatto che qualunque procedimento più o meno "storico" possa, allo stato attuale, rendere giustizia, non ci rimane che aspettare l’inevitabile fine di questa vicenda nella classica bolla d’aria nonchè l’uscita dell’inevitabile memoriale, Guzzanti o Scaramella è indifferente, sui "veleni" sulle congiure e  sulle ingiustizie di Palazzo.

Le botteghe e le pasticcerie

Le botteghe e le pasticcerie

Berlusconi, fin da ieri ritratto, resuscitato e sorridente, en robe de combat, berretto di loden e visiera, si prepara a ricevere i Suoi dal palco di San Giovanni, nel giorno che piuttosto che della spallata sembra più quello della chiusura di una fase e contestuale apertura della successiva .Il dopo – Silvio ( il cognome è improvvisamente sparito dall’armamentario della comunicazione politica di FI) , va preparato con attenzione e da qui in poi ,il nodo centrale,c’è da scommetterci, sarà il  trasferimento dell’eredità politica, e il  delfinato. La chiamata è avvenuta in stile classico "Siamo gente perbene,"preferiremmo passeggiare tra botteghe e pasticcerie"Recitava un primo appello sul quodidiano Libero.Poche ecocative  espressioni  sono sufficienti perchè si materializzino innanzi agli occhi, i destinatari del messaggio,il popol suo, i titolari di una cultura radicata nel paese, quella degli interessi corporativi,dell’egoismo e della competitività sociale, del consumo,dell’odio per le tasse.Che poi passeggino davvero il sabato tra botteghe e pasticcerie o desiderino semplicemente di farlo,poco conta.E mentre i manifesti rappresentano Prodi come una vecchia gallina romana che ruba le uova d’oro al ricco nord o come una specie di  Suss l’ebreo viscido che deruba il TFR agl’Italiani con sotto la scritta "TFR per Prodi significa Ti Frego i Risparmi",viene in mente la vecchia satira anticomunista anni 50 legata alle fotografie o alle vignette , del Borghese che puntava a ridicolizzare l’avversario per la sua fisicità.Anche lì i borghesi buoni e belli venivano rappresentati come gente perbene famigliole pulitine in visita di sabato a botteghe e pasticcerie.Ma qui, come si diceva, è in gioco l’eredità e Berlusconi pensa di avviarne il trasferimento in uno scenario simile a quello "della marcia dei 40.000 quadri Fiat" del 1980 quando "l’Italia che lavora e produce volle far sentire la sua voce" quando cioè l’eterna zona grigia del paese prese la parola e cominciò a conquistare l’egemonia.La prosecuzione del berlusconismo con altri mezzi e nel suo spirito è la sfida del futuro.Staremo a vedere come questa sfida raccoglieranno i numerosi eredi.

A tappo

A tappo

La perdita d’entusiasmo dovrebbe essere annoverata tra i  reati gravi.Se così fosse, in questo momento io sarei colpevole.Ho riaperto con poca voglia e forti permangono i dubbi sul prosieguo di questa esperienza, non fosse altro perchè quando non puoi più dire quel che è giusto sotto gli occhi di tutti, significa che non sei nemmeno un buon “testimonial”per Giuste Cause.Allora tanto vale tacere.Tuttavia siamo qui in carne e alias, armi, bagagli e links .Chi vuol leggere le ultime stupidaggini scritte, può andare qui (siamo sempre in doppia copia).Non so come finirà,nel frattempo siate i benvenuti a tutte le ore e per qualsiasi cosa vi salti in testa.

Peggio dei Bulli

Peggio dei Bulli

Peggio del bullismo, c’è solo un dibattito on line sul bullismo con partecipazione di addetti ai lavori (scolastici) più genitori e studenti.Si fa il punto sulla scuola nei termini noti, di agenzia educativa che non riesce più a espletare la propria missione.Mentre leggo le prodezze di un insegnante che grazie alla propria costituzione atletica riesce a domare le classi e ne illustra al forum le modalità ( ma poi diventiamo amici…) continuo a pensare che la scuola ha bisogno di risorse ( e tante) ma soprattutto di risorse umane.Insomma non possiamo pensare di abilitare all’ insegnamento solo i maschi ben messi e nemmeno che per ristabilire l’ordine ci voglia la forza fisica.Altrimenti il bullismo avrebbe vinto non fosse altro per aver imposto il proprio metodo.

Mentre il forum s’infiamma, lo sguardo si posa sulla notizia del ritiro da parte degli interessati di quei video “divertenti" che su You Tube hanno provocato lo scapore..La giornalista parla di “effetto condanna”,"la Rete si ribella”- annuncia – e lancia anatemi nella sezione “commenti" così i filmaker indipendenti “rimuovono l’oggetto” dal sito.Si certo la”pubblica riprovazione”produce sempre il suo effetto ma qui mi sa che l’erede di Tarantino ha sentito puzza di sanzioni.

Già…le sanzioni.C’è molto lavoro da fare intorno a queste situazioni di disadattamento,frantumazione dei rapporti e miseria morale poichè la Formazione non è solo il nostro futuro, come amano ripetere i Retorici dell’Impotenza, posponendo all’infinito la malattia e la terapia,ma il nostro Presente. Ed è oggi, non domani che dopo aver messo a punto tutte le strategie educative possibili e aumentato stipendi ad insegnanti e creato laboratori e campi sportivi che deve saltare il tappo della frustrazione e della depressione.C’è molto lavoro da fare per chi ha il dovere di  applicare Regole che già esistono.La minaccia a mano armata è un reato,assistere senza intervenire ad un episodio di violenza è un reato, come hanno potuto quegl’insegnanti tornarsene a casa e tacere?La scuola è un grande Indicatore Sociale e un ‘indispensabile agenzia di monitoraggio.Tutta la società deve attivarsi per rimuoverne i problemi.Primo tra tutti il Tribunale dei Minori  e a seguire i servizi sociali,gli psichiatri,le comunità e tutta quella rete di strutture che hanno l’obbligo di farsi carico del disagio minorile.E tutto questo mentre on line si continua a parlare di palestre e di abolire i videogiochi.

Clichy sus bois (se questa è vita)

Clichy sus bois (se questa è vita)

Se si parla di banlieues, non si può dissociare gli immigrati di origine maghrebina dagli altri. Perché che siano maghrebini, neri africani, turchi, curdi, la situazione è la stessa, non ci sono trattamenti “di favore” per i maghrebini. Clichy-sous-Bois conta 28mila abitanti. La metà della popolazione ha meno di 25 anni. Per più di un quarto delle famiglie, il capofamiglia è disoccupato. La popolazione attiva con un lavoro – per il 71 percento impiegati e operai – è diminuita negli anni Novanta, con un calo del 14,6 percento. Un’altra caratteristica di Clichy è la sua verticalità: il 78 per cento degli alloggi sono in condomini e ospitano l’80 percento degli abitanti. Circa il 50 percento delle abitazioni si trovano in palazzi di nove piani o più. Un quarto delle famiglie di sei persone o più abitano in trilocali o appartamenti ancora più piccoli.

I problemi nelle banlieues, e in particolare a Clichy, vanno ben al di là dei problemi di comunicazione tra francesi e stranieri, anche se il razzismo è ben presente (anche in senso inverso: a Clichy i francesi sono largamente minoritari, tirate voi le vostre conclusioni…). Poi, c’è tutta una cultura (musulmana) che noi non conosciamo veramente, questa immagine della donna sottomessa, i figli maschi che sono un po’ i re della famiglia…ecco che queste cose hanno effetto anche sulla vita quotidiana: a scuola, i professori sono in grande maggioranza donne, e dato che le donne sono “meno che niente”, le professoresse perdono tutta la loro credibilità, e non sono rispettate. Come fai a imparare qualcosa se non c’è la minima considerazione per l’insegnante, tanto più che il rifiuto che ti porti dentro viene dai tuoi genitori! Non so se la ragione dei tanti abbandoni scolastici sia questa, ma certo può contribuire. Aggiungete a questo le cifre sulle condizioni degli alloggi, e vi rendete conto che ci si ritrova con degli appartamenti dove ci sono quattro o più bambini nella stessa camera, non proprio le condizioni migliori per studiare.

Poi alcune ragazzine, una volta che sanno leggere, partono in vacanza “verso quel posto lontano” ma non tornano più…alcune tra loro sanno che ritorneranno al loro paese, allora fingono di non saper leggere, e rifanno l’anno. Non so se conoscete la fierezza dei musulmani riguardo ai loro bambini (“mio figlio ha studiato!”) e spesso, una bambina che non riesce bene negli studi è una bambina picchiata, e non vi immaginate come. Non vi dico dei bambini picchiati con i cavi elettrici, o di quel ragazzino gettato dalla finestra dal suo patrigno perché aveva riso durante la preghiera, e della sorella che da quel giorno non parla più…non vi racconto di quelle bambine che dovevano fare il bagno davanti al padre e ai suoi “amici”, o di quel bambino che è arrivato a scuola con le costole rotte, né di quello che gioca nel cortile della scuola con una pistola vera, trovata nella camera del fratello…non vi racconterò la storia di quei cinque bambini, il più grande di undici anni, lasciati a se stessi sulla strada, perché “papa è tornato nel suo paese con la sua seconda moglie, e mamma è sparita”, perché la madre è in prigione, presa mentre si prostituiva per mantenere i suoi figli….o ancora quei bambini che dormono nella stessa stanza con la madre e quel signore “che non conosciamo” che dorme con lei…non mi soffermerei su questi episodi che sono la vita quotidiana a Clichy-sous-Bois ma che nessuno vede, nessuno sente…se ve lo racconto è solo per non dimenticare quelli che si dimenticano sempre, i bambini.

Si parla dei giovani che bruciano le auto, che sparano alla polizia…ad ogni modo, la polizia arriva sempre troppo tardi, quando il male è già stato fatto ed è già stato dimostrato che, quando il male non si vede, tutti se ne fottono. Può darsi che tutto questo casino nelle strade sia una sorta di appello di soccorso verso una società che se ne fotte. Ci sono sempre stati problemi del genere a Clichy-sous-Bois, ci sono sempre state macchine bruciate, ma sicuramente molti parigini hanno conosciuto questo nome solo nell’ultima settimana! Finchè può, la società tace e nasconde la miseria, e meno se ne parla più i politici si dicono che le banlieues non sono più un tema “caldo” e che si possono occupare di altre cose. Solo quando ci sono dei morti allora dicono “bisognerebbe fare qualcosa”, ed ecco che spunta “Sarko” (il ministro degli interni, Nicolas Sarkozy, ndT) a dire “beh, andiamo a ripulire tutto col karcher” (un apparecchio per la pulizia dei pavimenti, ndT). In effetti, ci sono centinaia di poliziotti che circondano la città, a poco a poco è tornata “la calma” ma tra una settimana, quando la tensione sarà scesa e i poliziotti andranno via, cosa succederà? Le reti di prostituzione infantile riprenderanno di nascosto, come il traffico di armi e di droga, sempre di nascosto dei bambini verranno picchiati…e quando, tra qualche anno, saranno davanti ad un giudice non importa quale reato,una voce dirà “non ha avuto un infanzia facile” e come al solito sarà troppo tardi.

Francia – Clichy sous Bois – 05.11.2005

Sebastien Durand