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Categoria: Romafilmfestival 2010

Marriage is hard..

Marriage is hard..

The kid are all right. I ragazzi stanno bene. E se non ci si mettessero le stroncature e gl’insulti  della Critica Cinematografica delle Libertà, starebbero anche meglio.


Passi la  coppia omosessuale – se ne incontrano col marchio Medusa e senza particolari sconvolgimenti –  ma il regolare matrimonio con figli da fecondazione eterologa e per di più legalmente riconosciuti, dev’essere sembrato troppo persino ai libertari dell’ognuno a casa sua si regola come gli pare.


Tanto più se il caso vuole che la distribuzione Lucky Red renda ognuno libero da qualsiasi remora.


E allora vai con le espressioni, le spiritosaggini e la filosofia da bar di sotto e vai pure con la difesa sperticata del premier, incautamente contraddetto a Romafilmfestival da una esterrefatta Julianne Moore che alla domanda ” cosa ne pensa dell’ assunto meglio appassionarsi di belle ragazze che essere gay. ” aveva replicato come qualsiasi persona di buon senso avrebbe fatto ” ma che scemenza”. Apriti cielo.


Invece nel film la sceneggiatura risulta assai credibile, vicina a quella realtà, lodevolmente priva di  idealizzazioni lesbo militanti e piuttosto orientata  a lasciar trapelare dinamiche da coppia –  o famiglia –  qualsiasi. Proprio quelle che rendono ogni matrimonio  hard, a prescindere dal genere dei contraenti.


E se i ragazzi stanno tutti bene (e i Diritti delle persone, negli altri paesi, trovano miglior attenzione e rispetto che da noi),  le ragazze, cinquantenni e oltre ma senza  troppo trucco e ritocco, sono bravissime. Come pure la regista  Lisa Cholodenko, omosessuale dichiarata che qui mette in campo, con successo e disinvoltura,  tutto il suo know how matrimoniale.

Ovviamente, secondo i critici in questione, le signore non rappresentano che il segmento lesbo- chic – radical di propaganda omosessual hollywoodiana. Immaginando con quali parole d’ordine, lasciamoli dire.







I ragazzi stanno bene è un film di Lisa Cholodenko del 2010, con Julianne Moore, Annette Bening, Mark Ruffalo, Josh Hutcherson, Mia Wasikowska, Yaya DaCosta, Rebecca Lawrence, Kunal Sharma, Amy Grabow, Eddie Hassell. Prodotto in USA. Durata: 104 minuti. Distribuito in Italia da Lucky Red

Eileen & Sheila

Eileen & Sheila

Nigel  Cole ha un talento speciale nel raccontare le donne. Leggerezza, ironia, sincera ammirazione, sono i tratti caratteristici del suo stile narrativo.

Ma che si tratti di mature signore scampate miracolosamente al tedio di un club delle torte nello Yorkshire o della vedova che in Cornovaglia,  per ripianare i debiti –  unica eredità –  lasciati dal  marito,  si dedica ad una coltivazione molto sui generis, quel che riesce davvero bene a Cole, è descrivere per filo e per segno cosa è dell’ universo circostante – ma non solo – nel momento in cui le donne decidono di ribellarsi.



E’ il 1968 quando alla Ford di Dagenham, in Inghilterra, le addette alla cucitura delle fodere dei sedili, bloccano la produzione  perchè il loro salario è nettamente inferiore a quello degli uomini. Lo sciopero, subito dilagato nel resto del paese, andrà avanti per un lungo periodo, scatenando, tra pubblico e privato, reazioni inattese, con le quali sarà indispensabile cimentarsi. Non possono mancare in simili  casi le ostilità del sindacato, ne’ quelle dei mariti, una materia questa, di cui  la sceneggiatura rende giusto conto, evidenziando come una battaglia per la parità salariale sia qualcosa che chiama in causa problematiche  ben oltre il settore del lavoro.


L’epilogo è noto e positivo grazie alla determinazione delle operaie e alla sensibilità del Ministro laburista dell’Occupazione Barbara Castle che con l’occasione fece approvare una specifica legge sulla parità salariale  poi divenuta paradigma di altre in Europa (da noi accadrà nel 1977).


We want sex equality, recita lo striscione alla testa di un colorato drappello di ragazze irresistibili in marcia… ma poi un colpo di vento ripiega la stoffa e la parola equality va a farsi friggere. Si legge solo  We want sex. Genera qualche esilarante qui pro quo ..ma va bene così.


Bel racconto della presa di coscienza mai facile ( ma nemmeno cupa ed eroica ) di Eileen & Sheila che con le altre –   compagne di lavoro, ministre e mogli di direttori di fabbrica solidali – andarono a prendersi ciò che spettava loro di diritto . Nel fare questo – raccontano – nemmeno per un attimo hanno avuto la sensazione di scrivere la Storia. Accade sempre quando si è molto concentrate su di un obiettivo.Non resta tempo per altro.

Oggi, dopo essere state consulenti di Cole per il film, Eileen & Sheila, ne sono anche le brillanti testimonial.( Qui sopra, sfilano sul red carpet di Romafilmfestival assieme al regista e a Miranda Richardson)




We Want Sex è un film di Nigel Cole del 2010, con Sally Hawkins, Miranda Richardson, Bob Hoskins, Rosamund Pike, Rupert Graves, Richard Schiff, Daniel Mays, Matt King, Roger Lloyd-Pack, Geraldine James. Prodotto in Gran Bretagna. Durata: 113 minuti. Distribuito in Italia da Lucky Red

Marcello

Marcello

I significati sono tanti. Il cuore del film tradotto in parole povere eccolo qua :


Vogliamo avere un po’ più di coraggio? Vogliamo piantarla con le fregnacce, le illusioni sbagliate, i qualunquismi, le passioni sterili? E’ tutto rotto. Non crediamo più a niente. E allora?


Tutto questo detto virilmente, senza nostalgie . Cosa può fare Marcello, il protagonista del film? In questa domanda è già implicita una risposta : può guardarsi intorno con occhio asciutto e con amore.


E con una certa misura di divertimento nel vivere. In fondo è lo stesso discorso di altri miei film. Qui è più chiaro, diretto, non ci sono personaggi favolosi o tipi eccezionali. Altre volte il mio rapporto con l’uomo poteva essere visionario o discutibile.


Qui Marcello è un uomo vero, un tipo come tutti.


Tullio Kezich Noi che abbiamo fatto La dolce vita Sellerio 2009 ( intervista a Federico Fellini)

Abandonnez les vieilles methodes !

Abandonnez les vieilles methodes !

Vince il film più eccentrico  – E povero, altro che sperticarsi  della critica criticante  con lo spleeeeeeeeeeendido bianco e nero. Non c’erano quattrini per il colore e basta –  più macabro e irriverente e, checchè se ne dica, lontano dall’eutanasia intesa come nobile tema di dibattito o riflessione.


Qui si può desiderare la morte se si è malati terminali ma anche  cronicamente depresssi, falliti, ipocondraici o più semplicemente perchè si è perduta la voce.


A tutti il Dr Kruger con la sua lussuosa struttura ospedaliera in mezzo ai boschi, offre assistenza medico – psichiatrica nel trapasso. Salvo che le cose non prendano una piega diversa causando intoppi nella programmazione del Finale.


La morte, com’è stato scritto, non tollera costrizioni e vuol per forza colpire a caso? Bah. Preferisco la lettura del regista Olias Barco –  entusiasta, un raggio di sole –  che ritirando il premio ha esclamato ” Un film punk, votato da una giuria punk !”.


E in effetti ho sempre pensato anch’io che l’Aspesi, la Sviblova, Castellitto ma soprattutto Edgar Reitz….


(Onore al merito di Zazie de Paris con la sua memorabile Marsigliese)

Kill Me Please è un film di Olias Barco del 2010, con Aurélien Recoing, Benoît Poelvoorde, Saul Rubinek, Virginie Efira, Bouli Lanners, Virgile Bramly, Daniel Cohen, Zazie De Paris, Muriel Bersy, Nicolas Buysse. Prodotto in Francia, Belgio. Durata: 95 minuti.


A tale of sex, money, genius, and betrayal

A tale of sex, money, genius, and betrayal

Titolo e sottotitolo del libro di Ben Mezrich erano già perfetti, sembravano studiati apposta per il cinema. Soprattutto per i trailers :


The accidental Billionaire . The founding of Facebook. A tale of sex, money, genius, and betrayal


Alla fine però ha prevalso il meno sensazionale The social network, mentre gl’ingredienti classici della narrazione per tutti i gusti, sono stati sostituiti  da You don’t get to 500 million friends without making a few enemies, tagline che nei manifesti  si sovrappone all’ aria caruccetta e preoccupata di Jesse Eisenberg, uno che più Zuckenberg di così, non avrebbe potuto essere.


Non a caso il vero Zuckenberg, dopo un primo interesse, ha snobbato l’impresa. Troppo romanzata per i suoi gusti. Del resto uno che l’ha sfangata con un semplice esborso ad un processo sui diritti d’autore, ha bisogno di favorevoli certezze, tesi definite, mentre qui il regista sostiene di aver costruito l’impalcatura  del film addirittura su Rashomon, modello affascinante ma che inevitabilmente rivitalizza i torti e le ragioni messi a tacere dalla Penale.

Detto questo, i modelli, sempre secondo regista, non si fermano a Kurosawa, ci sono anche Orson Welles di Quarto potere ,  Animal House e il Grande Gatsby .


La storia dunque c’è, ricca e articolata  e molto american way, tra Harvard, Silicon Valley e studi legali, dove alla faccia del network sociale si confrontano antichi e persistenti rapporti gerarchici e  di classe.


Resta un  mistero : come è potuto accadere che tra un autore, Aaron Sorkin, mago di sceneggiature  molto dialogate  e  un regista David Fincher, artefice di film assai movimentati, si potesse determinare un’amalgama così ben riuscita, ma questo è esattamente il segreto del film  : ritmo frenetico  – si raccomanda il massimo della concentrazione da parte dello spettatore –  sostenuto brillantemente dalla colonna sonora dei Nine Inch Nails, e dialoghi taglienti.


Spunti a volontà, più o meno scontati : dal nerd che inventa la socializzazione a livello planetario – il meno interessante – ad un veritiero ritratto  dell’America – Bush jr, anno 2004  – isterica, vagamente misogina, sempre impegnata in un conflitto ( nel caso, quello bosniaco).


Alla fine un’idea si fa strada, e cioè che da un virtuale concorso di bellezza per studentesse di Harvard, a Facebook, il passo sia meno breve di quel che voglia sembrare.




The Social Network è un film di David Fincher del 2010, con Jesse Eisenberg, Justin Timberlake, Joseph Mazzello, Andrew Garfield, Rashida Jones, Brenda Song, Rooney Mara, Bryan Barter, Joseph Mazzello, Brenda Song. Prodotto in USA. Durata: 120 minuti. Distribuito in Italia da Sony Pictures Releasing Italia