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Categoria: Elezioni 2008

Sempre in nome del popolo sovrano

Sempre in nome del popolo sovrano

Nichi Vendola

A suggello della sconfitta, Nichi Vendola dichiara  il Novecento ci è crollato addosso. Alla buon’ora. Pensa che tonfo può aver prodotto la fine del Pensiero Forte sul capo di Bertinotti. Ma Vendola ha un’idea tutta sua del secolo breve al quale assegna capacità ancora vitali nell’ispirazione di soluzioni politiche . Infatti nei progetti per il futuro non si intravedono segnali di ravvedimento ma solo il rientro in grande stile di antichi vezzi. L’autocritica ? Macchè. Quando hanno presentato il  loro progetto di campagna elettorale al Gruppo Europeo del quale sono parte, Cohn Bendit  ha dovuto sin rammentare a Fausto Bertinotti la missione principale di un partito alle elezioni : prendere i voti. Dopodichè ha concluso secco e testuale : non vedo l’autocritica.E si era ancora ai blocchi di partenza. Ma Cohn Bendit è diventato di destra, almeno a sentir loro, i Sinistri Arcobaleni,  che di cataloghi, schematismi e attribuzioni  ben s’intendono. A dire il vero, con buona pace di Vendola, la campagna suggeriva una sola idea che ad ogni apparizione di Bertinotti o Giordano,  si palesava bucando lo schermo del televisore : morituri te salutant. E gli elettori si sa : vorrebbero vivere. E così tra un intervento statale in economia, un’abolizione della legge trenta, una difesa degli oppressi, l’ombra di un passato trascorso a battibeccare all’interno del governo, del patrimonio di consensi è rimasto men che la metà. Tutta colpa di Veltroni che prima ha impallinato Prodi e poi li ha esclusi dalla corsa. Mica degli oppressi che non avendoli riconosciuti, si sono orientati verso altre scelte. E ora che si fa? Congresso! Congresso! Che domande. Per decidere se saranno un cartello, un partito o il club di buzzico rampichino e che ruolo ricoprirà la sinistra all’epoca della sua cancellazione dal quadro politico istituzionale. Intanto – ooohhhhhh gran senso di responsabilità –  Bertinotti manifesta per la quinta volta in due mesi, il proposito di lasciare e si dimette. Di già? Cohn Bendit in realtà  ha chiesto la testa dell’intero gruppo dirigente dell’Arcobaleno ma  quello è di destra e pure mezzo teutonico, Wir haben sie so geliebt, die Revolution ..quale pessima ammissione di rinunzia ai valori del novecento. Niente paura al dunque, ogni impasse ha una sua risposta difensivo-banalizzante.Ci si può però consolare con il fatto che non sempre in politica quelli che vincono hanno ragione e anche se con tutti i loro torti, altri decidono dei nostri destini , che fa? Noi abbiamo ragione! Peccato che qualora non si riesca a tradurre la ragione in ipotesi politiche attendibili  che convincano gli elettori, il risultato ne risenta e tecnicamente è come se si avesse torto. Altro che temi del novecento, quello che non riescono ad interiorizzare è il principio di democrazia che sovrintende il meccanismo del suffragio e questo capita puntualmente. Come in occasione del referendum sul welfare con quella entusiasmante passeggiata romana contro il governo e i cinquemilioni di lavoratori cinque che avevano avallato col loro voto l’accordo tra le parti sociali, oppure quando, sulla scorta di un’idea di rispetto della  minoranza del tutto particolare, pretendevano di bloccare l’attività del consiglio dei ministri  con ricatti senatoriali di natura varia. Se si pensa che tutta questa corvée avrebbe dovuto segnalare la loro non omologazione al modello sinistra di governo, accreditando un’idea di sinistra di lotta presso una base che non li ha nemmeno promossi, mi convinco anch’io dei propositi omicidi di Veltroni. Per sfinimento. Ora dovrei dispiacermi della disfatta ma non mi viene, dovrei preoccuparmi dei rischi connessi al loro essere divenuti extraparlamentari ma innocui e inconcludenti come sono, non riesco a cogliere elementi di pericolosità nel fatto. Mi spiace per gli  elettori dei quali hanno tradito le attese, sin quelle banali di rappresentanza pur conoscendo a menadito la dinamica del taglio delle ali e la necessità di organizzarsi per tempo e in modo adeguato. Sì, non meritavano tanto quei cittadini che nonostante tutto li hanno votati . Ma i leader no, quelli possono accomodarsi dalla parte del torto, così sono accontentati anche gl’ intellettuali di novecentesco riferimento.

In nome del popolo sovrano

In nome del popolo sovrano

 

 

Berlusconi

A suggello della vittoria, Maurizio Gasparri ci spiega che il centro destra incarna l’anima profonda del paese e la dichiarazione appare ancor più raggelante se si pensa quale centro destra Gasparri designi ad interprete compiuto del sentimento della maggioranza degli italiani. Una forza politica dai connotati anomali che  contribuisce ad ingrossare l’elenco  di molte altre, nostre, anomalie : Protezionisti, votati alla tutela d’interessi corporativi, xenofobi, proibizionisti, misogini, populisti, insofferenti alle Regole e per finire in bellezza, con un’idea labile dell’unità nazionale, accompagnata da un malcelato disprezzo per le Istituzioni e per l’amministrazione della Giustizia. Esagero? Ma no, basta entrare in un bar e tendere l’orecchio per rendersi conto di quanto ciascuno dei valori sopra elencati, sia entrato a far parte del senso comune. E se il bar poi fosse di Milano, peggio ancora, bisognerebbe aggiungere alla nota anche sentori secessionisti. Ogni analisi del voto non può prescindere da questo dato. Per convincere un simile elettorato non basta una campagna elettorale ben orchestrata, il  partito della speranza e la promessa di un mondo migliore. Particolarmente se a fronte di una stagione di risanamento e sacrifici, il centro sinistra è percepito come la causa dell’impoverimento, il cupo dispensatore di disgrazie, il distruttore del sogno di riscatto sociale. Errori commessi in aggiunta, non poteva andare che così. Per quanto detto, oggi appaiono ancora più ingenui la meraviglia o lo scandalo per le numerose gaffes di campagna elettorale, quelle che a detta di molti commentatori, anche autorevoli, avrebbero dovuto convincere gl’italiani a scegliere diversamente. Così non è stato, anzi l’indifferenza dimostrata dall’opinione pubblica, fa pensare ad un crescendo di momenti d’identificazione con il capo. Ad una forma di tacito consenso. Silvio Berlusconi sa dove andare a parare e quel che a noi sembra intollerabilmente grossier, per altri è  indizio di gran personalità e irresistibile senso dell’umorismo. Possiamo consolarci in tanti modi al cospetto del disastro  : dal materializzarsi del bipolarismo che semplifica, all’ingresso in Parlamento della prima forza riformista attestata intorno al 35%, fino al fatto di avere comunque conseguito un risultato ragguardevole essendo partiti da una posizione di svantaggio. Ma per l’appunto sono pannicelli caldi : l’avversario, bipolarismo o meno, resta quello ed oltre ad essere connotato in modo tale da non consentire il realizzarsi di  un corretto gioco democratico, in questo momento ha la forza e i numeri per governare da solo. Il vero cambiamento probabilmente dipenderà dal modo in cui  l’Opposizione intenderà quel ruolo costruttivo che in democrazia, non è ridotto alle sole ipotesi dialoganti, ma se del caso, può anche divenire forza di contrasto. Noi abbiamo l’urgenza di Riforme Istituzionali, in tal senso sembrerebbe esserci disponibilità, ma chi può dire se le promesse potranno essere mantenute. Una cosa è certa : la nostra vita cambierà, soprattutto quella di chi opera nei settori più esposti ai colpi. Ma il centro destra ha ottenuto un inequivocabile mandato ed ha il diritto di governare. Curiosamente giorni addietro mi aveva irritato il tono con il quale un certo esponente del PDL, probabile futuro ministro della cultura, aveva definito , per avvalorare una sua improbabile tesi, Luchino Visconti un radical chic . So che è una piccola cosa ma ho pensato immediatamente ad un avamposto di Barbarie in rapida avanzata. – Si ricomincia – mi son detta. E non sbagliavo.

Viva la campagna Due (Centre Prize)

Viva la campagna Due (Centre Prize)

Destra e Sinistra sembrano diventate categorie geografiche spaziali completamente superate. Due visioni del mondo che a partire dagli anni settanta hanno subito i fieri colpi di una trasformazione tecnologico culturale assai simile alla grande rivoluzione industriale.Parallelamente, la crescita dell’area moderata nelle società industrializzate ha spinto i partiti al tentativo di  far breccia al Centro. Ma nonostante questa  corsa tenda ad omologare Destra e Sinistra, le differenze continuano ad esserci.Forse più profonde di prima. Politiche internazionali, fiscali , ambiente, redistribuzione, lotta alla diseguaglianza, sono i terreni in cui il Progetto Politico marca la differenza tra tradizionalisti e modernizzatori, tra chi vuole difendere lo status quo e chi vuole trasformazioni ed adeguamento ai tempi che cambiano. Alla riduzione del gap sempre più ampio tra ricchi e poveri, al tentativo di porre limiti ad un capitalismo senza freni, devono tendere i Programmi  del Centro- Sinistra che non vuole   correre il rischio di di essere confuso con il Centro – Destra. Ricollegando il progetto ad un’ identità storica , quella sì, mai smarrita e non agli orpelli dell’ideologia obsoleta, può ritrovare l’emozione del Fare Politico che, Obama insegna, consta di testa ma anche di cuore.

 

 NORD-EST – Basta sentir parlare Illy e Cacciari per cogliere tra le righe scontento connesso a desiderio di concretezza. Il Veneto di Bisaglia che negli anni 70 portava alla DC oltre il 50% dei consensi, esprimeva ministri, parlamentari, segretari di partito e presidenti del consiglio. Le piccole e medie imprese tirate su a sacrifici da ex operai o ex contadini, senza interventi e finanziamenti,  restano ancora una rete solida ma da molto tempo priva di punti di riferimento politico.Nonostante Forza Italia e Lega si contendano il primato da quelle parti, nessuna carica pubblica è mai stata ricoperta da un uomo del nord – est . Nessun interlocutore politico hanno avuto. E loro,gl’imprenditori ,  dicono di sentirsi circondati da Francia, Svizzera, Austria, Slovenia,  paesi con liberalizzazioni più avanzate, meno burocrazia e costi più bassi per l’energia elettrica.Colpisce Illy quando spiega che ad un imprenditore friulano basta spostarsi di pochi chilometri per essere in Slovenia. Difficile qui, tra i delusi di Berlusconi e di Prodi,  proporre quel patto tra operai e imprenditori che come punto di approdo non abbia l’Impresa ma la Crescita.Tra Vicenza, Rovigo e la Porto Marghera a rischio perdita 5.000 posti di lavoro, Veltroni ha giocato una delle sue sfide più ardue.Vedremo con quali esiti, intanto è incoraggiante apprendere che ovunque abbia trovato la necessaria attenzione.

OPPOSIZIONI – La politica non abita solo in Parlamento. Non è appannaggio di chi governa ne’ di chi fa l’opposizione e non elegge come sede privilegiata, quella dei partiti . Dovunque si sviluppi l’azione collettiva, c’è politica. Possiamo non condividere certe impennate populiste o la filosofia che sottende l’azione di molti esponenti  del NIMBY ma liquidare il problema senza  prendere atto che i disagi alla base di molte proteste, meritano un’attenzione dialogante e volta alla concretezza, è un atteggiamento altrettanto impolitico di quello della signora che scende in piazza a tutela del valore di mercato della propria villetta, compromesso dal passaggio della ferrovia o della tangenziale . La politica che non decide ha bloccato realizzazioni importanti senza offrire contropartite valide ai cittadini che via, via hanno formato i vari comitati del NO.Siamo così arrivati ad una situazione sospesa in cui strade o impianti di smaltimento non sono stati costruiti lasciando insoddisfatti molti,privi di un servizio altri e col prezzo dell’immobile comunque crollato,altri ancora.

PRECARIATO – Abolire la legge 30 non servirebbe ad eliminare un fenomeno planetario. Ammortizzatori sociali e scrupolosi controlli (anche sindacali, non solo governativi) per evitare da una parte che i disagi derivati dalla incertezza del posto di lavoro diventino esistenziali e dall’altra per limitare l’uso sconsiderato ed inappropriato che le aziende fanno del lavoro precario.La precarizzazione , con il suo bagaglio di discontinuità e scarsa possibilità di evoluzione professionale dei lavoratori, è una delle cause della poca competitività e a cascata, della mancata crescita del paese. Prima sindacati e imprese se lo mettono in testa, meglio è.

RIFONDAZIONE and co. Più i sondaggi piangono, più oltranzisti si fanno gli atteggiamenti. L’Arcobaleno sembra non voler adottare misure idonee per contrastare gli esiti della convergenza al centro dei partiti maggiori. Se dovesse confermarsi la tendenza che in Europa vede l’emarginazione dei partiti anbientalisti o comunisti, sfumerebbe anche il progetto di Bertinotti di fare da correttivo al progetto di grandi intese. E se è pur vero che storicamente,  i partiti di sinistra, dall’opposizione, hanno ottenuto notevoli conquiste, è altrettanto vero che quell’opposizione contava su una forte azione di massa che ne supportò  il conseguimento.

STRAVAGANZE – A rinfocolare confusioni, alcuni commentatori sostengono che la chiave di lettura del sopraggiunto fair play  tra i contendenti,  stia nel fatto che ne’ Veltroni ne’ Berlusconi hanno voglia di vincere, vista la congiuntura internazionale (peraltro annunciata da tempo) e l’impossibilità materiale di mettere seriamente mano ai salari e di sollecitare la crescita. Insomma a sentire certi, parrebbe che datal’impossibilità di migliorare le condizioni di vita dei cittadini italiani, nessuno voglia rischiare l’impopolarità e la sconfitta in future dispute elettorali. Un’ipotesi che messa così , potrebbe essere suggestiva e interessante da osservare : una campagna au contraire non s’era mai vista. Forse è più realistica l’ipotesi già praticata altrove. Al cospetto di gravi  crisi economiche o istituzionali, i contendenti che riportano situazioni di sostanziale equilibrio, si spartiscono le responsabilità. Non una Große Koalition,già stigmatizzata da Veltroni ma un diverso rapporto tra Governo e Opposizioni. Larghe intese su singoli progetti, si chiamano.

TASSE – I governi europei (non solo il nostro) sono sulle tracce dei fondi depositati nei paradisi fiscali. I soldi sottratti allo Stato fanno parte di quella tipologia di  azioni criminose che producano esiti devastanti a catena. Paghiamo troppe tasse perchè siamo ancora troppo pochi a pagare. Gli amanti della cerca di differenze ed anologie tra destra e sinistra , possono trovare qui sostanziali discriminanti di mentalità e,ben più importante, di programmi.

UTILE – Con una sorta di incomprensibile quanto immotivato disprezzo, si parla da anni di voto utile. Un dibattito che non mi ha mai appassionato .Il voto è sempre improntato ad un criterio di utilità. Anche in quelli più identitari ed ideologici che ho inteso conferire, a formazioni – partiti di massa o piccoli drappelli di ardimentosi, condannati all’opposizione  – era contenuta  l’utilità di tutelare interessi o, in molti casi di stagioni infelici, di fare fronte alla disgregazione. Si tú vas somos más, dice uno slogan della campagna di Zapatero. Andiamo a votare consapevoli che il governo che uscirà dalle urne  non ha chanches di durare molto.Rimandiamo i progetti ambiziosi alla prossima tornata. Senza tante storie…suvvia

VELTRONI – Un politico intuitivo, provvisto di capacità e di un gran senso del gioco. Determinato nella volontà di lasciare il segno e fare la differenza, qualsiasi sia l’impresa. Realizza in questa stagione il suo sogno di sempre. E si vede. Chi scrive, voterà per lui.

 

Viva la campagna .Uno. ( L’esercito di terracotta)

Viva la campagna .Uno. ( L’esercito di terracotta)

Preceduta da una stagione di furori antipolitici  e da  momenti di occasionale partecipazione, la campagna elettorale meno avvincente della terra, procede senza soprassalti.Il filo conduttore del Rinnovamento nelle diverse gradazioni dalla pulizia parlamentare a colpi di scopettone ai più nobili richiami all’Etica del fare politico, ha attraversato quasi per intero i due anni di mandato del centrosinistra. Rinnovarsi è probabilmente il progetto più ambizioso e di difficile realizzazione che esista ma i nostri politici che contrariamente a quel che si ritiene, passano la vita ad osservarci , a studiarci e ad ascoltarci e su di noi costruiscono i programmi e modellano i propri comportamenti, tutti indistintamente hanno voluto obbedire alle richieste loro pervenute dalla società civile. In due parti e venti punti, le riflessioni maturate in casa democratica e in campo avverso (stamane complice una mezza giornata di libertà, sono andata a sentire Berlusconi all’Eur) su come l’idea di Rinnovamento è stata interpretata e come stia lavorando… 

EsercitoXian

ANOMALIA . Vetusta, giurassica, arcaica immarcescibile ed  in prevalenza composta da uomini, la classe politica italiana,è pervicacemente incollata alle postazioni della rappresentanza e del potere . Se ne è discusso fino alla nausea per un’intera stagione durante la quale  la confusione tra anzianità di servizio ed età anagrafica, tra genere e rappresentanza e ancora tra  rappresentanza e  competenze, è stata l’ingrediente di una gran marmellata in cui però non figurava al posto d’onore un principio chiave :  non sarà sufficiente svecchiare il parlamento senza decostruire lo schema politico  che sovrintende i centri di potere, locale e non . Fare il tiro al piattello col notabile di turno è stato il solo divertimento in cui ci si è applicati. Per vedere la luce ci vorrebbero Volontà e Regole. Pallida l’una, in alto mare le altre.

BERLUSCONI. Non è più lo stesso. Non fa ridere. Inutilizzabili dunque , per rinfocolare gli antichi istinti antagonisti che tanto giovarono alla Causa,  i rialzi , i trapianti e la riesumazione di vecchia anedottica sul galateo del perfetto gentiluomo alla toilette. Lui,il Silvio ,  ha cambiato mise e descamisado com’è , fa coriandoli il programma dell’avversario producendo modesta  audience  ,ha finanche eliminato dall’ eloquio, sempre fluente  a onor del vero,  il mi consenta (con e meneghina, dunque assai stretta) e nominato il comunismo una volta sola,  appena, per quel po’ di contraltare che le proteste sulla candidatura di Ciarrapico imponevano. Perso l’allure del nemico da abbattere, arringa il popol suo limitando l’uso di palchi e tribune , preferisce esternare in mezzo alla gente,all’ombra dei gazebo e contornato da nutrita schiera di bodyguard .Ha l’ingrato compito di essere attraente ma senza eccessi, strafare significherebbe provocare il risveglio di buona parte degl’indecisi che stavolta, manco a dirlo, sono in gran parte elettori del governo uscente.

CAMPANIA . Ianua Coeli. Dato il numero di elettori  il PD si gioca qui la possibilità del pareggio nazionale , non meno impegnativa si prospetta la battaglia per arrivare  secondo  in classifica.Qui si parrà se la nobilitate veltronionana di rifiutare il pacchetto Nusco (leader storico più fedelissimi ed inquadrati elettori) avrà pagato. Ma non solo. Liste alla mano risulterebbero gran cambiamenti o, a scelta , gran commissariamenti from loft .Di sicuro gran malumori from ogni direzione.Del resto squadra che non vince s’ha da cambià.La sensazione è  che nel compilare le liste delle politiche si sia  pensato anche a quelle di probabili amministrative a breve , vedi cambio in corsa del previsto capolista al senato improvvisamente finito nelle file della camera.Ma sono solo congetture (mie)

DIRITTI Ovvero temi impropriamente detti sensibili . Ovvero coppie di fatto & testamento biologico. Se due righe in calce al Capitolo Giustizia del programma del PD vi sembran poche, provate voi a farne passare tre

ESPIAZIONE Più Veltroni si affanna a dichiarare che il Partito Democratico ha un’identità esclusivamente riformista meno gli si crede. Non c’è altra spiegazione al fatto che da più parti continui a sembrare scandalosa qualsiasi iniziativa :  dalla presenza  in lista di imprenditori e generali  insieme ad operai e soldati semplici, al considerare chiuso il capitolo lotta di classe nell’accezione classica del termine.

FERRARA. Ci ha provato con la lista pro life, l’apparentamento e la riesumazione di cadaveroni della terza dinastia. Fin qui l’ unico risultato che è riuscito ad ottenere ,a parte il risveglio di quel che resta dei movimenti femministi , si è risolto in gran dinieghi . Battaglia culturale è stato poi il peggior affronto che il programma della lista pro life abbia ricevuto:Volevano esprimere il Ministro di Sanità,sono considerati alla stregua del salotto della contessa Clara.

GOVERNABILITA’ Tutto si fa per te ma il sistema elettorale non consente  altro che vittorie di misura. Dunque non finisce qui . Ed è davvero deprimente pensare ad una stagione in cui il sostanziale equilibrio non potrà produrre altro di buono se non  la scrittura di Regole per  giochi destinati a riaprirsi in futuro.

INDECISI Una consistente percentuale d’indecisi, ben oltre quella fisiologica dell’avvio campagna, caratterizza questa fase. Il dubbio : voto utile / voto identitario è una realtà essendo cambiata l’offerta politica e il quadro di riferimento : il  bipolarismo non c’è più, qualche formazione si è accorpata, altre ne sono nate e questo è di sicuro un motivo di disorientamento. A questo si aggiunge una percentuale di delusi dall’azione del precedente governo (che comunque è sempre presente nelle competizioni elettorali)   Per quanto detto ,la fetta più consistente degl’indecisi è costituita da elettori del centrosinistra mentre nel centrodestra a vacillare sono gli elettori dell’UDC. Gl’indecisi giocano una partita importante e potrebbero costringere i maggiori contendenti a resuscitare l’antico spirito competitivo basato su antiberlusconismo /anticomunismo al solo fine di rendersi riconoscibili. Potrebbe essere la fine del fair play ( e anche della noia, per certi versi ) con un Berlusconi più a suo agio in versione arrembante e un Veltroni allenatissimo a saltar fuori dalla gravitazione universale – non è mai stato comunista,non ha governato lui , ma anche ..ma anche – Ma anche è rischioso.Non lo faranno probabilmente.

LISTE  L’esercito di Terracotta  di Qin Shi Huang ci fa un baffo .Tutti corrono dietro alla società civile nella visione più stereotipizzata che c’è : basta sostituire ai mandarini, ai fanti, agli alabardieri, ai frombolieri e alle concubine imperiali,  categorie più in auge:   il Giovane la Donna, l’Imprenditore, l’Operaio e il gioco è fatto, via i politici  e largo agli uomini della strada o agli esponenti di altri Palazzi. Con la scusa di far fluire il  nuovo e dar voce ai silenti , un esercito di malleabili inesperti sarà presto a disposizione dei partiti che li hanno designati. 

MAGGIORITARIO Prima della caduta e durante le trattative pro riforma elettorale, il Porcellum si sarebbe voluto sostituire con un , proporzionale modellato ora sul sistema spagnolo, ora su quello tedesco ora su alcune improponibili fritture miste. Una soluzione di ripiego, vista la vocazione dei principali contendenti ma che avrebbe potuto agire sulle molte resistenze dei piccoli partiti ad un sistema più esplicitamente maggioritario. Il precipitare degli eventi ha prodotto un nulla di fatto ma la decisione di Veltroni di partecipare da solo ha generato molto più scompiglio tra i suoi alleati naturali e nel campo avversario di quanto possa sembrare. Resta il maggioritario ma rotto il sistema delle alleanze la campagna assume i contorni delle contese ai tempi del proporzionale.Niente più muro contro muro ma partiti in competizione in un moltiplicarsi di fronti.Tant’è che la principale preoccupazione  di Berlusconi non è tanto il PD ma Casini ( vedi richiamo alla non dispersione del voto e a convogliare i consensi sui principali partiti)

continua…