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Categoria: Venezia 2012

Mi sun

Mi sun

 

Sostiene Kim- ki duk che le donne vogliono eliminare tutti gli uomini. (Pausa). Per salvarsi. (Punto).

Sostiene inoltre che essendo il denaro motore di ogni scelta –  governativo-globale ed individuale – se così siamo ridotti – male, a giudicare dai suoi film ma certo non solo da quelli – sappiamo chi ringraziare (il capitalismo).

Il fatto singolare è che a fronte di dichiarazioni così definitive in contesti che non hanno mancato di deliziare i Media  tra pugni chiusi di ringraziamento alla giuria, canti improvvisati e abbigliamenti a richiamare un’esistenza frugale così come descritta in Arirang , trama e ordito della sua ricca filmografia non esibiscono affatto – come sarebbe lecito attendersi –  una vistosa impronta ideologica, mentre sono  piuttosto senso poetico e compassione, seppur  in violento contrasto con la crudeltà delle storie proposte, ad alimentare il suo cinema.

 

E’ il caso di Pietà  e del nesso che si stabilisce  tra Amore Assoluto e Vendetta ( tema non inusuale in cinema e letteratura ma qui inusualmente trattato) che fa da filo conduttore al racconto del giovanotto bello e spietato nei bassifondi di Seul per riscuotere, col sadismo che avidità richiede, i crediti di uno strozzino e di colei che dice di essere sua madre, pentita per averlo  a suo tempo abbandonato e determinata a recuperarne l’amore e il perdono.

 

Prova durissima per attori e spettatori  straniti più dalla considerazione che salvezza e redenzione risiedono solo in atti estremi che dall’eventuale splatter (mai gratuito).L’Oriente c’è ma  il film risente di visioni – Carax, Demme – care a  Kim-ki-duk che ha lungamente  viaggiato ed è vissuto in Occidente . Premio meritatissimo e adatto ai festival che amano promuovere Autori interessanti.

 

 

Pietà (Pieta) è un film di genere drammatico della durata di 104 min. diretto daKim Ki-duk e interpretato da Lee Jung-JinJo Min-Su.
Prodotto nel 2012 in Corea del Sud e distribuito in Italia da Good Films

 

 

Tempi difficili (quelli nostri)

Tempi difficili (quelli nostri)

 

 

 

 

Era cominciata con l’annuncio : meno Oriente, Hollywood,  Medusa, Glamour – che si sarebbe voluto relegare ai margini, ma poi come si fa a non parlare troppo di feste e vestiti quando le Maison finanziano premi e  restauri di importanti pellicole? – e con  il  Viviamo tempi difficili  della Prolusione Smutniak  affidato ad una lista di film tra l’apocalittico,il disperato e il sanguinolento – con o senza derive horror – che ben si addice all’aria che tira ma  che ha durato fatica ad accendere entusiasmi, polemiche e platee. Il filone, si sa, è vasto ma non inesauribile e qualche soluzione meno ad effetto, tra splatter,incesti e lesbothriller, avrebbe fornito non poco sollievo alle anime esulcerate degli spettatori in uscita sala con l’aria di chi ha appena capito che la condanna del capitalismo planetario passa per vie insospettabili.E che al peggio non c’è mai fine.

 

E’ finita col premiare l’Oriente, con tanto di canto coreano della tristezza e della rinascita intonato lì per lì dal regista  Kim Ki Duck  – miglior costume, anche se il premio afferente non c’è –  e Hollywood,  con Philip Seymour Hoffman che non sapeva più dove mettere i leoni, le coppe, le medaglie e gli orologi commemorativi. Al cinema italiano sono toccate le solite briciole di consolazione per bravi tecnici e giovani attori.

 

Segnali di quella austera discontinuità cui il direttore Barbera sembrava tenere molto si sono risolti in meno film, meno divi e meno chiasso. Per il resto tutto come sempre : il palazzo del cinema probabilmente non ci sarà, l’amianto mezzo nascosto da un tenero praticello è ancora lì, monumento di cricche, sperperi e disgrazie nazionali, mentre già si sa che  l’Hotel des Bains diventerà non so quale resort con sala convegni: Aschenbach e Tdazio in congresso.Viviamo tempi difficili. Non  me lo dire.

 

Di istituire a Venezia un punto di mercato che restituisca al festival dignità di evento internazionale  si continua a parlare. L’Arte prima di tutto, d’accordo, ma senza un luogo attrezzato per ospitare i – quest’anno, duecento – compratori, le Mostre non prendono quota mentre le produzioni preferiscono dirottare le pellicole verso luoghi meno incantevoli, suggestivi e storici ma più organizzati alla Bisogna (che poi sarebbe quella di venderla per infine mostrarla ‘sta benedetta Arte).

 

Con tali premesse,illusioni perdute, aspettative disattese e catastrofiche trame sui tempi difficili di cui all’oggetto,il nostro prodotto è stato presente con lavori di una certa dignità . Certo il cinema di denuncia (magari con  messaggio), non funziona più  ed è fatale che risolvendosi  il Tutto in racconto,le emozioni siano affidate a solide sceneggiature e complessivamente ad un Mestiere che  comunque sembra non difettare ai registi italiani in Mostra.Avrei da segnalare due perle meritevoli di attenzione.

 

Prima tra tutti  Marco Bellocchio che ha mostrato un film bello ed efficace soprattutto quando si tratta di definire con meticolosa precisione l’atmosfera in cui si svolsero gli ultimi giorni di Eluana Englaro. Chi li ha vissuti da partecipe spettatore conosce bene il senso di scoramento che accompagnò le irresponsabili decisioni governative, le volgarità e la violenza di certe manifestazioni “pro vita” ed in generale lo spaesamento prodotto dall’indifferenza di una politica il cinismo della quale rappresenta un dato mille volte più sconvolgente di qualsiasi forma di avidità,corruzione e pervicace attaccamento al potere.Se si dovesse sentire la necessità di un film politico senza sventolii e tonanti lezioni ci si può accomodare in sala e godere,tra l’altro, della meravigliosa fotografia di Ciprì e di una recitazione all’altezza del compito.Il film è stato ingiustamente maltrattato per i motivi più svariati – chi voleva il documentario, chi il pamphlet, chi l’atto d’accusa – ma questo non toglie alcun merito a Bellocchio che resta un Maestro.E tra i migliori che abbiamo.

 

E’ stato Ciprì. Senza scomodare il solco della tradizione diciamo che tra le cose  che sappiamo fare meglio è raccontare in chiave grottesca e paradossale piccole storie di Brutti Ignobili e Cialtroni. In questo caso ci pensa Ciprì a delineare con tratto inconfondibile e mano pesante – ci vuole –  i Mostri di turno ovvero i protagonisti di una storia rovinosa tra miseria, mitomania e matriarcato crudele :  il risarcimento economico per la perdita di una figlia diventa elaborazione del lutto e occasione di impossibile riscatto sociale : poveri e disperati come prima e più di prima di ricevere il cospicuo rimborso ma proprietari a tutti i costi  di una lussuosa  Mercedes scura. La tragedia – anche nazionale –  è servita. E’ stato il figlio :presentato lo stesso giorno del celebrato  The Master, ne è stato tranquillamente all’altezza.

 

In conclusione :  se i nostri Tempi difficili  non producono capisaldi  della cinematografia non è che quelli altrui facciano strillare al miracolo.Sarà provinciale la difesa a oltranza del prodotto nazionale ma altrettanto può dirsi del facile sdilinquimento per qualunque soluzione narrativa, estrema o meno che sia, proveniente dall’estero. E se è pur vero,tanto per fare un esempio, che al film di Bellocchio mancava la rabbia dei Pugni in Tasca è altrettanto vero che da allora i tempi – facciamocene una ragione – pur restando difficili, sono cambiati. Come noi del resto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bella addormentata è un film di genere drammatico della durata di 110 min. diretto da Marco Bellocchio e interpretato da Toni Servillo,Isabelle HuppertAlba RohrwacherMichele RiondinoMaya SansaPier Giorgio BellocchioBrenno PlacidoFabrizio Falco,Gianmarco TognazziRoberto Herlitzka.

Prodotto nel 2012 in Italia e distribuito in Italia da 01 Distribution

 

E’ stato il figlio è un film di genere drammatico della durata di 90 min. diretto da Daniele Ciprì e interpretato da Toni ServilloAlfredo CastroAurora QuattrocchiAlessia ZammittiFabrizio Falco,Piero MisuracaNino ScardinaGiacomo CivilettiMatteo Rizzo,Manuela Lo Sicco.
Prodotto nel 2011 in Italia, Francia e distribuito in Italia da Fandango il giorno 14 settembre 2012.