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Categoria: Amministrative 2015

I numeri, che bella cosa

I numeri, che bella cosa

itaSarà per dabbenaggine, faciloneria, sperticato ottimismo o trionfalismo consolatorio ma non riesco a scorgere nella cartina qui sopra drammi elettorali tali da spedire  il Premier  a casa come da categorico imperativo post voto by Toti, Salvini & Altri.

 

Vero è che le problematicità connesse con il governare i territori in rosso impongano un senso di responsabilità e una riflessione differenti da quelle fin qui avviate e non tanto perché niente è scolpito nella pietra e il quadro potrebbe cambiare – diritto questo inalienabile degli elettori, in qualunque circostanza –  ma perché quegli stessi cittadini che immaginiamo recarsi ai seggi non propriamente danzando, molte aspettative ripongono nel voto amministrativo che più direttamente condiziona il vivere quotidiano .Tali aspettative, particolarmente in un momento così delicato e difficoltoso,non possono essere deluse.

 

Un partito in cui  prospera la dialettica interna ma pacificato potrà essere di soccorso ad ogni operazione di buon governo.Ergo:senza parlare di vittorie di Pirro o di sconfitte metaforiche o di irresistibili ascese o di stop o di lune di miele interrotte o in corso, sarà il caso di mettere a profitto il voto dei cittadini e le indicazioni che ne scaturiscono.

 

E manco male che con le ultime amministrative almeno una moratoria sulle suggestioni del momento l’abbiamo ottenuta. Dunque, via l’onnicomprensivo – di interpretazioni a piacere – Partito della Nazione e via anche  il non meno martellante Partito di Renzi, l’uno smentito dai numeri e dalla composizione del voto, l’altro dalla vittoria di candidati friccicarelli e piuttosto versati a far di testa loro, nonché dal prevalere di certe imposizioni provenienti da territori ben attrezzati nell’arte di ramazzare voti.

Cade qualche mito su cui si sono consumati fiumi d’inchiostro e ore di urlazzi in trasmissioni dedicate? Evviva.

 

Nessun bonus per noi  invece sul fronte dell’aritmetica elettorale, laddove tutto si confronta, sommandosi o sottraendosi, con tutto e va da sé che ognuno stiracchi le cifre  come meglio gli convenga. Dare i numeri va sempre bene : è una buona partenza per considerazioni obiettive, a patto però che nel delirio matematico  non ci si ritrovi  per le mani  un confronto veneto dei voti del PD di domenica scorsa, con quelli del PCI di oltre trent’anni fa. (Non è un paradosso).

 

Un’ intervista di Paolo Sorrentino sugli Impresentabili che dal punto di vista narrativo sarebbero – ovviamente –  più interessanti dei Presentabili – si parlava di un eventuale film da realizzare – mi fa venire in mente le ore perdute dietro a racconti giornalistici  di ferali retroscena in cui  prevale il Peggio semplicemente perché la normalità di un’analisi politica non fa notizia,non vende,non diverte.Passi per Sorrentino che deve prendere gli Oscar, le Palme e i Nastri ma noi a che film affidiamo le nostre convinzioni ? Renzi come Underwood perché gioca alla playstation o scappa in Afghanistan per sottrarsi ad imbarazzate dichiarazioni? Renzi plenipotenziario di un partito zerbino? Renzi che col medesimo zerbino, divenuto nel frattempo partito della nazione, vuol uccidere la sinistra, scalare la vetta e rimanere lì in cima almeno una ventina d’anni? Sembra incredibile che nonostante il piglio distruttivo di certi racconti la gente continui ad andare a votare.Sempre meno, in verità, ma abbastanza per smentire qualunque infondatezza. I numeri – quelli veri –  in fondo anche a questo servono. Che bella cosa.