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Categoria: La fabbrica del cinema

Bloggare stanca ( a dull boy)

Bloggare stanca ( a dull boy)

Non il coltellaccio da cucina con il quale Jack,rincorre sua moglie,non il giardino labirintico,non l’Overloock Hotel affollato di orribili proiezioni e reminescenze.Il dramma di Jack è tutto in quella macchina da scrivere e nel ripetersi ossessivo della stessa frase : Molto lavoro e poco divertimento fanno di Jack un malaccorto.Solitudine e alienazione, in luogo del romanzo che tutti credevano stesse scrivendo.

La sostanza di fare cinema

La sostanza di fare cinema


Marco Bellocchio dice che Sorelle è un film dilettantesco, nel senso che è stato fatto per diletto,non c’erano finanziamenti,tutti hanno lavorato gratis,la leggerezza democratica della macchina digitale ha garantito un gusto morbidamente scanzonato e l’assoluto piacere del cinema.Il cast è fatto dalla famiglia del regista : Elena e Piergiorgio che sono i figli,le sorella Maria Luisa e Letizia,Gianni Schicchi amico di famiglia da sempre,poi ci sono gli attori Donatella Finocchiaro,protagonista del Regista di matrimoni  e i luoghi.Bobbio dove Bellocchio ha passato la sua infanzia,la casa di famiglia con le stanze del suo cinema   I Pugni in tasca,dichiaratamente  ma in quella sala da pranzo apparecchiata per l’immutabile rito del pranzo c’è anche uno scorcio d’inquadratura dei pranzi della casa del Regista di matrimoni che s’intravedono nello sfumare tra il viso offuscato di Piergiorgio Bellocchio e quello in rabbioso bianco e nero di Lou Castel.Poi “fare cinema” la scuola estiva che da vent’anni Marco Bellocchio dirige sempre a Bobbio,venti studenti che incontrano professionisti,immaginano,scrivono,girano.Sorelle può considerarsi uno di questi esercizi.Non è un documentario però ne’ un film in cui si racconta la famiglia del regista o il lavoro di didattica.la realtà è punto di partenza in una tensione  sospesa di vissuto e film,un gioco di specchi dentro l’immaginario che commuove,diverte volteggia toccando nel profondo la sostanza stessa del fare cinema.Tre episodi che scaturiscono da uno stesso spunto narrativo,due fratelli sara aspirante attrice che nei primi due è assenza voce lontana al telefono,Piergiorgio ragazzo inquieto e Elena la figlia di Sara cresciuta dalle zie in quella piccola cittadina tra catechismo,preghiere,visite al cimitero e tavole apparecchiate o da apparecchiare.Gianni Schicchi che alle donne amministra il patrimonio e risolve i problemi della cappella al cimitero e le zie che conservano l’abito di nozze della madre,sognando il matrimonio dei nipoti e Sara che dice alla figlia “ci si sposa quando non si è più innamorati” mentre la bimba parla alla madre di cresima e catechismo.Eccolo lì il cinema di Bellocchio.Sorelle è come un puzzle di frammenti lucidi le cui combinazioni possono mutare ad ogni sguardo, Piergiorgio Elena le zie,Gianni Schicchi il documento di finzione con i veri nomi,nei veri luoghi.indizi sparsi tra le citazioni doppie e triple come i volti di donna che si sovrappongono a quelli di Donatella Finocchiaro,Paola Pitagora,Pamela Villoresi,la Nina del gabbiano di Cecov-Bellocchio.ma anche la noia il sogno,la fuga da quella provincia: “sono destinato a tornare qui forse aprendo un Hotel” dice il cinico Piergiorgio alla sorella scappata a Milano anche lei inseguendo fantasie di felicità e successo.Ritorni e partenze,la casa che resta sempre lì,i due ragazzi che vanno e vengono,la bimba che corre verso l’adolescenza stando ferma nello stesso luogo..Il movimento del cinema della poetica (politica) di un cineasta,restare se stessi col cambiamento necesario ad esprimere urgenza,vitalità.Come accade a marco bellocchio questa scatola delle meraviglie che è Sorelle ci porta con grazia raffinata dentro al suo cinema e al tempo stesso libera qualcosa che è sempre diverso che spiazza e sorprende la rete dei rimandi a ogni fotogramma,aprendo diverse prospettive,orizzonti inediti ,non si tratta solo di citazioni ma lampi dentro una macchina complessa,in continua trasformazione.Ed è appunto la voglia di sperimentare condividendo insieme ad altri il suo cinema, nell’attimo stesso del divenire da narrazione a messinscena,laddove realtà e fiction s’ispirano reciprocamente.Lo sguardo che sentiamo osservare i due figli zio e nipote,giocare, ridere assolutamente costruito,un precipitato di verità.

SORELLE  è un film di Marco Bellocchio prodotto dal Comune di Bobbio.Cast : Piergiorgio Bellocchio, Elena Bellocchio, Mariuccia Bellocchio, Letizia Bellocchio

Uno splendido cinquantenne (auguri al cinema italiano)

Uno splendido cinquantenne (auguri al cinema italiano)


 

L’anno si apre con Nanni Moretti e con la sua rinunzia a dirigere il Torino film festival.Le sue  ragioni sono contenute in una dichiarazione rilasciata ieri l’altro e alla quale c’è poco da aggiungere se non che Moretti sarebbe stato per competenza e capacità organizzative,l’ ottimo direttore di una manifestazione che ha bisogno di rinnovarsi per affrontare le nuove realtà del panorama cinematografico italiano.Auguri dunque a Nanni al suo stile,alla sua eleganza al suo senso di responsabilità di splendido cinquantenne. Tutta la vicenda è stata segnata da brutte polemiche,non che l’universo di queste manifestazioni non abbia talvolta bisogno di sconvolgimenti tellurici (arrivasse al Festival di Venezia un bel po’ di maremoto..) ma la sensazione è che gira e rigira poi,il tutto si risolva in bisticci che altro non sono se non la tutela di piccole postazioni di potere e di interessi di bottega.Tutta roba che non serve al Cinema.Francamente in questi giorni è spiaciuto vedere personaggi del calibro di Gianni Rondolino comportarsi come se gli avessero portato via la bambola di pezza.Adesso siamo punto e daccapo.Staremo a vedere:

Con  molto dolore rinuncio all’incarico e vi lascio ai vostri problemi di metodo, ai contrasti procedurali, ai rancori personali.Pensavo che la mia candidatura potesse aiutare un festival che ho sempre seguito e amato. Purtroppo, invece di semplificare, la mia presenza ha complicato le cose. Si e’ creata subito un’atmosfera di tensione, polemiche e accuse reciproche.Si e’ parlato di organizzare due festival concorrenti nella stessa citta’, qualcuno ha accennato a mancanza di etica, si e’ anche detto che io sarei stato lo strumento dei politici per soffocare l’indipendenza del festival. No, non ci siamo capiti. Forse mi avete confuso con qualcun altro.Avrei voluto fare un festival condiviso da tutti coloro che amano il cinema, purtroppo pero’ questa vicenda nasce male, c’e’ come un’ ombra che non mi farebbe lavorare con gioia ed entusiasmo.

Nanni Moretti

 

Cheek to cheek

Cheek to cheek

Date una rappresentazione, vi applaudono, e di colpo voi pensate di essere arrivati al sospirato successo. Rientrate a casa felici, fino al momento in cui soffermandovi davanti al
televisore, vedete per caso Astaire ballare. E allora, tutto quanto è rimesso in discussione…”.

Mikhail Baryshnikov (ballerino classico)

Sono famose sequenze da Cappello a Cilindro del 1935 . Ci sono in questo film ,gli equivoci, i bisticci ,gli scambi di persona della piece classica, c’è una Venezia tutta ricostruita in studio, acqua e gondole comprese che più fiction di così, non si potrebbe.E poi c’è Ginger Rogers che canta “The piccolino” mentre una coreografia strepitosa allude alla tarantella. Ma soprattutto c’è la grazia,l’eleganza e l’assoluta perfezione stilistica di Fred Astaire tutta  inscritta in un insieme di Eccellenza in cui ognuno ,dal primo attore all’ultimo generico, concorre alla realizzazione del Sogno.Il Grande Cinema, è qui.

Cappello a Cilindro (Top Hat) è un film di Mark Sandrich con Fred Astaire,Ginger Rogers ,Edward Everett Horton.Musica e parole di Irving Berlin Coreografie di Hermes Pan.Prodotto da Pandro S. Berman.