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Questo son io per te

Questo son io per te

Lo sposo non uscì da casa  sua bensì, dopo avervi trascorso la notte, da quella di suo fratello, non essendo opportuno, ai fini scaramantici, dormire, la sera prima, sotto lo stesso tetto con la sposa e parimenti disdicevole il rientro, seppur temporaneo, nella casa natale.

Incontrò dunque la propria madre solo venti minuti prima della cerimonia. Il tempo di un’ aggiustatina e di un fazzoletto pulito cacciato in tasca alla bruttiddio, nascosti  dietro le colonne. Non essendo la cravatta ne’ i gemelli un’abitudine consolidata, si erano resi necessari piccoli interventi qua e là, onde riparare al mezzo disastro. E il fazzoletto di stoffa, si sa, qualcuno, al bisogno, te lo porge ed è subito Gentilezza (e buone maniere).

Un paio d’ore dopo lo sposalizio, in una sala gremita di ospiti, lo sposo con il consueto piglio da procedura d’urgenza, gridò da un capo all’altro – Mammaaaa !! Dov’è che si siede l’uomo? Destra o sinistra? –

Mentre la sera prima in vena di domande fondamentali e solenni sulla vita, le aveva chiesto – Mamma, com’è che tu non sei diventata terrorista? –

Donna Letizia, la capocolonna ( mancata) Questo son io per te?

(il figlio si è sposato la scorsa settimana, la cerimonia sarà replicata a Las Vegas tra dieci giorni. Così, per allegria. Idea brillante. Ma noi non ci saremo. Noi, non-ci sa-re-mo. Pfui )

Nell’illustrazione le colonne del Campidoglio che fecero da boudoir.

Scene di caccia al topo di fiume

Scene di caccia al topo di fiume

Siccome per la battuta di caccia serale, la scelta del territorio spetta a lui, la meta è sempre la stessa : l’Isola o le banchine circostanti. Presumibilmente per quell’illusione di “natura selvaggia” che flora fauna & fiume offrono tra Ponte Sublicio e Ponte Garibaldi. Il Gianicolo, Riserva preferibilmente diurna, non offre le stesse chances di avventura

A destinazione potremmo arrivare imboccando il  viale, dritto per dritto, e invece niente. A lui piace prenderla alla larga, passare per Porta Portese costeggiando il San Michele, in quel tratto di lungotevere che fu di Sciuscià, di Ladri di biciclette, di Adua e di C’eravamo tanto amati. Proprio nel punto in cui Nicola dice ad Antonio che lui è politicamente e culturalmente,  più oltre, si può scendere sotto Fiume e una volta lì, rincorrere le papere, i germani, i topi e le nutrie sul greto. La caccia è, per convenzione stipulata a suon di urlacci e punizioni, rigorosamente incruenta.

In questi giorni d’impraticabilità delle banchine, ha osservato con ansia dal Lungotevere l’evolversi dei fatti. Un’occhiata di sotto, e una – molto demanding – a me che, in quanto provvisorio capobranco, dovrei avere tutte le risposte :  comandare pioggia,  vigili del fuoco,  protezione civile, netturbini, l’onda di piena e le maree.

– Ancora non si può scendere, non vedi che fangaccia? –
Manteniamo vivo il dialogo, motivando i divieti  anche col cane. Poi per consolazione, concediamo il proibitissimo salto nei mucchi di foglie bagnate. Comprarsi i guai con i soldi propri, si dice da queste parti.

 

Outing

Outing

coiffeur

Eh lo so, una signora dovrebbe andare a finire sui giornali solo in tre circostanze (delle quali, a meno di suicidio,  solo una dipendente dalla propria volontà). Invece niente, con l’aria che tira, c’è caso che la regola del tre non possa essere rispettata alla lettera. E allora eccomi qui a far parte del nuovo Gotha del Glamour di Stato, dovrei dire mio malgrado ma non è precisamente così, non solo nel senso che non me ne può importare di meno ma soprattutto perchè la possibilità di dare pubblicità agli elenchi non si deve certo al Ministro dell’Innovazione ma ai suoi predecessori di centro sinistra. Agli atti, ad ogni buon conto, ci sono anche i curricula, i titoli di studio, i master, le lingue parlate e scritte, nonchè le varie circostanze in cui i consulenti hanno gestito progetti, soccorso difficoltà, avviato dipartimenti,  laddove era altresì accertato con trasparente procedura, che le professionalità interne alla Pubblica Amministrazione non sarebbero state sufficienti a fronteggiare le sfide o a superare le impasse . Ma è roba noiosa, il ministro lo sa, per questo sventola solo cifre e nomi. Per parte mia, serenamente inclusa nell’elenco dei consulenti di fascia alta, mi compiaccio di avere fatto in tempo ad andare dal parrucchiere.

Parla per te

Parla per te

Amo i cantori della mia generazione . Ogni tanto,  è  vero, mi tocca di fare il triplo salto mortale con avvitamento perchè il Mito supera la Leggenda, la Fantasia, la Proiezione e il Sentito Dire e io stento a riconoscermi in alcune “esperienze” ma poi penso che ognuno le cose, le vive a modo proprio e anche se ho la netta sensazione che mentre tutti noi correvamo da qualche parte, altri si sono limitati a fare il tifo per chi correva, passo oltre. Poco importa se l’esperienza femminista diventa un gruppo di donne che parlano dei casi loro rivendicando a tratti , il diritto di liberarsi di gravidanze indesiderate o se  una stagione di lotte ambosessi  si riduce ad una serie di puntate di Giochi senza Frontiere, guardie contro ladri, con fughe, sortite, agguati e via, via, la polizia . Io mi ricordo soprattutto di aperture di consultori, asili nido e conquiste sindacali o di spazi di libertà (faticacce immonde, altro che fidanzati infedeli , coppie aperte , prezzemolo o scontri in piazza) e altri invece esclusivamente il versante folclorico. O peggio sono dediti al pentitismo e all’autoflagellazione. Per qualcuno essere testimone attivo del proprio tempo equivale ad autoreferenzialità . Percezione soggettiva.Le proprie storie che devono essere per forza la Storia . Contenti loro. A patto che non si esageri però. Per esempio, domenica scorsa in tivvù,  il Bulimico Crociato®, per avvalorare la tesi della spensieratezza generazionale che,a suo dire, tutti condusse ad efferati delitti contro la specie, ha colorito la descrizione dell’ambiente di provenienza .. borghese, romano, tronfio…renitente alla leva per vocazione oltre che per raccomandazione e laureando in filosofia per ripiego….Ma insomma. A tutto c’è un limite. Che ci si penta, che ci si mondi la coscienza  diventando conservatori della più bell’acqua mediante battaglie, apparentamenti  e civetterie elettorali , che si portino in piazza l’8 marzo  monache e poetesse, passi . Ma quando ci si riferisce alla propria vita, al proprio ambiente, alla propria famiglia , si eviti di tirare in ballo un’intera generazione  e tutta la città. Si parli per sè . Noi si era romani ( non è illegale) borghesi (molto , ebbene sì), critici verso la leva, a buon diritto ( ma la maggior parte dei maschi poi, è andata militare ) probabilmente in discreto numero a frequentare la facoltà di filosofia ( ma non tutti e non perchè tanto poi un lavoro si trova visto che , per i comuni mortali , solo insegnamento, era la prospettiva di quegli studi  e a finire a scrivere sui giornali furono una minoranza e a dirigerli ,  non ne parliamo ) ma non tronfi, quantomeno non al punto di evitare gli accorgimenti necessari, o di girarsi dall’altra parte in caso di gravidanze indesiderate. Quella era una prerogativa della schiatta trasversale dei padroncini del vapore,dei maschietti arroganti, delle puzze sotto al naso senza talento e soprattutto senza retroterra. Le femministe non hanno da pentirsi in tal senso di nulla Dramma era allora e dramma è oggi. E il diritto d’aborto non è mai stato nella cultura e nel lessico, tantomeno nel dibattito  di quegli anni, attestato in larga parte su temi quali la sessualità, la maternità ,i figli,il rapporto tra libertà femminile e legge.Noi eravamo contro l’aborto clandestino come eravamo contro l’aborto di Stato. Angolature diverse ancora da indagare ma, e  con decisione, da sottrarre alle strumentalizzazioni.Chi ricorda cose diverse era altrove.Come lo è oggi del resto, e dunque correttezza imporrebbe  che parlasse, rigorosamente, per sè.

Cambio stagionale ( con bilancio di previsione)

Cambio stagionale ( con bilancio di previsione)

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L’idea di un template meno drammatico e più estivo,è stata accantonata subito per mancanza di tempo : il color oro del testo, in caso di trasformazione,si sarebbe rivelato impegnativo oltre il consentito ed allora ho rinunziato,almeno per il momento.Un orribile ruolino di marcia, impone saggezza nel dosare i tempi.In compenso ho trovato un titolo nel quale è contenuta anche l’impressione che  della blogopalla ho maturato in un anno di militanza nel settore.Non dirò oltre, a parte la personale difficoltà di trovare stimoli nelle riflessioni collettive (la carta stampata continua, quantunque esperienza individuale, a detenere il primato) e a trovare argomenti sui quali riferire e che non appartengano esclusivamente al mio particolare che immagino poco interessante per gli altri.Archiviata l’idea del consuntivo e lungi da me le abusate considerazioni sul virtuale e relative dinamiche,dirò che il brodo ristretto è godibile quando la molteplicità degl’ingredienti si mescola e senza appiattimenti  trova una sintesi felice e saporita e che, in particolare, il court boullon, banalmente realizzato con sedano-carota-vino-prezzemolo e alloro ( ma che ci tiene quell’alloro) rende glorioso il risultato di cottura del più banale dei pesci d’allevamento.Così sia.Nella speranza di vivere stagioni interessanti come da noto augurio cinese,e di saperne cogliere sempre i diversi aspetti, compresi quelli infinitesimali o “scomodi” o contraddittori,proseguo con la cucina di court boullon a modo mio ma con l’idea sempre presente di commensali da entusiasmare.

Nell’immagine uno degli allestimenti pubblicitari più divertenti di Cannes 2007