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Categoria: Democratici

Una brutta direzione

Una brutta direzione

 

Camera dei Deputati - Voto di fiducia al nuovo governo

Brutta e inutilmente segnata da  polemiche per pochi intimi alle quali si destinano spazi ed energie degne di  grandi platee in improbabile ebollizione per i temi del candidato naturale o per quelli del congresso chiuso, aperto spalancato Con risultati che manco alla Casa del Popolo di Prato durante il confronto sulla parità di genere.Quello che Bertolucci ha raccontato così bene che pareva vero.E infatti lo era.Ora come allora.

 

Brutta perchè chi ha sbagliato non accenna a farsi da parte,perchè chi ha segnalato/segnala continuerà a segnalare  gli errori non ha ancora avanzato una proposta definita e infine – tanto per cambiare – perchè si parla di una cosa ma se ne vuol intendere un’altra mentre  il pensiero è rivolto alla conservazione: la propria e quella del governo Letta. Come si può fare un congresso di partito con l’assillo di nuocere o meno al governo in carica?

 

Brutta perche questa storia di cambiare le regole in corso d’opera ogni volta, offre l’immagine furbesca di chi  vuol cucire le medesime addosso a qualcuno per decretarne il successo o la sconfitta.

 

Brutta per la sgradevole impressione di parlare di sè a sè,mentre le attese sarebbero altre e l’avversario altrove

 

E infine brutta perchè indietro non si torna. Non sarebbe un bel segnale se un congresso che è nato aperto, nel corso del tempo, diventasse un congresso blindato. Sopratutto chi, al solito, evoca immagini ridicole di elettori del PDL in fila ai gazebo per modificare gli assetti del PD dovrebbe inventarsene una meno logora, magari riflettendo sull’intelligente formulazione di Barca  che individua i futuri elettori delle primarie nei partecipanti – iscritti o meno –  all’attività di partito.

 

Per il resto vanno bene il conflitto, le diversità le variegature, vanno sin  bene letanto demonizzate correnti, a patto che siano laboratori riconoscibili  e differenziati in base alle idee e non ai rispettivi leader.Il tutto pensando non solo a vincere o a ricostruire come pure sarebbe giusto una forza di centro sinistra – obiettivi ambiziosi ma siamo, al momento, così lontani – ma a rimettere in piedi un partito interessante per proposte e approccio con la realtà.Un cambio di passo sin negli atteggiamenti esteriori guadagnò al PD attenzione e consensi. E’ già successo.Può succedere di nuovo.

 

Nell’illustrazione da Huffington Post Epifani e Letta ( Epifani,Letta e Franceschini sono tra i politici che stimo di più, duole e delude registrarne l’involuzione,si spera, momentanea)

 

 

 

 

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The spring rain

The spring rain

 

 

 

 

 

 

Stai a vedere che siccome la vittoria è di misura e la disaffezione rasenta livelli di guardia, non ci si dovrebbe entusiasmare per il risultato ottenuto da  Debora Serracchiani in Friuli. Atteso che gli ultimi disastri  sconsigliassero il voto al Centro Sinistra anche ai più devoti esponenti dello zoccolo duro  e che la politica nazionale accaparrandosi tutta l’attenzione offuscasse le campagne locali  con i poveri candidati costretti a far da sé – astenersi facili ironie – il tonfo che tutti si aspettavano  non c’è stato.

 

Debora e i suoi hanno saputo marcare la distanza dagli sfracelli ultimi scorsi ispirando affidabilità  in un momento difficile. Un po’ di pioggia di primavera è infine arrivata.

 

Nondimeno il discorso d’insediamento di Napolitano che non ha mancato di suscitare entusiasmi a tutta l’aula per il semplice fatto che nessuno vi si è davvero  riconosciuto, preso com’era a individuare nell’altro malefatte e sordità e questo nonostante il Presidente – che non è nato, come tutti amano ricordare fino alla nausea, ieri – abbia riconosciuto il tratto auto-assolutorio degli applausi Il fendente più raffinatamente violento andrebbe ricercato in quel passaggio.

 

Per il resto, tirato malamente per la giacca,il Presidente bis non poteva che assumere i toni del castigamatti che in alcun modo vuole repliche di scenari già visti pena scioglimenti di assemblee o dimissioni.I termini del mandato sono serviti. Di nuovo applausi.E allora inutile recriminare : ce lo meritiamo il patriarca con il suo autunno di intese larghe o strette che siano.Ahimè.

 

Ultima annotazione : mentre va in scena quel melodramma a tinte fosche denominato  crisi del PD con gli infiniti corollari sfascio, dissoluzione morte e decadenza si spera di non fornire ulteriore materiale ai numerosi estensori di feuilleton, auspicando che un conflitto di impostazioni  politiche non si trasformi in conflitto generazionale ovvero che i contendenti non si calino troppo in ruoli sclerotizzati  di vecchi e giovani diventando invece che persone con idee differenti in cerca di quadratura del cerchio,i personaggi di se stessi.

Pena la dissociazione e la nevrosi collettiva che ci destinerebbero invariabilmente al caos, sarebbe bene auto – imporsi questo tipo di cambiamento prima di ogni altro. Perché è indubbio che i giovani provvisti di capacità neuronale attiva siano più in grado di progettare il futuro ma è altrettanto vero che i meno giovani abbiano dalla loro parte il know how – possibilmente da non usare come una clava – indispensabile a qualsiasi futuribile progetto. Su tutti poi dovrebbe prevale il tratto umano e personale  che ogni cosa filtra determinando la differenza. Vecchi e giovani hanno idee e visioni del mondo da mettere a confronto,l’anagrafe a quel punto diventa solo un impaccio.Quanto al pervicace attaccamento alle leve del potere, promuovendo il medesimo esclusivamente ricambi fatti di giovani teste docili e fedeli – lo vedi che l’anagrafe non c’entra? –  chi se ne lamenta ha ragione da vendere.

Ma noi stiamo procedendo a grandi passi verso un confronto e una conta.Diamoci regole e che nessuno si muova.Almeno per il momento.

 

Infine : Francamente sentir parlare di espulsioni nel terzo millennio e in un partito che ha l’ambizione di chiamarsi democratico provoca attacchi di fou-rire ma altrettanto piacerebbe a molti che i destinatari di  futuro anatema rispondessero alle minacce energicamente e una volta per tutte :

 Mbè provaci può essere il prototipo di un’utile soluzione.Spiace dirlo, ma se anche stavolta la montagna dovesse partorire il sorcetto, una  depressione  che non conosce età s’impadronirebbe dell’intero corpo elettorale.Con prevedibili quanto infausti risultati.

 

Nell’illustrazione dall’Unità : la Serracchiani vincente

 

 

 

 

 

Solo tu

Solo tu

 

 

 

 

Alla fine s’è tornati da Napolitano, non credo ci fossero alternative possibili vista la determinazione del PD a non convergere su Rodotà, professore di Diritto dall’esposizione giurisprudenziale elegante  – ma che sul proporzionale non m’ha mai convinto – europeista da sempre opportunisticamente designato da Grillo come candidato alla Presidenza. Assai più vicino per storia e cultura  al PD che al Movimento 5 stelle.Insomma il candidato ideale.Non a caso.

 

I fatti sono noti nel momento in cui i tentativi di dare risposta alla martellante domanda  perchè non Rodotà non sono stati convincenti e le giustificazioni addotte sulla necessità di  ricercare il più ampio consenso per le funzioni di garanzia, seppur non peregrine, sono apparse speciose sia per una parte degli eletti nel PD che ha lamentato mancanza di discussione interna  sia  per parte degli elettori che ha giudicato incomprensibile il senso dell’intera manovra.

In effetti bruciare due candidati differenti per mano degli  opposti dissensi e non sceglierne uno con requisiti degni può sembrare paradossale e lo è unitamente al  rifiuto di alcuni di votare Romano Prodi che poteva costituire un’ottima soluzione all’impasse. Il fatto è che anche Rodotà avrebbe messo in moto ulteriori dissensi, dunque non ci sarebbero stati in alcun modo i numeri perché venisse eletto.E questo nonostante il generoso tentativo di alcuni di convincere gli altri.L’impasse generata dall’arrocco ha suggerito di ricorrere a Napolitano come unica via possibile.Se sia stato o meno un errore lo si vedrà alla prova dei fatti, atteso che ogni attuale considerazione sull’età – piantiamola – o sulla consuetudine costituzionale – ma quando mai – appaiono capziose.Tanto per continuare inutilmente la tiritera delle contumelie.

 

Errori a raffica,si dirà, da parte del PD (la dirigenza del quale nel frattempo si è dimessa in blocco). Non a torto.Non saper governare le diversità, ragione sociale di questo partito,manco nei momenti di emergenza è il primo.Lasciare spazio alla semplificazione consentendo che una vulgata rozza e scriteriata attribuisse  in automatico  ad ogni candidatura futuri comportamenti presidenziali, il secondo, mentre sottovalutare l’elemento comunicazione abbandonando nelle mani dei retroscenisti l’interpretazione dei fatti il terzo.Ultimo ma non meno importante e grossolano: prendersela con i telefonini e con la Rete attraverso  i quali gli eletti nuovi arrivati si terrebbero in contatto con la mamma e il territorio senza aver spiegato loro doverosamente che la democrazia è bella delegata, partecipata, tranquilla e che non definire i termini corretti del rapporto elettore – eletto significa consegnarsi al caos.Esattamente quello che è successo.

 

E ora teniamoci quest’aria vivificante da pompe funebri e fine del mondo che tanto piace all’avversario politico e ai Demolitori di professione,  ben sapendo che nessuna scissione organizzata ci sarà e che pertanto i nodi da affrontare resteranno i soliti.Benedetta coazione a ripetere.E manco male che con la parola d’ordine cambiamento abbiamo portato gli elettori alle urne promettendo sfracelli di novità.

 

E teniamoci pure l’allegra parata dei possibili premier e governi  con allegati dibattiti, liti, melodrammi, e cortei.Come dire continuare discutere sul nulla visto che il Presidente deve ancora recarsi alle camere. (Prossima tappa : che avrà voluto dire Napolitano.A seguire  : Ah se ci fosse stato Rodotà (interpretazione ed ermeneutiche a go-go, politica quasi mai)

 

 

Nell’illustrazione Giorgio Napolitano (lunga vita!)

 

 

Aprile è il più crudele dei mesi

Aprile è il più crudele dei mesi

 

Al netto dello psicodramma tuttora in corso, tra interpretazioni psicanalitiche – anche quelle andrebbero rinnovate visto che con maggiore frequenza delle metodologie politiche tendono ad essere messe in discussione – incendi di tessere – che sono di plastica,quindi piano con i seppur piccoli spargimenti di diossine – e cavalli da abbattere, non è chiaro se per pietà o sadismo, la domanda epocale sarebbe la seguente :  

 

Se il vero problema è una cultura politica al tramonto, perché  Bersani non è  stato fermato prima delle consultazioni col PDL specificando a chiare note  a lui e a quelli che gli sono vicini  che qualunque candidatura fosse emersa da quegli incontri non sarebbe stata votata per il semplice fatto che non si riconosce più nell’identificazione unità della nazione – patto tra forze politiche diverse, una strategia funzionale?E che in alcun modo e per alcun motivo si sarebbero accettati accordi con Berlusconi?

 

Non che si voglia qui tessere un vuoto e retorico elogio del coraggio che se non c’è non può certo essere inventato né dare spazi a malpensanti dietrologie che vorrebbero situazioni degenerate a bella posta ma sembra talmente impossibile che la situazione sia così sfuggita di mano che nessuna spiegazione logica viene in soccorso.Ergo :

 

 

Perché si è arrivati a poche ore dalle votazioni per fare tardiva, a quel punto, chiarezza?

 

 

Con tutto il rispetto – autentico – per la Dissidenza sciolta e a pacchetti che in queste ore sfila, esterna, si riunisce e vota come meglio crede, era proprio necessario offrire al paese l’immagine di un partito allo sbando?

 

 

E adesso che la frittata è fatta, il tempo stringe e grande è la confusione sotto il cielo, siamo in grado di porre necessario rimedio offrendo allo sconcerto collettivo un nome che non sappia di decadimento, oscure trame e sterili contese? Romano Prodi per esempio mi parrebbe una felice soluzione.

 

(perchè  è proprio vero aprile è il più crudele dei mesi salvo che la pioggia di primavera non arrivi a  svegliare le spente radici schiariendoci,speriamo definitivamente, le idee.Eliot, molesto mica poco)

 

 

April is the cruellest month, breeding

Lilacs out of the dead land, mixing

Memory and desire, stirring


Dull roots with spring rain.

Thomas Stearns Eliot

 

Nell’illustrazione da Repubblica : incendio della tessera

 

 

 

Ehi voi

Ehi voi

 

 

Quando avete finito con gl’incontri gli scontri le agenzie  e le esternazioni, ci sarebbe da fare un nome, magari condiviso – all’interno, mica si pretende – magari  di alto profilo, magari per giovedì. Perchè  noi avremmo qualche difficoltà ad individuare le Cosette e le Fantine – per le Thénardier invece siamo a posto – i Marius e i Valjean – ma di Javert ce n’è sempre un grande assortimento – mentre con crisi, miseria e clima Post Restaurazione sembra di essere sulla buona strada.

 

Ma quello, si dirà, è un gran romanzo mentre questa,per dirla col cantante, è poco più di una piccola storia ignobile.Vero.Non fosse altro perché ogni personaggio ne Les Misérables possiede retroterra talmente carichi di motivazioni da rendere naturali il bene ma anche ogni efferatezza, mentre qui non ci si raccapezza tra perché e percome, sante alleanze e feroci ostilità.Non che ci si scandalizzi,la dialettica interna ognuno la interpreta come crede ma se proprio non si riuscisse a far propria la regola dell’anteporre il bene comune alle personali aspirazioni che almeno si ricorra al Principio di Decenza.Fatelo per noi.

 

Dunque mai paragone fu tanto improprio.Come lo sono gli tutti gli altri, tra richiami ad epoche trascorse ed elezioni presidenziali d’antàn che data la particolarità della attuale situazione risultano incomprensibili ai più.A noi elettori,simpatizzanti,militanti,fondatori, servirebbe sapere semplicemente in che direzione ci si sta muovendo.Non è difficile.Ce la potete fare.