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Categoria: Democratici

Armiamoci ( e cerchiamo di partire)

Armiamoci ( e cerchiamo di partire)

Il problema  – visto che, a quanto sembra, si dovrà  inaugurare la stagione del door to door –  sarà spiegare ai cittadini  la storia delle nuovissime architetture elettorali,  ovvero del come mai, pur essendo  ogni ipotesi di alleanza, larga intesa, ampia convergenza o quel che è, finita in litigi disastrosi, se non peggio, di questo gradito ritorno al Cartello.


Non che sia impossibile , intendiamoci, trovare punti programmatici in comune che coinvolgano dai futuristi ai rifondanti ai  verdi passando per Rutelli, ma sarebbe utile sapere quali potrebbero essere, visto che su economia, welfare, giustizia, federalismo, temi cosidetti sensibili e finanche in materia di legge elettorale, le posizioni ( e le culture ) delle diverse componenti sono, almeno per il momento, assai distanti.

Posso credere allo spirito del patto con chi ci sta. Ma per poter apprezzare meglio vorrei sapere soprattutto a fare cosa


Dopo lettere, cartoline e dichiarazioni fumose, l’unico obiettivo unificante e percepibile rimane il togliersi dai piedi Berlusconi. Cosa buona e giusta, nostro dovere etcetcetc ma francamente un po’ poco ai fini di un futuro, stabile e  virtuoso governo.

Ergo, il knocking door e le  Primarie – niente affatto scontate –  da soli non bastano, ci vuole il Progetto che spero non dover ricevere per lettera o per comunicato ma al quale mi piacerebbe, come credo tutti, contribuire.

Come una Fabbrica alla Vendola insomma. Un po’ d’allenamento prima della corvée su e giù per le antiche scale. Magari oltre che il fiato ci torna pure l’entusiasmo.


La foto della fanciulla che avendo ritrovato l’entusiasmo bussa a due mani, è di Daniel 77


Perchè no?

Perchè no?

Non certo per la scelta dei tempi – allo stato chi può dire se sia o meno prematuro l’annuncio ? – o perchè non dovrebbe pensare ad altro che a governare la Puglia , o perchè nel ruolino di marcia Ferrero – Dilibertiano ci sarebbe prima da battere Berlusconi e dopo, solo dopo…..


Tantomeno per  quell’accostamento tra gli eroi Falcone Borsellino e Giuliani  ( e se la facessimo finita una volta per tutte con la retorica degli eroi?) subitaneamente chiarito ma con dignità e senza troppo ritrattare.


La dichiarazione d’intenti  – sparigliare i giochi di un centrosinistra asfittico che non è stato in grado di fare un discorso capace di interpretare la crisi – intercetta con facilità un sentire comune e anche se delle Fabbriche si sa ancora poco, l’niziativa di  luoghi aperti – facciamo anche spalancati –   alla discussione e all’elaborazione e, se del caso, al Fare Politico, incontrerebbe un’ esigenza altrettanto sentita di Confronto.


Basterebbe che Vendola con le sue organizzazioni, riuscisse a mettere a tema argomenti trascurati ovvero resi inaccessibili dai fumi di un’ ambiguità comunicativa che spesso ne sottace un’altra  di sostanza,  a rendere le Fabbriche un’esperienza necessaria.


Ergo non mi unisco al coro di quelli che come vada vada, un po’ di ammuina ravviva la palude del candidato naturale .Come dire facciamo un po’ ‘sto dibattito ma poi la scelta deve cadere sul Segretario. Cosa ci sia di vitale e trascinante in un automatismo presunto statutario, io non so.


Di questi tempi poi.


Dunque, al di là dell’effetto che può produrre – qualcosa a ben vedere si è registrata di già nelle reazioni piccate o fintamente nonchalanche di politici impensieriti –   io all’efficacia della candidatura Vendola credo fermamente.


Per la sua – irrinunziabile e preziosa –  esperienza di amministratore, ma soprattutto per una Visione del Mondo saldamente incardinata al Pensiero di Pasolini. Poi vengono anche i linguaggi e gli stili comunicativi differenti o l’ammirazione per Obama, di cui molto si è detto, ma la sua forza è tutta lì : concretezza, ideali, retroterra  e sguardo costantemente proiettato in avanti.


Con queste semplici premesse, la stagione per la scelta del candidato premier si aprirebbe sotto i migliori auspici.  Vendola può animare il dibattito con i competitors interni – che speriamo numerosi –  e nello stesso tempo,  se fosse scelto attraverso le Primarie, avrebbe tutti i numeri per battere l’avversario. Che poi al di là delle battute e delle esternazioni più o meno paternaliste ed innervosite, è quel che davvero conta.

Una volta tanto, invece che puntare i piedi o stare a guardare, bisognerebbe mettersi in ascolto. Basterebbe questo a far avanzare  il nuovo . A passo di carica.





La Puglia migliore

La Puglia migliore

Vedo –  con enorme piacere –  che gli elettori pugliesi non si sono lasciati irretire dal fascino delle geometrie d’apparato o dagli arzigogoli  dei retroscenisti. Ancora qualche ora fa, per dire, qualcuno vaneggiava possibili ricadute della vittoria di Vendola sull’elezione di D’Alema a presidente del Copasir.Francamente un po’ troppo.

Più semplicemente, credo che la stragrande maggioranza dei  i cittadini abbia scelto premiando, da una parte l’esponente affidabile ed appassionato di un progetto funzionale, dall’altra i buoni risultati ottenuti come governatore . Escludo che tante persone si siano messe in fila per infliggere un duro colpo a D’Alema , la cui mozione congressuale, da quelle parti, aveva peraltro stravinto non più tardi di tre mesi fa.


Di sicuro il fatto che l’elemento di continuità, al cospetto di una prova di buon governo, non abbia nemmeno sfiorato il dibattito che ha preceduto le consultazioni, è stato letto come l’indizio che non ci fosse altro motivo per la non riconferma, se non quello che Vendola fosse sgradito all’UDC.

Probabilmente non una bocciatura dell’alleanza di per sè ma del modo di essere in un’ alleanza.

Dura lezione ha commentato qualcuno. Vedremo come  il PD saprà mettere a profitto la débâcle del proprio candidato. Certo è che in Puglia non si è manifestato ieri alcun fenomeno inatteso .Si sa che nel combinato disposto Partito Federale – almeno nelle pretese –  e Primarie, con un vero confronto, non c’è rischio di esiti scontati.E il meccanismo obbliga l’apparato centrale a dimensionare il proprio apporto nelle scelte.

Vinta la battaglia, bisognerebbe abbandonare ogni sorta di revanche e  vincere anche la guerra. Un’ affermazione così forte di democrazia non può essere onorata altrimenti. La Puglia migliore – come da (bella) campagna vendoliana –  ora ce la deve fare.



Renato Nicolini candidato

Renato Nicolini candidato

nicolini

Essendo partito con ritardo, è possibile che Renato Nicolini abbia difficoltà con la raccolta delle  firme per la presentazione della sua candidatura a segretario. Il dibattito congressuale, in caso di esito negativo, perderebbe così un contributo importante.

Se invece ce la dovesse fare, ogni riserva rispetto alla mia personale collocazione all’interno del Congresso, cadrebbe e non solo per il richiamo ad esperienze condivise o perchè  in quel che Nicolini dice  ritrovo la mia storia – che già non sarebbe poco – ma perchè nella sua proposta politica c’è quel che, a mio parere, assolutamente manca alla discussione:  un’idea precisa di cultura, di società e infine di futuro.

Nel suo blog sono reperibili indicazioni varie nonché ;il video con la presentazione della candidatura. Da ascoltare con attenzione. Comunque vada.

En résumé ( jusqu’à maintenant)

En résumé ( jusqu’à maintenant)

A meno di clamorose sterzate – vedo che oggi Zingaretti scrive una lettera aperta a Serracchiani per i dovutichiarimenti -  il dibattito precongressuale sembra avviato sulla china dell’ annosa polemica fra nuovismo e passatismo. Come dire che a vent’anni dalla svolta del PCI, il tempo è trascorso invano. Come dire che se continuasse così, l’autoreferenzialità, rischio che ogni congresso un po’ si porta dietro, da possibilità diventerebbe certezza con immaginabili conseguenze.

Ne’ a sventare tale iattura, sono sufficienti le dichiarazioni d’intenti, i tonanti richiami al passato o al futuro, le  differenziazioni tra nuovo e nuovista – che manco si sono aperte le danze e già ci sono arrivate fin sulla cima dei capelli –  il partito degl’iscritti e quello degli elettori, quello strutturato su territorio e quello liquido o spray , le primarie si, no, forse, nonchè le lagne sulla cattiveria degli apparati. Sia gradita l’occasione alle varie mozioni di specificare com’è che si intende battere questo governo, oltre che con quale forma partito. Io credo che una buona parte degl’iscritti voglia scegliere sulla scorta di proposte. Il nemico sarebbe là fuori, vale la pena di ricordarselo ogni tanto.

Dunque, compito delle terze e quarte opzioni sarebbe anche quello di  tirare fuori il dibattito dalle secche in cui, pur mostrando la consueta vivacità, si è impantanato. In tal senso, Ignazio Marino per propria formazione e impostazione politica, possiede numerose chanches. A patto che non faccia della laicità – tematica alla quale il suo nome è invariabilmente legato –  l’ultima frontiera dell’ideologismo, la sua candidatura si presenta ricca di opportunità.

Rende infine lieti – e per davvero –  pur con tutte le riserve e le critiche qui, più volte espresse, che il lavoro del gruppo adoperatosi in questi ultimi tempi alla ricerca di un’alternativa possibile, abbia trovato naturale esito in questa formula destinata oltretutto a riscuotere consensi e non solo a fare ammuina, magari con prospettive suicide di belle morti ovvero di entusiasmanti sconfitte.

Se questa è politica, si corre per vincere. Solo così ci si sente davvero responsabilizzati e si possono acquisire sostenitori.

( Nell’illustrazione, (ci soccorre la pittura) Particolare della scuola d’Atene. Raffaello (in Vaticano.)