Le Ceneri
Il mercoledi delle Ceneri era cominciato con i titoli dei giornali ( Maggioranza oppure a casa) poi, un paio di indiscrezioni in tarda mattinata: una, secondo la quale Pininfarina si sarebbe recato al Senato su un’automobile messa a disposizione da Piero Fassino e l’altra che Cossiga, a suo stesso dire,tra le molte telefonate di pressione, alla vigilia del voto, avesse ricevuto, anche quella di Silvio Berlusconi, preoccupato di un prematuro scivolone di Prodi.Delle due, solo la prima è stata smentita dalla segreteria di Fassino.Quanto alle ore successive, i passaggi salienti della relazione di D’Alema, poi la votazione, le dimissioni, nulla ci è potuto sfuggire : un fiume di parole,congetture, interviste, indiscrezioni e approfondimenti si è riversato su di noi tentando l’impossibile quadratura tra scenari futuri, dietrologia e caccia ai “colpevoli".E’ la legge elettorale,sono i dissidenti, è Pininfarina – ma no : è stato Andreotti – Grottescamente il governo cade su una politica estera largamente condivisa,persino il titolare del dicastero è tra i più apprezzati. Che strazio le prove di forza : nessuno vince mai.Di sicuro non ha vinto l’ipotesi di exit strategy o il ritiro dall’Afghanistan che oramai diventerà merce di scambio di futuri accordi ,di sicuro non vincono i DICO, meno che mai i precari,i disoccupati,le comunità di Vicenza e tutte le aspettative riposte in questo governo che arriva dopo i cinque anni peggiori della vita di questo paese e che abbiamo giudicato fin dalla prima settimana d’insediamento, come se fosse in carica da anni.Non si può fare una legge contro il populismo e l’impolitica,non si può nemmeno fare un referendum per mandare a casa il qualunquismo e nemmeno decretare contro gli Ossimori, primo tra tutti quel “di lotta e di governo” che nessuno è stato fin qui capace di coniugare su di un piano diverso da quello della contrapposizione.Nei sondaggi,gli elettori che stentano a capire, vanno a collocarsi tra gl’incerti oppure passano direttamente alla sponda avversaria.Dalla nostra oramai c’è solo il fatto che nessuno vuol andare a nuove elezioni.E il bello è che da questa impasse, solo Romano Prodi ha la capacità di tirarci fuori.