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Categoria: Palazzo

Che amarezza

Che amarezza

L’articolo 82 della Costituzione recita :

Ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse.

A tale scopo nomina fra i propri componenti una commissione formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari gruppi.

La commissione di inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni della Autorità giudiziaria.

Dove sta scritto che una commissione d’inchiesta, che tra l’altro è un organo collegiale indaghi in una sola direzione? Nell’analizzare le dinamiche di quei giorni è impossibile non valutare la situazione nel suo complesso . Forse che il Parlamento oltre che autorizzare avrebbe indicato anche le modalità e le direzioni ? Le giustificazioni dei dissidenti sono davvero offensive. Uno non c’era, non sa, non ha visto l’apposito punto del programma . L’altro con incredibile fiducia nella capacità  delle indagini di stabilire la verità ;sapeva già come sarebbe andata a finire. Poi ci sarebbero gli assenti che avrebbero potuto fare la differenza, poi il ritardatario…In questo modo è sin impossibile che il Parlamento si pronunzi.Alla fine tra ritardi e dissidenze a chi interessa indagare sul rapporto tra polizia e cittadini? A pochi credo .Il che è grave in ogni caso, ed è un insulto al dovere civile di conoscere la verità.Certo si può recuperare  ma anche questa faccenda di Genova ,come le altre del resto,diventerà occasione di scambi,lanci di segnali e ricatti .Chi desidera che si faccia – programma o non programma – quel che è giusto e legittimo fare,s’è un po’ stancato di queste ali dissidenti e desidera un percorso piano che rispecchi la volontà espressa dalla maggioranza dei cittadini che si tratti di Genova o di Welfare, di pacchetti di sicurezza o di varianti di valico,i numeri sembrano non contare più e quand’è così,altro che democrazia,governano i ricatti e la confusione mentre c’è qualcuno che ancora vuol andare a votare con questa legge elettorale.Che amarezza.

Cul de Sac II (processi all’aria aperta)

Cul de Sac II (processi all’aria aperta)

Sarà anche una personale fissazione ma nella vicenda di Catanzaro, la fuga di notizie , che secondo Antonio Di Pietro non dovrebbe essere condannata perchè nel caso di Politici indagati, i cittadini hanno diritto di sapere, rischia di produrre effetti indesiderati, paralizzando le indagini sull’Inchiesta Why not. Proprio quello che non si voleva accadesse nell’interesse comune. Intanto a chi è giovata la bagarre? I cittadini non hanno capito granchè se non che il Guardasigilli ha probabilmente tentato di trasferire l’inchiesta quando ha scoperto, dai giornali, di essere indagato. Il che non è nemmeno detto, ne’ potrà mai dirsi, visto che oltre a non esserci con i tempi – l’ispezione è stata disposta prima che Mastella fosse indagato – nessun atto compiuto dal  Ministro  è eccepibile dal punto di vista formale o fuori dalle sue prerogative, che De Magistris era sotto ispezione anche ai tempi di Castelli , che l’inchiesta è stata avocata su iniziativa autonoma del Procuratore Capo e proprio a causa del clamore mediatico nonchè del presumibile conflito tra il magistrato titolare e il Ministro, e soprattutto che i processi alle intenzioni e le malizie servono ad alzare polveroni di cui francamente non abbiamo bisogno, tantomeno giovano alle indagini . Ciò detto non si capisce bene perchè Mastella dovrebbe dimettersi visto che a suo carico non emerge, almeno fin qui,  proprio nulla.Da questo punto di vista anche l’invocazione di Cesare Salvi – o l’inchiesta torna a De Magistris o andiamo tutti a casa – appare incomprensibile. In tutto ciò, il minimo che possa fare il Capo dello Stato è preoccuparsi per le sorti dell’inchiesta che passando di mano in mano rischia di arenarsi. Alla fine della fiera, atteso che il Consiglio Superiore della Magistratura deve ancora pronunciarsi, la fuga di notizie, che impropriamente passa per diritto all’informazione, ha prodotto solo danni. I processi in piazza negano l’essenza del Diritto che è tale proprio per sottrarre il giudizio agli Umori e ai Poteri.O si corregge il tiro o questo diventa un altro gigantesco cul de sac, non tanto per il Governo quanto  per l’ interesse di tutti.

Cul de Sac (the day after)

Cul de Sac (the day after)


Il giorno dopo la manifestazione della sinistra radicale , le posizioni,  come è ovvio,  rimangono invariate.Da una parte il testo del protocollo sul welfare così come è stato votato nella recente consultazione sindacale e dall’altra un pacchetto di 900 emendamenti a stesura dalla sola Unione che comprende le modifiche proposte sia dalla sinistra radicale che dall’ala moderata. Poi ovviamente ci sono anche quelle dell’Opposizione . Dal  gioco dei (triplici ) veti incrociati e con le votazioni a raffica (emendamento per emendamento, salvo accorpamenti , non sempre fattibili),il protocollo potrebbe uscirne addirittura peggiorato. L’ipotesi non è peregrina, tant’è che questa, attualmente, è una delle più grosse preoccupazioni del sindacato . D’altro canto Rifondazione,incassato il successo della manifestazione,non può tornare a casa senza un risultato, i punti forti, rispetto ai quali non intenderebbe recedere sono : l’abolizione della proroga di un anno dei contratti a termine e quella dello staff leasing. La quadratura di questo cerchio appare a tutt’oggi  impossibile mentre in assenza di eventuali mediazioni  (ma quali?) è credibile  che il governo scivoli proprio sul welfare con i risultati che si possono immaginare : di un nulla di fatto  per il pacchetto e conseguente ritorno al voto. E’ vero che Napolitano scioglierebbe le camere solo se costretto .Ma in questo gioco perverso ed incontrollato, potrebbero insorgere elementi tali da giustificare la decisione . Se così fosse, si sarebbe ascoltato il popolo, almeno quella parte che nella fine di Prodi ha visto l’unica soluzione utile. A fare cosa, non è dato sapere.Ce lo spiegheranno poi. Continua la condanna :  senza alcuni ( sinistra e moderati), non si vince e con quegli stessi , non si governa.Indirizzare  le aspettative è diventato a questo punto, una delle cose più difficili .

L’esprit du temps

L’esprit du temps

Cicciolina

Concludendo : massì azzeriamo ( come dicono i politolighi) e mandiamo tutti a casa (come dicono i comici).Delle riforme (istituzionale,elettorale etc) e della modifica della Legge 30, s’incaricherà il governo a venire. E noi? E noi …siamo sopravvissuti a Cicciolina sopravviveremo anche al Fenomeno®.

Parola di Romano

Parola di Romano

ProdiSi può essere o meno d’accordo con la politica del Governo ma non si può negare che, dopo una settimana dominata da discussioni sui nuovi modi della comunicazione politica,l’apparizione di Romano Prodi in televisione, ci abbia riconciliato con il valore della Parola intesa come strumento per produrre  dialogo,e non come oggetto contundente da scaraventare addosso agli intelocutori.Adottare un registro improntato più che alla semplice pacatezza, a quella civiltà che s’incarica delle argomentazioni dell’altro senza dovere per questo  rinunziare ad un linguaggio dirimente,rappresentano una fatica che importa un retroterra culturale e politico che a Romano Prodi non fa davvero difetto,impresa resa ancor più  difficile in una televisione in cui fa più sensazione il costo della buvette che l’aver riportato a livelli accettabili ,il disavanzo primario.Sarà anche letargico, poco incline agli effettacci dell’arte oratoria o a quella d’indovinare la cravatta, il Presidente, ma è di tutta evidenza che al Fare Politico servono rigore,diligenza,chiarezza e coraggio, non le definizioni rifritte o le denunce strillate ma l’indicazione dei percorsi con i quali procedere al superamento degli ostacoli.Lì si determina la Differenza e in tal caso, il linguaggio attraverso il quale ci si esprime, non è mai neutro. Romano Prodi ci ha trasmesso un po’ di chiarezza sugli orientamenti del Governo, senza creare aspettative con annunci trionfali (che pure gli sono stati vivamente richiesti) e riuscendo a parlare di risultati raggiunti.Che non sono pochi ne’ di poco conto.Anche se per sua stessa amissione, molto rimane ancora da fare. Stamattina invece, leggo che gli si imputa di appartenere ad una classe politica tutta chiacchiere e televisione.Può darsi. Ma visto che le nuovissime invettive invitano a scegliere con quali chiacchiere stare,io non ho dubbi : sto con quelle di Prodi.