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Mese: Novembre 2006

Il peso specifico della parola

Il peso specifico della parola

E voi dov’eravate.Cinque pagine sul numero dell’Espresso di questa settimana,dense di fatti, riferimenti e considerazioni .Roberto Saviano è così,fai fatica a seguirlo,devi corrergli dietro.Lo stile è appuntito,preciso eppure ridonda di particolari.Pare sempre che abbia fretta di mettere dentro i suoi scritti quanto più possibile di tutto quello che sa,che ha visto e che pensa.Forse più che fretta assomiglia ad ansia, la sua capacità di raccontare.

Su quel che dice si è discusso abbastanza: se sia o meno documentato, se la sua analisi delle cose sia corretta,se non abbia dimenticato questo o quell’altro particolare,se non si sia inventato addirittura tutto per diventare ricco, famoso, scortato e immortalato sulle copertine dei giornali tra vicoli ,panni stesi e condizionatori.E’ interessante seguire il filo logico dei detrattori o anche più semplicemente di chi vorrebbe ridimensionare la portata dei discorsi che ,va detto,è enorme e coinvolge settori della politica e dell’economia. A me sembra invece di poter coltivare qualche certezza che mi è data sicuramente dalla lucidità e dal costante “far tornare i conti” su tutto quel che esprime ma anche dalla volontà di rivendicare alla sua scrittura i connotati della denunzia e dell’impegno civile.

La cosa che genera scandalo è che uno scrittore, il mestiere considerato più innocuo e incapace di poter avere alcun tipo di forza sulla realtà, possa d’improvviso divenire responsabile di una luce che prima era sbiadita e sbilenca, di uno sguardo infame che spiffera ciò che si vuole celato, che urla quello che è sussurrato, che traduce in sintassi e insuffla vita a quello che prima era disperso in frasi frammentarie di cronaca e sentenze giudiziarie. La vita o la si vive o la si scrive, diceva Pirandello, eppure ci sono momenti in cui la vita, la si scrive per mutarla. Ciò che mi è capitato in questi giorni ha generato apprensione e scandalo, ma in realtà non per quello che è accaduto – dalle mie parti ciò che mi è accaduto capita a moltissime persone, quotidianamente e per molto meno – ma perché è accaduto a uno scrittore. Per uno scrittore il modo per innestarsi nel reale è raccontarlo. È uno scrittore che può congetturare, immaginare ciò che non vede. La sua immaginazione e la sua congettura però non seguono l’arbitrio della licenza poetica, ma sono strumenti necessari per avvicinarsi ancora più al vero in ciò che osserva: oltre ai nomi, ai documenti, alle sentenze, alle intercettazioni, ai fatti rispettati e ripresi.

Già…con tutta quella capacità narrativa e quel bel consenso editoriale e mediatico  perchè mai Roberto Saviano,non s’è dedicato al romanzo?Perchè non ha preso uno come Lovigino Giuliano e cambiandogli semplicemente nome e connotati,non ne ha realizzato,come merita un personaggio del genere, una potente figura di eroe (e poeta) negativo?Sai che goduria per il talento, potersi cimentare spaziando con la fantasia, sai che riconoscimenti e che premi, per aver saputo irradiare intorno all’archetipo del boss ma anche delle ambientazioni, ancora un po’ di luce,di ambiguità, di sana contraffazione culturale.Come sarebbero suonate più tranquillizzanti per Saviano e per gli altri le parole che stanno in fondo ai romanzi e ai film che si rispettano ” I fatti i luoghi e i personaggi di questo romanzo sono immaginari.Qualunque riferimento a fatti personaggi e luoghi realmente esistenti è puramente casuale”.

Niente da fare,Saviano non ne vuol sapere di essere innocuo perchè nulla è statico,delimitato,univoco nel mondo e nel tempo in cui si trova Napoli e allora  anche l’utilizzo dei linguaggi oltrechè le analisi di maniera ci allontanano dalla realtà.Figuriamoci la letteratura che della realtà è l’imitazione.Il ricorso a vocaboli come plebe lazzari subculture,il tentativo di far passare quel che succede oggi come l’esito della sconfitta dei giacobini nel 1799 fanno parte di quella vasta gamma di interpretazioni abusate,di comodo,chiunque se ne sia allontanato è stato lasciato solo.

A me invece sembra così giovane ,piena di promesse e condivisibile questa caparbietà di andare oltre il “tutto è finito” attraverso la scrittura che è racconto delle cose come stanno,come le si vedono :

Avere una parte, essere in grado di capire ancora che natura ha un paese, in che condizioni si trova, come avvicinarlo con uno sguardo che voglia vedere, vedere per capire, per comprendere e per raccontare. Prima che sia troppo tardi, prima che tutto torni ad essere considerato normale e fisiologico, prima che non ci si accorga più di niente.

 

Désirs d’avenir

Désirs d’avenir

Je voudrais dire tout le bonheur que je ressens.Je mesure l’honneur qui m’est fait par tous les militants qui sont venus qui sont venus voter massivement. Ils sont en train de me donner un élan.C’est le peuple qui s’est mis en mouvement, ce sont les militants qui se sont mis en mouvement : ils ne seront pas déçus. Nous allons ensemble construire quelque chose d’extraordinaire.

L’heure est désormais au rassemblement.
Nous allons, tous ensemble, gravir cette montagne

Je vis intensément ce moment de bonheur.
Ségolène Royal

Il seguente messaggio  che aveva per oggetto “Bonne Chance” – Privilège du décalage horaire, la Polynésie a commencé à voter. Nous sommes confiants et espérons que nous aurons amorcé la Victoire” – è arrivato  al forum ospitato nel sito di Ségolène Royal , Désirs d’avenir. prima ancora che in Francia si aprissero i seggi.Poi ce ne sono stati altri ma è stato chiaro fin da subito che madame ce l’avrebbe fatta.Oltre il 60% di consensi e migliaia di nuovi iscritti per sostenere la sua candidatura alle primarie prima e all’Eliseo in futuro.
Bonjour,Ce site est un forum participatif (partecipatif è una parola chiave della campagna di Ségolène) Questo il messaggio di benvenuto del suo sito.Tutto si può dire di lei fuori che non sia una grande comunicatrice.L’ instancabile  opera di tessitura rappresentata nell’immagine qui sopra, i novantacinque dipartimenti francesi più Guadalupe,Guyane,Martinica,Reunion,Polynesie francaise,Nouvelle Caledonie,Mayotte,Wallis et Fortune,più la sezione dei Francesi all’estero, ospitano decine di “comités" le cui attività autonome sono state pubblicizzate e coordinate attraverso il sito,ne sono una prova .
Ségolène ha vinto grazie  a una ferma volontà di fare chiarezza,di dialogare, di interagire con gli elettori.In questa operazione Internet è stata per lei un’alleata preziosa.Rispetto ai siti statici e autocelebrativi dei politici, quello della Royale sembra un alveare,con links riassuntivi dei dibattiti nei forum (iniziativa indispensabile,  vista la naturale anarchia delle discussioni on line),l’indicazione dei blog ufficiali dei comitati ma anche quelli dei singoli militanti o simpatizzanti.Una vera “rete" di dibattito si intreccia e si dipana intorno al programma riassunto in punti-chiave.In un’epoca in cui la partecipazione dei cittadini sembra essere il retaggio di epoche lontane Ségolène sembra aver trovato la chiave comunicativa ideale ,e non sono i suoi abiti discreti o il bell’incedere ma l’aver puntato da subito a quel desiderio di svolta,di cambiamento di cui i francesi dichiarano di avere urgente bisogno e di avere affidato il messaggio ad una campagna capillare di nuova generazione..Circa settantamila sono state le nuove iscrizioni al partito socialista che sono passate per il sito.Il popolo dei “venti euro” come viene chiamato ha addirittura trasformato il volto del partito.Ma Ségolène vince anche per l’estrema pragmaticità del suo messaggio politico.Parlare chiaro senza snaturare l’identità socialista ma senza rimanere troppo vittima del partito.Forse un passo in avanti rispetto a quel recupero di classi popolari sfuggite alla sinistra francese e finite sotto l’influenza dell’estrema destra.
Panopticon

Panopticon

l filosofo e giurista Jeremy Bentham nel 1791 ideò questo modello di costruzione detentiva di cui parla Michel Foucault nel suo libro “Sorvegliare e Punire” sottotitolo Nascita della prigione.

 

All’esterno un edificio ad anello , al centro una torre tagliata da grandi finestre che si aprono verso la faccia interna dell’anello stesso. La costruzione periferica è divisa in celle.Esse hanno due finestre una rivolta verso l’interno corrispondente alla finestra della torre e l’altra verso l’esterno, che permette alla luce di attraversare la cella da parte a parte.
Alla periferia una costruzione ad anello.Al centro una  torre tagliata da larghe finestre che si aprono verso la faccia interna dell’anello,la costruzione periferica è divisa in celle che occupano ciascuna tutto lo spessore della costruzione,esse hanno due finestre una verso l’interno corrispondente alla finestra della torre,l’altra verso l’esterno permette alla luce di attraversare la cella da parte a parte.Basta alloa mettere un sorvegliante nella torre centrale,ed in ogni cella rinchiudere un detenuto,un pazzo,uno scolaro.Per effetto del controluce,si possono cogliere dalla torre i prigionieri nelle celle.Tante gabbie,altrettanti piccoli teatri ,in cui ogni attore è solo perfettamente individualizzato e costantemente visibile.Ciascuno al suo posto,rinchiuso in una cella è visto di faccia dal sorvegliante,ma i muri laterali gli impediscono di entrare in contatto con i compagni.E’ visto ma non vede,oggetto di un’informazione,mai soggetto di una comunicazione.
Lo stato di cosciente visibilità del detenuto, assicura il funzionamento automatico del potere anche in assenza di sorveglianti.Questo sistema garantisce disciplina, l’isolamento dei detenuti evita ribellioni.
L’assoggettamento reale nasce meccanicamente da una relazione fittizia, in modo tale che non c’è bisogno di far ricorso alla forza per costringere un condannato alla buona condotta,il pazzo alla calma,l’operaio al lavoro,lo scolaro all’attenzione,l’ammalato all’osservanza delle prescrizioni.Il panoptismo costituiva il procedimento tecnico della coercizione.Esso non ha cessato di operare in profondità delle strutture giuridiche della società,per far funzionere i meccanismi effettivi del potere contro il quadro formale che questo si era dato.

Scuola scuola scuola

Scuola scuola scuola

In meno di due giorni la scuola viene invocata (Scuola Scuola Scuola) da Umberto Galimberti e Giuseppe Fioroni entrambi su “Repubblica”,per l’episodio infelice del ragazzo molestato,picchiato,in classe sotto gli occhi indifferenti dei compagni e dell’insegnante e perchè, avendo qualcuno immancabilmente filmato e immesso in Rete la prodezza,ognuno cliccando ha potuto farsi un’idea di come venga accolto benevolmente un giovane, con problemi di vista e udito,in certe scuole.Doppia problematica dunque al vaglio di ministro e insigne professore : c’è chi mena, chi le piglia,chi immortala e molti stanno a guardare,vicini e lontani che siano.

Dice Galimberti “i compiti che vengono affidati agl’insegnanti sono molti ma prima ancora di insegnare l’educazione civica impartita per avviare al rispetto delle leggi,la scuola dovrebbe indagare se i fondamentali della natura umana sono ancora presenti e attivi nei ragazzi che ogni giorno vanno a scuola e poi una volta a casa accendono il computer per identificarsi con l’aggressività malsana che fraintende la crudeltà con la forza e l’affermazione della propria identità con l’accanimento fisico sul più debole e il più indifeso.

Scuola Scuola Scuola, conferma il giorno dopo Giuseppe  Fioroni, “faremo la nostra parte” anche se poi  i ragazzi  a scuola stanno poche ore e per il resto sono ostaggio dei videofonini,televisione e videogiochi, che  vanificano lo sforzo degl’insegnanti, come svuotare il mare col cucchiaio.Morale : tutta la società dev’essere coinvolta.”Il processo educativo ha bisogno di tanti attori e con questa sproporzione di forze l’azione educativa della scuola, per quanto appassionata e incisiva rischia di essere insufficiente” 

Passa un altro giorno e un ulteriore episodio torna a occupare le cronache.Una professoressa è indagata per violenza sessuale aggravata e corruzione di minore ai danni di alcuni suoi alunni.Una storia da appurare ma , vera o falsa che sia,  egualmente preoccupante, intanto per gli aspetti al contorno : ,la scuola media di un piccolo centro, (quindi un centinaio, forse più, di ragazzini dai 10 ai 13-14 anni) sbattuta in prima pagina.Il preside che per difendersi non trova altro che sventolare i programmi di educazione sessuale svolti  tesi a dimostrare la tesi che “senza affettività non c’è sessualità”(bah).L’equipe psicologica il cui lavoro però non impedisce ai ragazzi interessati alle presunte vittime,di andarsene in giro per il paese a raccontare la propria versione o a rilasciare interviste.Domani, c’è da giurarci,avremo anche i commenti di scandalizzate famiglie e dopodomani l’Indagata, di spalle e con voce contraffatta andrà a difendersi in televisione, badando bene di scegliere il contenitore domenicale che più le giova all’ora di massimo ascolto.

I giornali del resto riportano già  di uno spaesamento della donna che insegnava matematica in copresenza,cioè insieme ad una collega “per non lasciarla in balia di alunni scalmanati” spiega il preside – o di lamentele  di parenti degli alunni per i di lei atteggiamenti con i ragazzi,eccessivamente complici,pare. 

Tutto concorre a configurare un quadro secondo il quale questo guaio dovesse essere in lista d’attesa.Doveva proprio succedere il peggio perché si decidesse di porre rimedio al disastro?La scuola dell’obbligo che boccia per ben due volte un ragazzo,(la presunta vittima) non dovrebbe essere di per sè allertata intorno ai problemi dell’apprendimento e oltre ?

E una volta scoppiata la bomba,in questa piccola comunità della civile Lombardia,c’è qualche autorità, sindaco, preside sacerdote o  usciere che si preoccupi, oltre che di comparire in televisione,di proteggere  i minori, quelli direttamente interessati  ma anche gli altri, dagli assalti della stampa,dalle domande imbarazzanti, da un’esposizione mediatica che le loro giovani età non sono pronte a sopportare?

Scuola Scuola Scuola …ma sono poi tanto sicuri Fioroni e Galimberti che qualcuno risponderà all’appello?Certo la scuola non è tutta così e  di sicuro ci sono tanti insegnanti e dirigenti scolastici che cercano di fare il proprio dovere ma nonostante ciò,siamo proprio sicuri di poter affidare a questa scuola missioni salvifiche che vanno dall’insegnamento del rispetto della legalità,del valore positivo della solidarietà,della tolleranza,del rispetto? E come,con quali risorse , visto lo sfracello, intenderemmo fosse svolto  questo insegnamento?E soprattutto da chi?

Istituzioni di tavoli,apertura di portali , intensificazione di letture dantesche,visite ai musei e scambi culturali con l’Africa nera?Basta il programma di “educazione sessuale” per impedire l’inverarsi di episodi come quelli descritti?

Se manca una scuola pubblica di qualità  non c’è problema che possa essere risolto.Ovvero come dice Domenico Starnone La scuola ha bisogno di essere ripensata a partire da quello che accade nelle classi, dietro la porta chiusa, e fin su in cima al ministero; e allora non bisogna gridare scuola scuola scuola e prendersela coi videotelefonini e istituire tavoli, ma fare, fare, fare, bene e subito. A meno che non si creda che i mali stranoti dell’istituzione si curino con i buoni propositi e le invocazioni rituali.

Repubblica 12 novembre 2006  Botte al Down ,spopola il video di Umberto Galimberti

Repubblica 13 novembre 2006  Un fronte comune contro la violenza di Giuseppe Fioroni

Il Manifesto 15 novembre Non nominate la scuola invano di Domenico Sta

Ségolène

Ségolène

Quest’estate Paris Match ha pubblicato le sue foto in bikini. I suoi concorrenti nel PS hanno cominciato ad attaccarla prima di tutto in quanto donna.Lunedì sera,in una delle ultime riunioni con i militanti prima del voto delle primarie.Ségolène ha ricordato polemicamente le frasi sfuggite ai suoi sfidanti dopo la sua ultima dichiarazione di candidatura per l’investitura socialista nel 2007 :Ma adesso chi si occuperà dei bambini (Fabius) o “avrebbe fatto meglio a restare a casa invece di venirci a leggere le sue schede di cucina” (Strauss Kahn).L’effetto di questi tentativi di ridicolizzazione sono stati del tutto controproducenti,hanno dato la dimostrazione che la società è più avanti dei suoi politici,problema del resto venuto alla luce su numerosissime altre questioni,Ségolène  Royale ha scompaginato la pre campagna delle presidenziali a sinistra.E’ accusata genericamente di populismo per il suo modo di affrontare alcune questioni tabù a sinistra ( la sicurezza,i problemi della scuola,il controllo popolare sull’operato dei politici) e di seguire l’opinione pubblica con gli occhi fissi sui sondaggi,invece di porsi come “guida del popolo”.L’obiettivo di Ségolène  è uno solo : recuperare  l’elettorato popolare che la sinistra ha perso ” Più le insicurezze sociali quotidiane e la precarietà  guadagnano terreno,più i francesi hanno il mal di Francia” afferma nella sua dichiarazione di candidatura.Di qui la promessa dell'”ordine giusto” alle classi popolari,non solo in campo economico e sociale ma anche per le questioni della sicurezza.L’altra idea è la “democrazia partecipativa”,per i cittadini,proposta quest’ultima  che le è valsa l’accusa di voler introdurre i Soviet o di ritornare ai Giacobini. Comunque la si veda però ,Ségolène rappresenta l’esigenza indubbia di un rinnovamento nella politica.