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Mese: Dicembre 2006

Schegge di Pensiero Unico

Schegge di Pensiero Unico

Una concezione “debole” della persona indebolisce tutto l’impianto dei diritti umani,rende cioè più facile esporre l’uomo all’arbitrio della violenza e della sopraffazione.Anche i diritti umani dunque che pongono alcuni valori assoluti come la dignità inalienabile dell’individuo, dovrebbero avere un fondamento assoluto e non relativo.

Benedetto XVI in occasione della giornata mondiale per la pace

Questo è il Lesotho una piccola enclave, circondata dal Sud Africa. Due milioni di abitanti.Trecentosessantamila di loro ha contratto il virus dell’HIV Qui, è ammalato un adulto su tre. Certo, c’è chi sta peggio, e non bisogna andare molto lontano: il Botzwana e lo Swaiziland sono proprio lì, a due passi. Questi due paesi hanno percentuali ancora più alte. Però il Lesotho fra i tre paesi con la più alta percentuale di persone contagiate, è quello più povero. Non può pagarsi nulla. Nulla, neanche i profilattici. Visto che in questa parte dell’Africa un uomo può disporne di quattro all’anno. Il nuovo ambasciatore del Lesotho ne parla al papa e Benedetto XVI, gli dice che la Chiesa, farà di tutto per aiutare quel martoriato paese. Lo farà diffondendo un messaggio. Che contiene un pensiero. Sempre lo stesso. Questo: “La via migliore per fermare la diffusione dell’Aids è la fedeltà nel matrimonio e l’astinenza al di fuori di esso”.

Lui è Piergiorgio Welby,mentre aspettava (già…l’attesa ) l’esito del ricorso presso il Tribunale di Roma è arrivata invece puntuale, la sentenza di Ratzinger che ha stabilito essere, la vita da difendere,l’atomica e gli embrioni,  legati tra loro da un fil rouge e che come logica conseguenza, eutanasia e aborto minano la pace. Il magistrato di Roma in compenso ha giudicato “inammissibile" il ricorso di Piergiorgio.Il paziente,dicono le motivazioni, ha diritto a rifiutare le cure, anche se l’interruzione può provocare la morte… ma il ricorso viene lo stesso respinto perché il medico, non sarebbe coercibile.Questo accade perchè l’ordinamento giuridico attuale non contiene una disciplina sufficientemente dettagliata, soprattutto sulle modalità con cui il diritto di Welby va imposto al medico.Solo la determinazione politica e legislativa, facendosi carico di interpretare l’accresciuta sensibilità sociale e culturale verso le problematiche relative alla cura dei malati terminali… può colmare il vuoto di disciplina”.Il poche parole il magistrato chiede, di fatto, che sia il Parlamento a intervenire con leggi apposite.Sentenze differenti,si capisce,tuttavia le motivazioni del giudice,avverso le quali, io spero fortemente che gli avvocati di Welby si appellino ( e vincano),non sono del tutto peregrine.Su quelle di Ratzinger invece ci sarebbe da discutere moltissimo ma il punto di vista filosofico-religioso scompare rispetto all’aria scandalizzata che assumono certi parlamentari quando si parla di indebite ingerenze.- E che vogliamo mettere il bavaglio al papa? – macchè ..facciamo però in modo che il papa non lo metta a noi.Non che si pretenda la luna ma che almeno i giudici chiamati a decidere dispongano di strumenti idonei altrimenti, se fosse  vero quel che dice la senatrice Binetti (sempre lei) e cioè che “dalle istituzioni non può arrivare nessuna risposta a Piergiorgio Welby, a parte l’espressione della piena solidarietà umana” oltre che il Parlamento, già inservibile per i pacs (“che si sposino”, fu la sintesi binettiana) chiudiamo anche i tribunali e facciamo fare tutto a Sacra Corona.Se la laicità comporta incontrare e discutere le idee dei credenti ,i credenti devono rendere disponibili al dialogo idee e non dinieghi,tanto più se rafforzati da ricatti su maggioranze fragili e precarie.

 

 

Miss Dewey

Miss Dewey

Per chi ,pur lavorando alla Verniciatura, sogna un’assistente portoricana (perfettamente integrata stile newyorkese) e un ufficio con vista sulla soprelevata e i grattacieli ma non si può  permettersi manco un’agendina Filofax,c’è  Miss Dewey .Aspettando la versione che faccia impazzire anche noi ragazze,eccola.

NB : E’ solo un motore di ricerca (da non perdere l’aria severa,impaziente ed efficiente,)

Nel dominio della fisicità

Nel dominio della fisicità

La storia racconta che le donne occidentali non hanno mai avuto diritto a un corpo e ad una bellezza naturali . Il loro seno è stato appiattito o sollevato, la vita cancellata o assottigliata sino a morirne, i fianchi e il sedere piallati dai busti o enfatizzati da crinoline e panier, i capelli rasati alla fronte oppure gonfiati da parrucche e posticci, i volti imbiancati dalla cipria o arrossati alle guance, le sopracciglia rasate  e ingrossate. Ci sono state epoche in cui le donne alla moda erano opulente, materne, oppure mascoline. Oggi la moda le vuole finte, con un corpo inventato, sottile qua e gonfio là ed è il mercato della visibilità a dettare le regole : seno a palla rifatto ed esposto, gambe infinite su ipertacchi impraticabili, labbra gonfiate, via ogni filo di grasso in più, con diete o ripetuti interventi chirurgici. E poi capelli lunghi e lisci sorriso continuo in televisione, broncio desolato in passerella. Età : prima dei quaranta sei fuori come la bellissima Nicole Kidman che ha perso la sua luminosa grazia con il lifting e sta accaparrando ruoli su ruoli in attesa della sua personale apocalisse. Ma poteva l’immenso mercato del corpo accontentarsi delle donne? Così l’angoscia per il proprio corpo è dlagata tra gli uomini e la loro da sempre diffusa ansia da prestazione  si è spostata dal sesso all’estetica. E’ nata la mistica della maschilità con le sue riviste che a poco a poco hanno messo da parte l’ipocrisia di voler insegnare agli uomini come piacere alle donne, per concentrarsi sul piacere soprattutto a se stessi. Con Max l’avido aspirante alla virilità da copertina, trova il photobook con manifesto starring di Fabio Cannavaro, massima icona virile del momento, testa rasata, sorriso perfetto, torso nudo, guerriero giapponese tatuato sul braccio. Il corpo come banca, come mercato, come patrimonio, dopo gli dei , le rivoluzioni e i mercati finanziari, il corpo diventa il criterio di verità. Solo il corpo dura, solo il corpo permane. Riponiamo in lui tutte le speranze e da esso ci aspettiamo una realtà che altrimenti ci sfugge. Il corpo è diventato il centro di tutti i poteri, l’oggetto delle nostre aspettative. Ma quale corpo?Un corpo irreale costruito, trasfigurato, desiderato, bugiardo. Continuamente promesso e quasi mai ottenuto: dalla televisione e daii giornali di gossip degradato, le riviste di moda mostrano una gran moltitudine di ragazzi e ragazze di grande bellezza momentanea e intercambiabile. E’ come se il mondo fosse popolato dalla giovinezza, mentre chi guarda ne è escluso, costretto in una condizione ancorata alla bruttezza, alla malattia, all’invecchiamento e alla morte che si dibatte nella precarietà finanziaria, aspetta mesi una visita medica, non ha accesso al fervore e alla creatività tcnoscientifica che fornisce pezzi di ricambio al corpo in dissesto. E se è donna sa che il suo corpo decantato come prezioso, libero e vincente corre il rischio di essere violato, che alimenta il feroce dissidio tra l’ Islam che lo asservisce  occultandolo e l’Occidente che lo umilia denudandolo, che quando in Italia la politica discute sui temi che riguardano il corpo, come nella fecondazione assistita, prevalgono la Chiesa il Moralismo la Diffidenza, l’imperio sui bisogni e sui diritti. Nell’era del corpo trionfante, il corpo nemico da dominare, annientandolo, non passa  dalla moda ma da Internet:I siti pro Ana sono movimenti underground dove si lancia l’appello a dimagrire a oltranza come una forma di protesta e opposizione al mondo degli adulti. Tra i dieci comandamenti, seguiti dalle ragazzine che per riconoscersi portano il braccialetto rosso, “tu non sarai mai troppo magra”, “essere magri e non mangiare,sono segni di vera volontà di potere e successo”. Il corpo dissacrato passa invece dai reality show di sopravvivenza.C’è un piacere feroce dello spettatore nel constatare come all’inizio erano in forma i corpi dei partecipanti di ignota fama e come a poco a poco quei corpi si ammalano, dimagriscono. Il corpo fa spettacolo anche se corrotto ed imbruttito, perchè nei limiti della fiction, dello show del virtuale, purchè faccia dimenticare  il corpo reale, quello difettoso, vivo e che conosce la sofferenza e la fine.

Simulacri di Pasqua (anche se è quasi Natale)

Simulacri di Pasqua (anche se è quasi Natale)

In un capitolo del suo libro “Collasso”, il  biologo e geografo Jared Diamond racconta l’affascinante e terribile storia dell’Isola di Pasqua,l’isolotto al largo delle coste cilene nell’oceano Pacifico, un tempo ricco di risorse e di vita. I suoi abitanti furono presi da una razionale follia che si manifestava in una gara di potenza tra clan su chi costruisse  e installasse le più mastodontiche rappresentazioni delle proprie fattezze umane.

Nel corso di tre secoli questa corsa al successo e al prestigio determinò il deserto ,furono abbattuti i grandi banani i cui tronchi servivano a trasportare i massi di pietra.La vegetazione si ridusse ad arbusti,,sparirono gli animali di terra e gli uccelli.Senza i tronchi per le canoe anche la pesca cessò.Gli abitanti finirono con l’abbrutirsi mangiando topi e infine divorandosi tra di loro e poichè avevano abbattuto anche l’ultimo albero fu preclusa loro persino la possibilità  di abbandonare l’isola.

Le insensate statue che fissano l’oceano con sguardi di pietra, raccontano la storia di una società tanto cieca rispetto al proprio avvenire, che si dice debba essersi fidata fino all’ultimo  delle parole di qualche Grande Rassicuratore che per non dispiacere al suo popolo e lasciarlo proseguire nella follia distruttrice,non usava altro che espressioni ottimistiche.I mostri dell’isola richiamano alla mente la credenza diffusa secondo la quale una classe politica è lo specchio del Paese che rappresenta.In realtà ,ai suoi diversi livelli,la classe politica seleziona i propri riferimenti sociali, evidenziandone alcuni ed oscurandone altri.Stabilendo rapporti con i primi e tagliando con i secondi.Per poterla governare,deve dare della società, una rappresentazione e lo fa scegliendo dalla stessa, le istanze di cui vuol farsi portatrice per acquisire i consensi necessari a mantenere o a migliorare la propria posizione, secondo la legge ferrea dell’autoconservazione delle èlite.La classe politica è chiamata a selezionare nel caos contraddittorio delle istanze sociali nel quale però si deve fare una prima disinzione a seconda della prospettiva in cui si collocano : individuale ed immediata  oppure collettiva  e duratura.Destra e sinistra,progressisti e conservatori sono distinzioni importantissime ma vengono dopo e sono interne a quella principale, tra coloro che sanno interessarsi solo al loro presente e coloro che sanno concepirlo come premessa di un avvenire comune.In questa distinzione traspare il pericolo della catastrofe della democrazia  e nel concetto di Libertà non coniugato con quello di Responsabilità, la tendenza a curare illimitatamente i propri interessi anche a costo di dissipare i beni collettivi e duraturi che assicurano l’avvenire.Per legare a sè questo popolo di liberi ed irresponsabili non c’è niente di meglio che prima diffondere la paura di quanto non può essere sotto controllo e poi dissiparla.Più che un Grande Fratello,rimarrà al potere un Grande Rassicuratore.Se le diseguaglianze del mondo aumentano,perchè preoccuparsene?Forse non è così vero,forse è colpa di quei governi.Se l’acqua scarseggia,la desertificazione avanza e l’Aids continua a mietere vittime,nessun problema.Basta non parlarne più e poi si trova sempre qualche scienziato che non è d’accordo.In questo quadro  l’unica speranza risiede in soggetti attivi e dissenzienti rispetto all’uniformità e all’improduttività spirituale imposta dalla società mondiale dei consumi,attivi soprattutto nell’elaborare valori,punti di vista e bisogni differenziati rispetto a quelli dominanti e che sia in grado di inserirli in un sistema aperto di connessioni tra strutture sociali,circoli, movimenti, associazioni club.Nella società civilizzata più che civile è riposta la speranza di una politica che non sia di pura sopravvivenza a breve termine,non appiattita sui suicidi interessi particolari.Una classe politica non totalmente dedita alla riproduzione di se stessa,farebbe bene a prestare attenzione e anzi a valorizzare questa risorsa della vita sociale.E’ solo qui che si possono trovare le energie che aiutano a vedere più in alto delle piccole cerchie di interessi egoistici.L’alternativa è il circolo visioso delle forze in competizione particolaristica che si votano all’autodistruzione senza nemmeno rendersene conto.

Collasso è un libro di Jared Diamond edito da Feltrinelli nel 2007