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Anno: 2007

Macchiavelli per imprenditori hip hop e altro

Macchiavelli per imprenditori hip hop e altro

 

Mi aveva meravigliato sapere che i due volumi di Robert Greene ,uno intitolato Le 48 leggi del Potere e l’altro Le 35 strategie della Guerra, facessero parte delle consultazioni abituali di Bill Gates, Fidel Castro, Tony Blair e di molti altri capi di stato.Visti da lontano quei due testi avevano tutta l’aria del tipico prodotto americano di stampo comportamentista – “Come lasciare vostro marito in tre giorni” o “Come trovare un lavoro che vi renderà ricchi e soddisfatti”-.La lettura di entrambi, ha rivelato tutt’altra natura,  confermando così, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto i pregiudizi (pseudo)culturali siano i peggiori nemici di chi insegue un po’ di conoscenza .Anzi a tal proposito  c’è solo di che dispiacersi che il terzo volume The art of Seduction non sia stato ancora tradotto.Somigliante in parte ad manuale Tao di quelli che facevano impazzire i managers di wall street negli anni ottanta,Le 48 leggi del potere è strutturato in altrettanti capitoli recanti ognuno la legge,la sentenza, l‘osservanza della legge, la chiave e l’opposto.Un ricco corredo di riferimenti e note a margine (il margine laterale …e in rosso per giunta)  derivanti da indagini storico filosofiche  svolte con accuratezza, arricchisce la trattazione contribuendo in maniera appropriata alla corretta lettura particolarmente delle sentenze.Il potere di cui trattasi non è considerato mai in chiave di  esclusivo tornaconto personale e seppur alla legge n 11 si può leggere : Rendete le persone dipendenti, la n 26 recita senza dubbio  Preservate pulite le vostre mani. Dice Greene che aspirare al potere non è male,tutti noi lo facciamo chiedendo semplicemente attenzione ma siamo anche molto ipocriti rimanendo così mezze volpi o mezzi leoni affetti da sentimenti biblici di gelosia ed avidità.Dice anche che il suo più grande desiderio è che la  legge n 22 l’arte di sapere quando fermarsi  possa servire a lasciare l’Iraq.Robert, democratico convinto, infatti con i suoi libri  sembra più voler contrastare la gestione distorta del potere e i suoi squali, indicando strade e comportamenti che non siano di piagnucolosa autodifesa.Non stupisce quindi apprendere come le quarantotto leggi siano diventate la bibbia dei rapper alle soglie della seconda evoluzione del hip hop .Superata la cultura gangsta o dello spaccone di strada, gli artisti neri hanno capito che per uscire dalla trappola dello sfruttamento discografico dovevano diventare imprenditori di se stessi,creando le loro etichette.Le 48 leggi che non richiedono una lettura lineare, facevano al caso loro.Tanto che l’ineffabile Robert sta lavorando all’edizione pocket delle 48 leggi per ragazzi di strada con la collaborazione del rapper e neoimprenditore 50 cent. Reintitoleranno l’opera le 50 leggi.

Uno uomo che voglia fare in tutte le parte professione di buono,

conviene rovini infra tanti che non sono buoni.Onde è necessario a

uno principe,volendosi mantenere,imparare a potere essere non

buono et usarlo secondo la necessità.

Il Principe  Niccolò Macchiavelli 1496 1527

Le 48 leggi del potere è un libro di Robert Greene  tradotto in italiano da Angelini,Bua Manganello,Menga ed edito da Baldini Gastoldi Dalai editore

 

Bloggare stanca ( a dull boy)

Bloggare stanca ( a dull boy)

Non il coltellaccio da cucina con il quale Jack,rincorre sua moglie,non il giardino labirintico,non l’Overloock Hotel affollato di orribili proiezioni e reminescenze.Il dramma di Jack è tutto in quella macchina da scrivere e nel ripetersi ossessivo della stessa frase : Molto lavoro e poco divertimento fanno di Jack un malaccorto.Solitudine e alienazione, in luogo del romanzo che tutti credevano stesse scrivendo.

La polonaise (il voyeurismo come lo conosciamo noi)

La polonaise (il voyeurismo come lo conosciamo noi)

Cosa avesse di diverso il bukkake americano da quello giapponese non ci fu dato sapere,poichè nella fretta di distruggere le prove, ripulimmo la scena del crimine da ogni traccia del passaggio dell’anonimo polacco ancorché distributore di commenti in calce ad un post marassiano su Erba e l’informazione (buona, cattiva,  negata, scioperata, etc). Una squadernata Off Topic di inequivocabili  links il più innocente dei quali recitava bollente indescrivibile madre.Pensando che il bukkake attiene al genere prestazione umiliante, a me è venuta subito in mente  Abu Ghraib.L’america quantomeno c’entra.Ma la perla di quell’elenco rimane secondo me  attraente nonne urinate laddove l’incerta traduzione non lascia intendere se ad essere attraenti siano le nonne o la funzione indicata, liberando così le fantasie più estreme.E se son nonne vuol dire che stavolta butta male per le altre.C’è ancora speranza.

L’illustrazione è stata gentilmente (ora non esageriamo) concessa da Riccardo (Marais) Marassi,che ne è anche l’autore, in cambio ha preteso una barca con un numero imprecisato di alberi , due supplì ,quattro zeppole e (la solita) gratitudine eterna

Counterinsurgency !

Counterinsurgency !

Poichè da qualunque parte oramai viene detto che  la Prima Potenza Mondiale, nonostante l’ingente dispiego di uomini, mezzi e quattrini,non sappia fare la guerra ( a parte i bombardamenti a tappeto di centinaia di chilometri  prima e oltre l’obiettivo,le torture,la vaporizzazione di gas venefici e  le impiccagioni all’albero più alto) ma soprattutto fronteggiare la guerriglia, ecco qui servito il  pilastro militare della nuova strategia irachena di George W. Bush. E’ tutto contenuto in un libro di 280 pagine con una copertina uguale alla tuta mimetica dei soldati al fronte. Il titolo è di una sola parola: “Counterinsurgency”, Antiguerriglia. Trattasi del manuale antiterrorismo in dotazione ai capi dei marine e dell’esercito americano preparato meno di un mese fa nel quartier generale del Pentagono dalle migliori intelligenze dell’esercito americano, coordinate dal generale con laurea a Pricenton David Petraeus.Leggere il prontuario aiuta a capire che cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi a Baghdad e nella provincia di Anbar, dove i rinforzi americani (21.500 nuovi soldati) e il rinnovato impegno iracheno (altri 10 mila uomini) proveranno a spazzare via milizie scite  e sunnite da due zone distinte del paese.  Non ci saranno potenti azioni militari su vasta scala come a Fallujah, piuttosto una continua, costante e quotidiana presenza sul territorio dei militari americani, affiancati agli iracheni, in tutti i quartieri oggi in mano agli insorti. L’obiettivo è quello di liberare le zone non controllate governo iracheno e di avviare seduta stante, con la protezione dei soldati, la ricostruzione.Dev’essere  dopo la lettura di una simile notizia che Michael Moore si è risolto a scrivere una lettera aperta a Bush “Capo, dammi retta,l’unico modo per sfangarla stavolta è inondare l’Iraq con milioni di noialtri,per far fuori un paese di ventisette milioni di abitanti devi mandare laggiù almeno ventottomilioni di americani.Così ventisette milioni accoppano un iracheno ciascuno,l’altro milione ricostruisce il paese.Facile.Ma, burlonate e prontuari maculati a parte,George W. Bush è alla ricerca disperata di una nuova strategia che gli valga se non la vittoria,  quantomeno il prender tempo, quel tanto che basta a far ricadere le responsabilità del flop sul suo successore.Resta da vedere se il Congresso, oramai a maggioranza democratica e che ha il potere di bloccare i finanziamenti alla guerra in Iraq, si attesterà sul mandato conferito dagli elettori a novembre, che era con molta nettezza di contrarietà alla guerra.Nel frattempo si prepara un’ imponente mobilitazione a Washington per il 27 gennaio proprio allo scopo di rammentare agli eletti che il popolo americano non è interessato ad una nuova direzione in Iraq ma come raccomanda il cartello tra le mani della bella ragazzina dell’immagine,ad uscirne.