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Anno: 2007

Cambiare musica (tra Acerra, Giugliano, Qualiano,Torino, Vicenza..)

Cambiare musica (tra Acerra, Giugliano, Qualiano,Torino, Vicenza..)

Torino 25Qualcosa  di buono comincia ad arrivare da Torinofilmfestival, nelle sale intendo, la Stampa e le Televisioni sono stati invece un  po’ più parche, anche se Moretti  ha ringraziato i giornalisti per aver scritto di cinema e non d’altro, come puntualmente accade ai Festival. Grande assente : Filmcritica che in un suo comunicato dice cose giuste, apprezza il lavoro del Direttore ma poi lamenta l’invadenza della Politica,l’allontanamento di alcuni organizzatori storici della Manifestazione e tanto per cambiare, la perdita d’identità della sinistra.Moretti insomma, avrebbe dovuto rimanere fermo sul proposito iniziale  (gran rifiuto ) e non lasciarsi convincere ad accettare l’incarico.Ma se l’analisi è corretta, se le ingerenze della Politica aprono una falla nel sistema culturale del paese , motivo in più, per una rivista storica ed apprezzata, di esserci e documentare ogni evento.Ritirarsi sdegnati non ha mai giovato a rafforzare alcuna identità. Invece,dati alla mano, l’avere ricevuto l’impronta personalissima del Direttore , ha giovato al Festival. Moretti porta a casa un risultato di tutto rispetto in termini di affluenza e qualità dell’offerta culturale.( 70% in più di pubblico ) .Come dire che c’è un modo per contrastare la tendenza.E va bene…Wenders e Cassavetes non saranno (oramai più) epigoni di avanguardistiche ambizioni cinefile e forse un po’ inclinano a far felici i media ma a sentire certi, pare che le scelte di un uomo di cinema che va al cinema,che conosce il pubblico e che si pone il problema di far funzionare una macchina peraltro pagata con i soldi di tutti, abbiano tolto a Torino un poco dell’allure e della puzza sotto al naso del festival storico ma un po’ defilato e per pochi addetti. Ecco qui invece il bel Lascia perdere Johnny! esordio alla regia di Fabrizio Bentivoglio che racconta la storia di un piccolo musicista di provincia che dalla banda del paese ambirebbe scalare il  successo ma trovando sul suo percorso un impresario imbroglione dovrà rinunziare alla musica. Almeno per il momento. Poi c’è Biutiful Cauntry ,un gioiello di Esmelarda Calabria, Andrea D’Ambrosio,Giuseppe Ruggero, documentario che è la radiografia del massacro ecologico della Campania tra Acerra,Qualiano e Giugliano regno di discariche abusive e malavitose,del businnes  che viene da lontano,dove la diossina  e l’amianto abbandonato uccidono gli agnelli,le bufale,le acque gli alberi e gl’indigeni (ma presto non faranno bene a nessuno di noi).Spirito guida di questa discesa agl’inferi è un esponente di Lega Ambiente,la cui denunzia ancorchè urlata,colpisce perchè lascia indifferente chiunque. Infine c’è un gruppo di opere   dedicate agli operai italiani – i grandi dimenticati – quelli di cui nessuno parla,le cui condizioni di vita non interessano più. Ed è Francesca Comencini con la Fabbrica, documentario di montaggio prodotto dalla RAI, dedicato agli operai delle piccole e grandi fabbriche del nord o del sud dalle lotte degli anni 50 alla marcia dei quarantamila.Ma poi c’è anche La Mal’ombra di Andrea Segre e Francesco Cressati sulla lotta in un paese del vicentino contro una zincheria inquinante. Ecco qui ma il programma è infinitamente più vasto e variegato, il Caro diario morettiano una rassegna di successo,una direzione che sarà riconfermata anche per l’anno prossimo a premiare lo stile e l’impegno di chi vuol cambiar musica nel Cinema e nella Società

torino poster

Contro la teppistocrazia (e gli angeli)

Contro la teppistocrazia (e gli angeli)

Je réfute toute forme d’angelisme qui vise à trouver en chaque délinquant une victime de la société, en chaque émeutier un problème social. Ce qui s’est passé à Villiers-le-Bel n’a rien à voir avec une crise sociale, ça a tout à voir avec la voyoucratie.

Se c’è una cosa che Nicolas Sarkozy sa fare davvero bene, a parte la Politica degli Annunci e quella della Facciata , è inventare espressioni ad effetto  immediato. In questa dichiarazione, le premier flic de France, come lo ha di recente definito Libération, il vocabolario Sarkoziano si arricchisce di un neologismo : la voyoucratie , termine che assomiglia più o meno a teppistocrazia. Ed infatti Sarko  non ha fatto in tempo a finire il suo discorso sulla Sicurezza davanti a duemila poliziotti, che la sua voyoucratie già faceva il giro del mondo A me non dispiace nemmeno quella  forme d’angelisme – che irride alla visione di tutti coloro che tengono a spiegare i fenomeni, non tanto per rimpolpare le schiere dei Troni e delle Dominazioni, quanto per cercare una strada per risolverne i derivanti disagi . Indebolito dai sondaggi delle ultime settimane che per la prima volta vedono precipitare il gradimento sotto al 50%, Niko tenta la rimonta con un’analisi del “problema banlieues” che, passando per le vie brevi ,va a toccare un nervo scoperto per i francesi : sicurezza, immigrazione che in passato non si è saputa controllare,finanziamenti inutili per migliorare la situazione delle banlieus :  un bel minestrone pubblicitario che dopo aver evocato il carcere come Misura Unica , ha la sua degna conclusione con il tentativo di sotterrare le 35 ore per aumentare il potere d’acquisto dei francesi.Del resto il presidente per sua stessa ammissione , non è Babbo Natale e non ha soldi da distribuire…

Famola strana due (zero virgola)

Famola strana due (zero virgola)

Mentre tutto l’arco parlamentare  è alle prese con marchingegni e ispirazioni geografiche  che  rendano,  via via , la riforma elettorale più lontana possibile dal rischio che il fantasma del Proporzionale Precedente , torni a manifestarsi con tutto il suo carico di opacità in termini di assetti politici e istituzionali , ovvero che si salvi il sistema bipolare, ovvero che si scongiuri il prodursi  dell’effetto Grosse Koalition, ovvero che si garantisca il pluralismo (cioè la sopravvivenza dei piccoli partiti) , il proliferare delle  proposte afferenti anche ai distinti interessi di bottega , sembra non cavare il ragno dal buco. In questo clima, sarebbe imprudente sperare che dall’incontro Berlusconi – Veltroni di oggi, possa scaturire una soluzione precisa a meno che entrambi non sposino la versione più ispanica della riforma tedesca (soli contro tutti e poi si vede) o sempre che non prevalga l’antica aspirazione di ciascuno : governare con il 51% senza averlo raccolto dalle urne, il che potrebbe essere  garantito dall’esito positivo dell’incombente referendum.In tutti i casi (ivi compreso quello referendario), un intervento coerentemente strutturato  su tre piani – Riforma Costituzionale, Legge Elettorale, Regolamenti Parlamentari, potrebbe rendere attivo e funzionale , il nostro Sistema bloccato.I sistemi elettorali spagnoli e tedesco lavorano su un numero di parlamentari sostanzialmente dimezzato,privi del bicameralismo perfetto e con poteri del Premier rafforzati rispetto al nostro. Senza considerare che è inutile stigmatizzare la frammentazione o pensare di contrastarne gli effetti  a colpi di percentuali di sbarramento, senza un regolamento che impedisca la formazione di gruppi parlamentari fuori dalle liste, i partiti piccoli  tenderebbero a convogliare i propri zero virgola nei partiti più grandi ,salvo poi tornare a scindersi alla prima occasione.A Veltroni l’arduo compito di smaterializzare il ricatto delle elezioni a breve sostituendolo con nuove ipotesi di confronto su Riforme a tutto campo.Dopo esserci goduti una settimana dal clima decisamente migliorato, un cauto ottimismo in tal senso, potremmo anche permettercelo.

continua…

Moushin e Larami (mort pour rien )

Moushin e Larami (mort pour rien )

banlieubanlieuParlare di Moushim e Larami, della loro morte ma anche della loro breve esistenza, avrebbe significato, tra le altre cose,  evidenziare la reale essenza delle Politiche Securitarie. Per questo la stampa francese se ne è guardata bene ed ha ben presto rimosso dal racconto dei fatti, le loro piccole ma ingombranti  presenze, preferendo riempire le pagine dei giornali con le portiere delle auto divelte e usate come scudi dai casseurs, della biblioteca distrutta,dei mille uomini e un elicottero che presidiano Villiers le Bel e dell’agenda del Capo di Stato che rientrato dalla Cina non si risparmia in visite ai poliziotti feriti,riunioni sulla sicurezza,condoglianze alle famiglie (seppure con qualche ma..) e promesse di inchieste giudiziarie.Perchè offuscare l’immagine di questo bel presepe con quella di due ragazzini dei quali uno scrive sul suo blog che aspetta l’âme soeur , l’anima gemella o si compiace delle sue lunettes en mode ? Meglio che rimangano impressi nell’Immaginario come due arabi (li chiamano così da decenni ) senza casco, che una domenica sfrecciando a gran velocità su una moto, sono stati investiti da un’ auto della polizia.Una fatalità.Già ..una fatalità in cui,  per molti , c’entra sempre l’immigrazione incontrollata . Non è un caso che il più fascista di tutti,Le Pen, se la prenda con le sensiblerie assai più che con gl’incendi. Certi particolari all’apparenza innocui, alle volte si rivelano più eversivi delle vetrine infrante, soprattutto quando irrompono in tutto il loro semplice desiderio di vivere. Ma vivere non è sopravvivere e questa è l’unica considerazione che mi viene in mente quando  vedo i casseurs attaccare la polizia.Probabilmente non è un pensiero che mi fa onore.Ma non ne posso fare a meno.

Sindrome Clichy-sous-Bois (mort pour rien)

Sindrome Clichy-sous-Bois (mort pour rien)

Villier le bel

 

Ciascuno può constatare –  si può leggere nel bell’editoriale di Libération di stamattina – come la matrice sociale e psicologica dei fatti del 2005 è ancora viva.Che cosa è stato fatto davvero per sconfiggere il malessere? La sola differenza tra allora e ora è che l’ispiratore delle politiche repressive è diventato nel frattempo Presidente della Repubblica.Senza sostanziali miglioramenti.

Villiers7

( A Villiers – le Bel a pochi chilometri da Parigi, Moushin, 15 anni e Larami, 16- circolavano senza casco e a grande velocità su una moto che, a un incrocio, era stata investita da una vettura della polizia, senza sirena nè luci lampeggianti. )