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Mese: Febbraio 2007

Tutti pazzi per Obama

Tutti pazzi per Obama

Anche lui ha pronunziato il suo Presidential Announcement , lo ha fatto davanti al parlamento dell’Illinois con sottofondo musicale degli U2, citando Abramo Lincoln – una casa divisa al suo interno non può stare in piedi,questo governo non potrà durare in eterno mezzo schiavo e mezzo libero – promettendo il ritiro dall’Iraq entro la primavera del 2008 e l’assistenza sanitaria per tutti. Avrà anche poca esperienza Barack Obama, senatore da soli due anni, ma l’impatto è fortissimo soprattutto quando mira dritto al cuore dell’amministrazione Bush Negli ultimi sei anni ci è stato detto che il nostro debito crescente non ha importanza, che la nostra ansia per l’aumento dei costi sanitari e l’immobilità dei salari era un’illusione, che il mutamento del clima era una beffa, che discorsi da macho e una guerra mal concepita, possono sostituire la diplomazia e la strategia. Difficile inquadrare le posizioni di Barack Hussein Obama senza calarsi nella realtà americana :rappresentante del ghetto nero di Chicago ma anche laureato ad Harvad, giurista raffinato, tiepido abortista,  favorevole alla pena di morte seppure in casi estremi, assente dal senato all’epoca in cui i repubblicani, sull’onda emotiva procurata dagli attacchi terroristici, esercitavano forti pressioni sui democratici, non si è nemmeno compromesso con posizioni della prima ora ,favorevoli alla guerra in Iraq. Barack ha decisamente tutti i numeri per rappresentare in pieno il Rinnovamento senza scombussolare troppo la mentalità americana : un allampanato avvocato di Spriengfield con (bellissima) famiglia al seguito, curriculum impeccabile ed eloquio convincente. Un winner amato dai media e da Hollywood (Spielberg non fa mistero di tirargli  la volata a suon di cene elettorali, con raccolta di fondi miliardaria).Resta da vedere se nei prossimi mesi la sua campagna riuscirà ad offuscare quella di Hillary Clinton e soprattutto a convincere la comunità african-american, perplessa per l’irresistibile ascesa, e non del tutto convinta a sostenere la candidatura di uno che non aiuta la sua gente, allusione nemmeno troppo sottile al fatto che Obama non ha mai partecipato alle lotte dei neri.

Adele

Adele

Si elogia lo stile di Adele,signora ultraottentenne,da qualche tempo lontana dai rumori della politica,dedita alle traduzioni e alla pittura .Se ne rammenta l’impegno.Tutta la vita :dalla lotta partigiana alla Spagna di Franco e durante gli anni successivi ,le battaglie per i Diritti, il Femminismo ma anche la settima e l’ottava legislatura, a Montecitorio,eletta nelle liste del Partito Radicale,dove Adele contribuirà alla stesura della Legge 194.Poi,come spesso capita, disse che sentiva spegnersi la passione che aveva animato la sua vita e che forse "non capiva più" la politica.Così, dopo aver fondato nel 1989 insieme ad altri, il partito dei Verdi Arcobaleno,semplicemente si ritirò.L’annuncio della sua morte è stato dato oggi,a funerali avvenuti.Un ultimo desiderio questo :l’uscita di scena in silenzio.

La signora che scende le scale al braccio del deputato socialista, Loris Fortuna è lei,Adele Faccio.I signori che la circondano sono agenti di polizia in borghese.E’ il 25 gennaio 1975,poco prima ,davanti ad un’affollatissima manifestazione al cinema Adriano di Roma, Adele sul capo della quale pende un mandato di cattura per procurato aborto,è salita sul palco .All’arresto plateale ed immediato seguiranno trentatrè giorni di detenzione.

Lo spirito e la lettera

Lo spirito e la lettera

Qualcuno dirà che bisognava “fargliela digerire” e questo è il vero motivo di tutte quelle che possono sembrare acrobazie lessicali, di quel contestuale in luogo di congiunto,riferito alle dichiarazioni anagrafiche o per quel rimandare – geniale – la questione della reversibilità ad un dibattito sulle pensioni oramai indifferibile e che vedrà ben altre rivoluzioni al proprio interno e dunque anche quella che concernerà le coppie di fatto.Ha ragione Ritanna Armeni : una legge non è solo un insieme di articoli (perfettibili per altro) è anche l’affermazione di un Principio e in questo caso,quel che si è ribadito non attiene al solo ai diritto dei cittadini, conviventi a vario titolo, ma ben altro.Si stabilisce innanzitutto un principio di laicità come terreno comune di dialogo tra credenti e non credenti per risolvere i problemi di una società in piena trasformazione che sempre di più proporrà al legislatore temi complessi, intorno ai quali insisteranno morale,etica,diritto .Si conferma che il concetto di sintesi, così bene espresso da Giorgio Napolitano in una delle sue numerose sollecitazioni ad affrontare le questioni denominate sensibili, non significa la confezione di un pasticcio che contenga un po’ dei principi cattolici, un po’ di quelli laici, una spruzzata di dettato costituzionale e una sfumata di pensiero arcivescovile.Il lavoro che sta dietro a questi benedetti DICO è l’esito di una paziente tessitura laddove le perplessità affrontate avevano dignità ben differente da quella di chi ancora pensa che nelle pieghe del riconoscimento dei diritti di qualcuno sia nascosta la negazione dei diritti di qualcun altro, il che invariabilmente esprime un concetto di democrazia sordido e qui sì,davvero improntato al bigottismo e alla discriminazione. Se si fosse, con tutta l’operazione condotta intorno al riconoscimento delle coppie di fatto,anche solo tracciata una strada,un metodo che ci tiri fuori dalle secche dei dibattiti in cui invariabilmente i temi cosidetti etici s’impantanano,sarebbe già un risultato sorprendente. Portiamo all’esame delle Camere (perchè sia licenziato ma anche migliorato) qualcosa di più che un semplice compendio di norme che regolano la vita dei conviventi.Portiamo il riconoscimento dell’autonomia della politica dalle ingerenze e dai ricatti dei vari “Non possumus”.Per migliorare il testo,c’è tempo

Inevitabile ripescaggio

Inevitabile ripescaggio

In questi giorni di dibattito sul Calcio, che un po’ è il solito vociferare melmoso e confuso,un po’ è anche l’occasione per riflessioni serie (Portelli sul Manifesto,Gianni Mura,John Lloyd su Repubblica, tutti di oggi ),il continuo e spesso inopportuno riferimento al calcio inglese, mi ha suggerito di disseppellire il Nick Hornby di Febbre a 90′ e  ciò perchè, poco dopo la sua uscita in Italia, erano in molti a definire questo suo libro sulla passione per il calcio, (scritto da  supporter dell’Arsenal piuttosto agguerrito quale egli è, ma nel contempo ironico,autocritico e ben consapevole di vivere un’esperienza così totalizzante da condizionare l’intera propria esistenza)come la Bibbia dei Tifosi.Il ripescaggio attiene alle pagine sulla vicenda dell’ Heysel.Illuminanti :

Penso che sia questa la ragione per cui quella sera mi vergognai tanto dell’accaduto : sapevo che i tifosi dell’Arsenal avrebbero potuto fare lo stesso,e che se all’Heysel ci fosse stato l’Arsenal a giocare,io di certo sarei statò là – non nei disordini o a caricare la gente – ma comunque parte integrande della comunità che generava quel comportamento.Poichè il punto fondamentale della tragedia fu questo : i tifosi di calcio avevano potuto guardare in televisione i servizi,per esempio,sui disordini di Luton Millwall o sul ragazzo accoltellato  in occasione della partita Asenal – West Ham e provare un senso di profondo orrore ma senza sentirsi in qualche modo legati o coinvolti.Gli esecutori materiali non erano il genere di persone che noialtri capivamo o con i quali ci identificavamo.Ma il gioco da ragazzi che a Bruxelles si rivelò omicida,s’inseriva chiaramente e con prepotenza in una serie di atti apparentemente inoffensivi ma evidentemente minacciosi – cori violenti,gesti volgari,,tutto quell’insieme di stupide smargiassate – a cui un ‘ampia “minoranza" di tifosi si abbandonava oramai da una ventina d’anni..In breve l’Heysel fu l’espressione di una cultura che la maggioranza di noi,me incluso,aveva contribuito a creare.Non potevi guardare quei tifosi del Liverpool e chiederti come avevi potuto fare con i tifosi del Millwall a Luton o con i tifosi del Chelsea nellapartita di Coppa di Lega ” Ma chi è quella gente?”.Perchè lo sapevi già.

Nick Hornby Febbre a 90′ Capitolo Liverpool – Juventus  29 maggio 1985 Edizioni Guanda pagina 154

Ognuno

Ognuno

Mentre i traduttori finiscono di lavorare intorno a The Castle in the Forest ultimo,in ordine di tempo ,libro di Norman Mailer,  esce, atteso (come merita) Everyman di Philip Roth.Centoventitrè pagine (meno di un pomeriggio, per il fortunato lettore) delle considerazioni di un uomo senza qualità, sulla propria morte che giunge al culmine di una vita che egli stesso definisce deludente seppure densa di avvenimenti e non priva di affetti.Differentemente dalle morality play del medioevo britannico cui il titolo – Everyman – allude, nelle quali i protagonisti in vista della fine, cercano di recuperare il tempo perduto diventando uomini migliori in virtù di percorsi edificanti, il Nostro protagonista (senza nome), s’impegna in un’ autoanalisi impietosa, in cui i flashback dei ricordi si mescolano alle considerazioni sull’Oggi scandito dall’abbandono progressivo di prestanza fisica  e salute ,(temi centrali),o dall’ennesima delusione procurata da un talento per la pittura in cui aveva sempre pensato di potersi rifugiare in vecchiaia e che invece, scopre, non esserci nemmeno.Ma indipendentemente dalla trama o dall’interesse che comunque possono suscitare le riflessioni proposte,quel che colpisce di Roth è la scrittura,potente, strutturata priva di orpelli,di compiacimenti intorno  ad un tema quello della Morte che pure è fortemente a rischio di cedimenti verso il lirismo,la nostalgia,il pentimento il recupero della  spiritualità religiosa.Mancando tutto ciò, non rimane che l’osso : la propria mortalità contro la quale combattere tutta la vita ma attraverso la quale, infine,  liberarsi del peso di esistere.

Everyman è un libro di Philip Roth tradotto da Vincenzo Mantovani ed edito da Einaudi