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Mese: Marzo 2007

Olympe de Gouges (dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina 1791)

Olympe de Gouges (dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina 1791)

DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELLA DONNA E DELLA CITTADINA

 

 

Uomo, sei capace d’essere giusto ? E’ una donna che ti pone la domanda ; tu non la priverai almeno di questo diritto. Dimmi? Chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso? La tua forza? Il tuo ingegno? Osserva il creatore nella sua saggezza ; scorri la natura in tutta la sua grandezza, di cui tu sembri volerti raffrontare, e dammi, se hai il coraggio, l’esempio di questo tirannico potere. Risali agli animali, consulta gli elementi, studia i vegetali, getta infine uno sguardo su tutte le modificazioni della materia organizzata; e rendi a te l’evidenza quando te ne offro i mezzi; cerca, indaga e distingui, se puoi, i sessi nell’amministrazione della natura. Dappertutto tu li troverai confusi, dappertutto essi cooperano in un insieme armonioso a questo capolavoro immortale.
Solo l’uomo s’è affastellato un principio di questa eccezione. Bizzarro, cieco, gonfio di scienza e degenerato, in questo secolo illuminato e di sagacità, nell’ignoranza più stupida, vuole comandare da despota su un sesso che ha ricevuto tutte le facoltà intellettuali; pretende di godere della rivoluzione, e reclama i suoi diritti all’uguaglianza, per non dire niente di più.

 

 

Preambolo

Le madri, le figlie, le sorelle, rappresentanti della nazione, chiedono di potersi costituire in Assemblea nazionale. Considerando che l’ignoranza, l’oblio o il disprezzo dei diritti della donna sono le cause delle disgrazie pubbliche e della corruzione dei governi, hanno deciso di esporre, in una Dichiarazione solenne, i diritti naturali, inalienabili e sacri della donna, affinché questa dichiarazione, costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale, ricordi loro senza sosta i loro diritti e i loro doveri, affinché gli atti del potere delle donne e quelli del potere degli uomini, potendo essere paragonati ad ogni istante con gli scopi di ogni istituzione politica, siano più rispettati, affinché le proteste dei cittadini, fondate ormai su principi semplici e incontestabili, si rivolgano sempre al mantenimento della Costituzione, dei buoni costumi, e alla felicità di tutti. In conseguenza, il sesso superiore sia in bellezza che in coraggio, nelle sofferenze della maternità, riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell’essere supremo, i seguenti Diritti della Donna e della Cittadina. 

Articolo I

La Donna nasce libera ed ha gli stessi diritti dell’uomo. Le distinzioni sociali possono essere fondate solo sull’utilità comune.

Articolo II

 Lo scopo di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili della Donna e dell’Uomo: questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e soprattutto la resistenza all’oppressione.

Articolo III

 Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella nazione, che è la riunione della donna e dell’uomo: nessun corpo, nessun individuo può esercitarne l’autorità che non ne sia espressamente derivata.

Articolo IV

 La libertà e la giustizia consistono nel restituire tutto quello che appartiene agli altri; così l’esercizio dei diritti naturali della donna ha come limiti solo la tirannia perpetua che l’uomo le oppone; questi limiti devono essere riformati dalle leggi della natura e della ragione. 

Articolo V

 Le leggi della natura e della ragione impediscono ogni azione nociva alla società: tutto ciò che non è proibito da queste leggi, sagge e divine, non può essere impedito, e nessuno può essere obbligato a fare quello che esse non ordinano di fare.

Articolo VI

 La legge deve essere l’espressione della volontà generale; tutte le Cittadine e i Cittadini devono concorrere personalmente, o attraverso i loro rappresentanti, alla sua formazione; esse deve essere la stessa per tutti: Tutte le cittadine e tutti i cittadini, essendo uguali ai suoi occhi, devono essere ugualmente ammissibili ad ogni dignità, posto e impiego pubblici secondo le loro capacità, e senza altre distinzioni che quelle delle loro virtù e dei loro talenti. 

Articolo VII

 Nessuna donna è esclusa; essa è accusata, arrestata e detenuta nei casi determinati dalla Legge. Le donne obbediscono come gli uomini a questa legge rigorosa. 

Articolo VIII

 

 La Legge non deve stabilire che pene restrittive ed evidentemente necessarie, e nessuno può essere punito se non grazie a una legge stabilita e promulgata anteriormente al delitto e legalmente applicata alle donne. 

Articolo IX

 Tutto il rigore è esercitato dalla legge per ogni donna dichiarata colpevole. 

Articolo X

 Nessuno deve essere perseguitato per le sue opinioni, anche fondamentali; la donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere ugualmente il diritto di salire sulla Tribuna; a condizione che le sue manifestazioni non turbino l’ordine pubblico stabilito dalla legge. 

Articolo XI

 La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi della donna, poiché questa libertà assicura la legittimità dei padri verso i figli. Ogni Cittadina può dunque dire liberamente, io sono la madre di un figlio che vi appartiene, senza che un pregiudizio barbaro la obblighi a dissimulare la verità; salvo rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge. 

Articolo XII

 La garanzia dei diritti della donna e della cittadina ha bisogno di un particolare sostegno; questa garanzia deve essere istituita a vantaggio di tutti, e non per l’utilità particolare di quelle alle quali è affidata.

Articolo XIII

 Per il mantenimento della forza pubblica, e per le spese dell’amministrazione, i contributi della donna e dell’uomo sono uguali; essa partecipa a tutte le incombenze, a tutti i lavori faticosi; deve dunque avere la sua parte nella distribuzione dei posti, degli impieghi, delle cariche delle dignità e dell’industria. 

Articolo XIV 

Le Cittadine e i Cittadini hanno il diritto di constatare personalmente, o attraverso i loro rappresentanti, la necessità dell’imposta pubblica. Le Cittadine non possono aderirvi che a condizione di essere ammesse ad un’uguale divisione, non solo dei beni di fortuna, ma anche nell’amministrazione pubblica, e di determinare la quota, la base imponibile, la riscossione e la durata dell’imposta. 

Articolo XV 

La massa delle donne, coalizzata nel pagamento delle imposte con quella degli uomini, ha il diritto di chiedere conto, ad ogni pubblico ufficiale, della sua amministrazione. 

Articolo XVI

 Ogni società nella quale la garanzia dei diritti non sia assicurata, né la separazione dei poteri sia determinata, non ha alcuna costituzione; la costituzione è nulla, se la maggioranza degli individui che compongono la Nazione, non ha cooperato alla sua redazione. 

Articolo XVII Le proprietà appartengono ai due sessi riuniti o separati; esse sono per ciascuno un diritto inviolabile e sacro; nessuno ne può essere privato come vero patrimonio della natura, se non quando la necessità pubblica, legalmente constatata, l’esiga in modo evidente, a condizione di una giusta e preliminare indennità

Liberté, égalité, fraternité, aujourd’hui à Dijon j’en appelle à la sororité

Liberté, égalité, fraternité, aujourd’hui à Dijon j’en appelle à la sororité

segoleneroyal06

Diceva l’Abbè Pierre che libertè ed egalitè rappresentano un binomio politicamente incompleto.Solo coniugato con fraternitè il significato di entrambi i concetti acquista vitalità .Ieri a Dijon Ségolène Royale  ha aggiustato il tiro includendo la sorellanza nei Principi Cardine.Non solo :

Ici, à Dijon, je vous le dis, si je suis élue présidente de la République, Olympe de Gouges entrera au Panthéon, ce grand monument si peu accueillant aux femmes qu’il porte à son fronton « aux grands hommes la patrie reconnaissante »

Elle rejoindra au Panthéon Marie Curie

Il riferimento esplicito ad Olympe de Gouges non costituisce solo un tributo all’eccellenza femminile talvolta trascurata ma assume un significato preciso di riconoscimento  del ruolo politico della Gouges in direzione della lotta alla schiavitù e per quella dichiarazione dei diritti della donna del 1791 a torto taciuta dai libri di storia.La campagna di Ségolène entra in una fase estremamente interessante nei contenuti e nei toni orgogliosamente entusiastici ma anche  per l’idea che le donne in politica siano un sinonimo di rinnovamento che va oltre i confini nazionali:

Je ne vous demande pas de voter pour moi parce que je suis une femme, mais je suis une femme et avec moi le vrai changement politique, il est là, et avec moi la politique ne sera plus jamais comme avant. A l’échelle de la planète, mais aussi de la France, si nous réussissons pour les femmes, si cela va mieux pour les femmes, alors cela ira mieux pour l’humanité tout entière.


Je dis aux femmes : osez, relevez la tête, la France a besoin de vous, entreprenez, assumez vos responsabilités, prenez toute votre place, nous en avons besoin toutes ensemble


Ungodomshuset (in memoriam)

Ungodomshuset (in memoriam)

Prima lo sgombero – spettacolare – un attacco aereo della  polizia danese con elicotteri e funi.Poi gli scontri in piazza e gli arresti, nonostante manifestazioni in tutto il mondo avessero chiesto di salvare lo storico insediamento.Nel 1897 quando fu costruita, la Ungdomshuset  (casa della gioventù), si chiamava Folket hus,Casa del Popolo, sede per lunghi anni di sindacati e associazioni.Qui il 29 agosto 1910 ,in occasione della seconda conferenza delle Donne dell’Internazionale Socialista , Rosa Luxemburg e Clara Essner proclamarono l’ 8 marzo giornata internazionale della donna.Qui parlò anche Lenin.Ora diventerà la chiesa di una setta fondamentalista cristiana.La portavoce divina  ha già avuto una visione : il lungo striscione che percorreva il palazzo occupato con la scritta ” in vendita con 500 psicopatici venuti dall’inferno”.Sarà forse a causa della nuova sinistra denominazione – Casa del Padre – che gli oltre  500 psicopatici  previsti nell’apparizione, hanno tentato fino all’ultimo di difendere lo spazio. 600 fermati di cui 149 cittadini stranieri,189 detenuti,l’assurdo bilancio.

Gli ermellini colpiscono ancora

Gli ermellini colpiscono ancora

Il mero rapporto di convivenza more uxorio non è idoneo a integrare l’aggravante prevista in caso di violenza alla moglie.

Tanto perchè i DICO non servono ma per la tutela dei diritti dei conviventi basta attivare il codice penale,quello civile e il regolamento di condominio che tanto – secondo alcuni politici, più cortesi e meno ligi agli ordini del Sovrano Straniero – lì c’è scritto tutto, la Suprema Corte, con interpretazione millimetrica di un articolo del codice penale, il 577 (che prevede l’aggravante per la sola commissione del reato di lesioni, nei confronti della moglie),annulla la condanna a due mesi di reclusione di un cinquantenne di Potenza, reo di aver picchiato la sua compagna e la tramuta in una multa da mille euro.Pertanto le botte non sono uguali per tutti, se sei una moglie puoi usufruire del privilegio a te conferito dal  carattere di tendenziale stabilità e riconoscibilità che un vincolo matrimoniale comporta e che le convivenze more uxorio si sognano.Ma noi questo lo sapevamo già e per questo rivendicavamo una Legge,  in assenza della quale, il Discrimine tra unioni di fatto  i matrimoni si riverbera fino a usare due pesi e due misure in materia di lesioni e violenze.Aberrante ma conseguenziale.Quando in un paese si allarga la forbice tra Esperienza e Diritto ed Esperienza e politica,l’aria che tira,non è affatto buona.