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Mese: Aprile 2007

Le donne del Golgota

Le donne del Golgota

 

Joseph Ratzinger ieri sera,  ha voluto dedicare le meditazioni della Via Crucis alla solitudine e alle umiliazioni che le donne patiscono nel mondo.Sua Santità sa bene che non bastano buone leggi perchè la mentalità cambi.Tuttavia solitudine ed umiliazioni potrebbero essere sconfitte dalla Saggezza di quelle Classi Dirigenti che operano in direzione del Riconoscimento di Diritti negati e per l’Affermazione della Cultura dell’Amore e che non possono essere fatti segno della disapprovazione del Vicario di Cristo. Le donne del Golgota ricevettero per prime la Rivelazione, ciò fu anche il riconoscimento del coraggio dimostrato sulla via della Croce. Quel coraggio che nel corso del tempo spesso si è trasformato in disobbedienza, conosciamo assai bene anche noi che alle Donne Cattoliche dobbiamo tanta parte delle nostre conquiste civili.

Tutti a casa

Tutti a casa

comencini tutti a casa

Comencini,Fondato,Age e Scarpelli raccontano un momento cruciale della storia italiana avvalendosi di un Alberto Sordi al meglio delle sue possibilità comiche e drammatiche, capace di esprimere nelle peripezie del ritorno a casa, tutta la gamma delle incertezze e del disorientamento sofferti  prima di decidersi a cominciare a sparare sui tedeschi  e pertanto a capire da quale parte stare.Ironia e dramma in sapiente miscela per rompere il silenzio che negli anni 50 era calato sull’argomento Resistenza.Bella anche la prova di Serge Reggiani doppiato da Riccardo Cucciolla.Indimenticabile De Filippo nel ruolo del padre  che avrebbe voluto il figlio combattente nella RSI

comencini tutti a casa

Quattro assi (e un re)

Quattro assi (e un re)

comencini lo scopone scientifico

Mi sono sempre chiesta cosa spingesse star di Hollywood del calibro di Bette Davis e Joseph Cotten (ma anche Dustin Hoffman ,Jack Lemmon, Mickey Rooney) a lasciare l’efficiente organizzazione degli studios,i cachet miliardari  per correre a  lavorare con i Comencini,gli Scola i Monicelli sentendosi ogni volta professionalmente  arricchiti,da esperienze in cui  tra le altre cose, si raccontavano storie tanto diverse da quelle che erano abituati ad interpretare. Ingrid Bergman,all’apice della carriera,dopo aver visto Roma città aperta aveva scritto con tono deferente a Rossellini “Se ha bisogno di un’attrice…” Dustin Hoffman Dirk Bogarde Burt Lancaster Jodie Foster raccontavano del loro rapporto con Monicelli, Visconti, Citti con toni commossi e acutamente nostalgici.Il cinema italiano diretto da intellettuali raffinati seduceva attori e pubblico con la forza delle storie di gente qualsiasi vestita con l’abituccio e il cappottino di Antonia dalla  permanente un po’ troppo riccia come usava allora nelle borgate. Nell’immagine ,una star assoluta : Bette Davis, alle prese con il personaggio difficile di una piccola storia crudele : povertà e degrado sfidano a carte una fortuna inesorabile e  sfacciata.Alla macchina da presa un maestro della commedia all’italiana del post realismo e un mago del cinema di poesia: Luigi Comencini

Spettatori

Spettatori

Radio city326423122_b6f70e2e13_bCon quanti spettatori ho condiviso un’esperienza cinematografica e quanti ne ho spiati  nascosta in cabina di proiezione?Una volta Cary Grant disse a Peter Bogdanovich che per lui l’esperienza più bella era andare al Radio City, un cinema di New York che contiene seimilacinquecento posti,a sentir ridere gli spettatori per qualcosa di piccolo e semplice  che aveva fatto sullo schermo.   Film e pubblico sono un’ esperienza visiva ed emotiva singolare.Ridere a crepapelle o piangere a dirotto,un film è sostanzialmente un dispositivo per ottenere dal corpo il massimo delle reazioni.Una volta uno dei più noti registi contemporanei fu portato via di peso dalla saletta di un cineclub romano dove proiettavano una maratona di classici della comicità del muto:una crisi esilarante in piena regola.Inarrestabile.Per avere una risata di quelle fatte bene,occorrono almeno un centinaio di persone per volta, dicono gli esperti.Oggi i film raramente sono consumati in riti collettivi di questa proprorzione ed intensità.Le nuove tecnologie sembrano di gran lunga preferire una fruizione individuale e isolata.Il tipo che ieri sul treno, era attaccato ad una cuffietta, a sua volta attaccata ad un pc portatile, sorrideva appena all’esilarante Tony Curtis  di Some like it hot.Tuttavia ho osservato le sue reazioni a scartamento ridotto. C’è un ‘altra scena nascosta in un film : il pubblico in sala.I movimenti,le risate,uno spettatore che per prendere posto oscura per un attimo lo schermo e rende improvvisamente molto più interessante la proiezione.Sono questi i momenti in cui si scopre quanto il cinema abbia presa su di noi,basta un breve abbandono della pressione che esercita l’immagine e il desiderio si riaccende.Quando il film (tutti ne hanno) ha un punto debole,il pubblico esce dallo stato di trance,si sistema meglio sulla poltrona,tossisce,si tocca i capelli,comunica brevemente col vicino.Vista da lontano è come un’onda di movimenti e spostamenti che percorre la sala come se esistesse, in questo, un accordo segreto tra congiurati.Il cinema non è uguale al sogno.L’illusione non è mai assoluta, c’è sempre una parte di noi che sa di essere al cinema come in questi momenti di stanca del film  in cui ci si assenta,lo si guarda senza vederlo, per poi riprendere il nostro posto al suo interno, non appena la narrazione torna in  quota.