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Mese: Settembre 2007

Belinate (ovvero la perdita dell’innocenza)

Belinate (ovvero la perdita dell’innocenza)

 

Gli internauti di Grillo

 

Lei frequenta il blog organizzato su internet

da Beppe Grillo?

 

Lo frequento regolarmente

1,5
L’ho visitato qualche volta 10,3
Ne ho solo sentito parlare
24,5
Non lo conosco
37,5
Non uso internet 26,2

La prima belinata (lui,il Fenomeno, la chiamerebbe così) concerne  il potere dei blog, sul quale – tutte le occasioni sono buone – si scrive e si discute animatamente da una settimana . Invece, secondo quanto affermato da un sondaggio Eurisko, commissionato da Repubblica – il campione è di circa 1100 persone, prelevato tra i firmatari della proposta di legge d’iniziativa popolare –  per quasi il 90% degl’intervistati, Internet non ha avuto la rilevanza che gli si vorrebbe attribuire . La tesi mi sembra più convincente delle altre, non fosse altro perchè complessivamente l’attività di Grillo (spettacoli, comizi, interventi, esternazioni) ha una discreta risonanza nei media mainstream.Senza considerare che dal punto di vista interattivo,  il suo blog è abbastanza scombiccherato (tutti scrivono, nessuno legge e tutti si parlano addosso, almeno questa è la sensazione)

La seconda è strettamente connessa con la decisione di convogliare le energie, le istanze, la rabbia o quel che è, del V day, in liste civiche da presentare alle prossime Amministrative : “Le liste che aderiranno ai requisiti che pubblicherò sul blog tra qualche giorno avranno la certificazione di trasparenza “beppegrillo.it”. (dal blog di Grillo) Come dire, un imprimatur, un  marchio di qualità che consentirà alle liste col placet di utilizzare il nome e il sito del Fenomeno per la pubblicizzazione e il raccordo tra diverse realtà.Va da sè che tra i requisiti già anticipati, ci sarà l’essere incensurati (quindi niente Fenomeno) e il non essere iscritti ad alcun partito.Come si diceva qualche post fa, una forza in movimento priva di struttura e senza sbocchi immediati, è destinata ad avere vita breve . In questa accelerazione dei tempi però (le amministrative non sono vicinissime) unita alla decisione di non promuovere più iniziative, leggo un primo segnale di incertezza.Magari sbaglio.

La terza riguarda il Ministro Di Pietro e i suoi entusiasmi per l’iniziativa (qualsiasi iniziativa) assunta dal Fenomeno. Poichè la definizione preferita rispetto alle intemperanze della piazza, è ventata d’aria fresca, il pensiero non può fare a meno di inseguire il prezioso contributo offerto dallo stesso Di Pietro  in favore del  ricambio dell’aria istituzionale ( che forse un po’ gli competerebbe).  L’inclusione nelle liste dell’Italia dei Valori, del senatore De Gregorio, ne è stata l’inconfutabile  prova.

La quarta è la Perdita dell’Innocenza. Preparare le liste,indicare il sindaco,scegliere se correre da soli o all’interno di una coalizione, sono tutte  procedure ineludibili e proprie del sistema elettorale in vigore per le amministrative, piccole cose insomma, delle quali  le liste, con o senza certificazione di qualità, si dovranno incaricare. Un’ intensa stagione di trattative e, nel caso di accordi, di sconti e cedimenti, attende i nostri eroi. Alla fine vedremo chi vince,chi perde,e chi riesce a mantenere intatto il candore della Prima Ora.Tutto sommato pensavo che il clima di euforia durasse di più. (Ah sarò anche ripetitiva ma come non elogiare,anche in questo caso, il sistema maggioritario con doppio turno alla francese?)

Tabella del sondaggio Eurisko da Repubblica it.

Buonafede

Buonafede

Adesso l’ultimo gioco in città è rifare le bucce alla proposta di legge d’iniziativa popolare del Fenomeno, per rinvenire in essa, incongruenze di natura Costituzionale.Come se non fosse stato chiaro fin da subito, che per correre dietro agli sproloqui del Pifferaio, si sarebbero dovuti rivedere la Costituzione, i Codici e più di un  Principio Fondamentale. L’ultima –  rendere ineleggibile anche chi ha patteggiato – fa sorridere non fosse altro perchè,se così fosse, un ‘annosa questione giurisprudenziale, vedrebbe risolto ogni insito dilemma. Alle volte basta poco. A nessuno viene però in mente il nodo politico che sottace questo sventolio di proposte inattendibili. Con tutto il trionfalismo del quale una simile operazione non potrebbe mai fare a meno, si portano i cittadini  in piazza a combattere una battaglia persa in partenza.Si vuol forse fare della prevedibile sconfitta un ulteriore motivo di recriminazione? Il Sistema cattivone che boccia le buone, ancorchè scritte con i piedi, leggi ? Se così fosse si tratterebbe di una discreta manipolazione. A proposito di democrazia. Diretta, per giunta. Credo  improbabile che al Fenomeno sia sfuggita l’illegittimità di alcune proposte cardine – Parlamento pulito! – E come ? Un calcio al  Principio di  Garanzia e un altro a quel particolare irrilevante che è l’interdizione dai pubblici uffici, perpetua o temporanea che sia . In fondo  a che cosa serve la magistratura? Per questo le accuse di populismo impallidiscono di fronte alla smaccata Malafede. Prepariamoci al peggio : questo è solo l’anticipo di future battaglie giustizialiste, quelle che in genere servono solo a stabilizzare il Sistema e a mettere in croce i poveri cristi.

Spiace dirlo, i reati sono tutti odiosi (anche l’abusivismo ) ma,lista alla mano e a ben vedere, i 23 parlamentari definiti wanted , tranne che per un caso , difficilmente sono stati condannati per pene superiori a due anni, tale durata non consegue l’interdizione dai pubblici uffici (quindi l’ineleggibilità). Tre anni  per l’interdizione temporanea e cinque per quella perpetua, sono i limiti fissati dalla Legge.Io non credo giovi a nessuno la sensazione di vivere vittime del costante arbitrio, per di più avallato da Istituzioni preposte a nostra tutela e dal  Parlamento.La cosa più seria che ci si possa augurare, è il ripristino del voto di preferenza.E che siano i cittadini a decidere.

Ego me absolvo

Ego me absolvo

A riprova della perfetta sintonia ed identità di vedute che regna tra cittadini e classe politica  (altro che fustigatori ), uno dei giovani che a Bari ha usufruito dell’ aiutino (così lo chiama lui) per superare il test d’ingresso all’Università, minimizzando l’evento, disegna la propria visione del mondo : – questo è il paese dei furbi,così fan tutti,ho studiato ma non si sa mai,in fondo che ho fatto di male? – 

Massì in fondo che male c’è a drogare gli esiti di un esame ?

Fausto Bertinotti, conti alla mano, ci spiega che tra recarsi al Gran Premio con l’aereo presidenziale e mettere in moto il meccanismo infernale di scorte e mezzi che s’innesca quando un ministro decide di viaggiare in auto, c’è una notevole differenza : con l’aereo forse si è risparmiato.Sono convinta che la bagarre sui costi della politica vada ridimensionata e che tutto  questo mischiare barbieri, buvette  e reali esigenze della Rappresentanza Politica, infine non giovi al contenimento dei costi. Quindi, utilissime sono le puntualizzazioni del Presidente della Camera. Tuttavia senza pretendere l’adesione a modelli scandinavi, non è detto da nessuna parte che un ministro in viaggio con la famiglia per motivi non istituzionali , debba usufruire dell’aereo di Stato . Ferma ogni cautela data da questioni di  sicurezza, il problema non è solo amministrativo ma  di offrie ogni tanto un esempio di morigeratezza e di stile .Tanto per marcare la differenza – se c’è –  col paese dei furbi evocato dal piccolo scellerato di Bari.

La révolution n’est pas un dîner de gala

La révolution n’est pas un dîner de gala


Stava scritto sui muri di Parigi . Non fatevi illusioni, era il messaggio, ma anche non siate superficiali. Questo lo imparammo a nostre spese negli anni successivi, in un lungo estenuante percorso segnato da sconfitte e tragici errori e ancora oggi che le rivoluzioni sono diventate , tra tristezza e sfortuna,  altre , il monito permane di tutta attualità. Altri avvertimenti sollecitavano la formazione di un’attrezzatura culturale – Studiate studiate studiate – .l’importanza dell’avversario e delle future battaglie da ingaggiare, lo imponevano . Diversa storia da quella che si dipana sotto ai nostri occhi ogni volta che un qualsiasi movimento di protesta si forma e scende in piazza sciorinando tutto il corredo : entusiasmo, proposizioni, asserzioni, voglia di contare, e naturalmente di vincere. Ma allora, chiosarono autorevoli intellettuali, si doveva uccidere il Padre. Qui mi pare proprio che se ne sia alla spasmodica  ricerca .Con tutto quel che comporta in termini di urli schiamazzi e desiderio di visibilità. Lo si vede da mille indizi : il candidato forte , il leader carismatico, il sistema politico che porta a decidere più in fretta, l’innamoramento per le boutade di Sarkozy, nuovissima incarnazione del decisionismo stizzito. Fortunatamente, sono passati i tempi in cui l’ufficialità dei partiti guardava a questi  fenomeni con sufficienza,troppi tragici errori di sottovalutazione sono alle spalle. Così, visto che da più parti viene detto che con il Fenomeno di questi giorni, si dovranno fare i conti, che si facciano, sempre che il movimento che col Fenomeno s’identifica, abbia un respiro talmente lungo da resistere oltre il tempo dei girotondi, del movimento per la pace e dei disobbedienti , tutte formazioni che,  sulla scorta di ben altre premesse, si sono dissolte o hanno perso consistenti pezzi  al terzo o quarto impatto con il Muro di gomma – le istituzioni in versione dialogante o militare, lacrimogeno in canna –  o alla presa d’atto che tutto quel girotondare,sfilare e in alcuni casi, prendere le botte, non produceva risultati immediati . Anzi. Portare un considerevole numero di persone in piazza, grazie alla possibilità di sfruttare il richiamo di un nome famoso, sollecitando pulsioni elementari, sfruttando una fase di disagio e disorientamento,utilizzando potenti casse di risonanza, non è difficile. Il difficile sarà mantenere alto il livello dell’attenzione contrastando l’inevitabile  scoramento dato dai tempi lunghi e dal probabile insuccesso. Internet non può tutto. E’ un trasmettitore  ma nulla più . Va riempito di contenuti. Invariabilmente il movimento che disprezza la Politica, non potrà fare a meno di confrontarsi con la Politica. La stessa proposta di legge d’iniziativa popolare, porterà il Fenomeno a misurarsi con le Regole. E se  costui pensa di andare a Palazzo accompagnato dall’analfabetismo politico e istituzionale di cui si va vanto, il Palazzo si comporterà al solito : fagocitando o stritolando.Cambiare lo stato delle cose è una magnifica ambizione,la migliore che io conosca  ma comporta una visione politica d’insieme e un rigore che manca a tutti coloro che credono che vi siano automatismi tali da produrre  reale rinnovamento.La révolution n’est pas un dîner de gala.Se ne accorgeranno.