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Anno: 2008

Coscienti e responsabili

Coscienti e responsabili

manibDifficile pensare ad un’etica della vita scollegata dal Principio di Responsabilità e se è pur vero che trent’anni  fa gli strumenti di diagnosi prenatale  erano meno evoluti rispetto a quelli odierni è altrettanto vero che la legge 194 è stata, rispetto alle possibili innovazioni tecnologiche e al progresso della scienza medica , egualmente saggia e lungimirante  nel sancire  la possibilità di sottoporsi ad aborto terapeutico oltre i 90 giorni , senza fissare limiti temporali  , affidando ogni valutazione in tal senso, al rapporto medico paziente. All’interno di questo spazio che oggi si tende a mostrare come un vuoto legislativo, è  inscritto il principio della maternità cosciente e responsabile, il diritto alla salute della madre e del concepito  , il codice deontologico e l’obbligo espresso di rianimare il feto abortito vivo. La gestazione  è convivenza di due soggetti dipendenti uno dall’altro, entrambi titolari di diritti potenzialmente in contraddizione, l’articolo 6 e 7 della legge 194 sono un miracolo d’equilibrio nella tragica circostanza in cui il riconoscimento pieno dei diritti di uno, potrebbe tradursi nella negazione dei diritti dell’altro, risolvendo nel contempo il problema dell’  incostituzionale obbligo di portare a termine la gravidanza costi quel che costi  e l’ incostituzionalità della la pura e semplice volontà della donna e cioè il suo diritto potestativo sul concepito.Atteggiamenti dogmatici non appartengono alla cultura delle donne e sui temi della maternità responsabile sarà sempre possibile stabilire un confronto.Non sul terreno delle intimidazioni morali però, tantomeno della criminalizzazione o peggio di strane equiparazioni aborto/pena di morte.Nel referendum confermativo del 1981 questo Paese percepì il Dramma e la Necessità stabilendo che il difficile lavoro di sintesi tra differenti istanze che era alla base della Legge 194 , andasse preservato.Quello spirito noi dovremmo tutelare senza pasticci, chiedendo che le eventuali innovazioni tecnologiche vengano messe al servizio della tutela del diritto alla salute della madre e del concepito sulla strada già delineata dalla legge 194.

Caos a Berlino (in bocca all’Orso !)

Caos a Berlino (in bocca all’Orso !)

 

 

Ve la cantate e ve la sonate è l’unica risposta possibile alla tanto strombazzata, scaricata, discussa, postata, scena di sesso Moretti – Ferrari in  Caos Calmo di Antonello Grimaldi. La porge con la consueta grazia, Nanni Moretti ai giornalisti e quale migliore occasione di un’anteprima, giocata oltretutto in casa ( ieri al Sacher ) , per una regolatina di conti  (piccola però) nell’eterno contenzioso con la stampa  creativa che ama lavorare al rifacimento dell’opera, ora rimpinzando le recinzioni di fantasiosi simboli , ora esaltando inquadrature o scene che tagliuzzate e decontestualizzate assumono rilievi altri Manco non esistesse niente da dire o da vedere  in un film da un’ora e mezza che quei quattro minuti : tre inquadrature e quattro ciack (e com’è Moretti nudo continueranno a saperlo solo le sue donne e i suoi dottori, per dirla con Brassens). Un po’ di pepe e di polemica alle Presentazioni ci vuole e poi Moretti sembra tornato friccicarello, in vena e (si dice) finanche in procinto di riprendere a girotondare….

Unico film italiano a Berlino Filmfestival – questa intanto potrebbe essere  la vera notizia di cui  scrivere,  e bene ha fatto Moretti  a mostrare i ritagli dei giornali evidenziando la differenza tra lo spazio destinato alla famosa scena e  quello, ridicolo, della partecipazione al Concorso – Felice si è rivelata anche l’idea di far sceneggiare il film dallo stesso Moretti che si è mostrato, semmai ci fosse stato bisogno  di conferme , capace di condensare il tema dell’elaborazione del lutto attraverso la presa di distanza e il riallineamento delle Cose, in un lavoro bello, diligente, credibile, misurato, privo di qualunque sciatteria, in pendant con una regia altrettanto essenziale e assai concentrata sulla panchina , punto di partenza del viaggio sulla strada del risanamento.  Prova d’attore convincente, come d’abitudine –  non era più pornografico il ruolo dell’onorevole ne il Portaborse di Daniele Luchetti? – ma sono bravissimi, e con discrezione diretti, anche Valeria Golino, Silvio Orlando, Alessandro Gassman e che dire di Roman Polanski nel breve passaggio in cui impersona il Presidente di una società in cui lavora il protagonista?. Alla fine della proiezione un altro Quesito Fondamentale è stato posto.Non sarà che  Caos Calmo è un film un po’ troppo morettiano? Mentre i posteri raccolgono la sfida, auguriamo al film  buon viaggio nelle sale in cui sarà a partire da venerdì prossimo (e in bocca all’Orso)

Caos Calmo è un film di Antonello Grimaldi. Con Nanni Moretti, Valeria Golino, Alessandro Gassman, Isabella Ferrari, Blu Yoshimi, Hippolyte Girardot, Kasia Smutniak, Denis Podalydès, Charles Berling, Silvio Orlando, Alba Caterina Rohrwacher, Manuela Morabito, Roberto Nobile, Babak Karim. Genere Drammatico, colore – Produzione Italia 2007. – Distribuzione 01 Distribution

 

Il talento di Cassandra

Il talento di Cassandra


Fare un film l’anno significa mettere un limite alla possibilità che ogni volta si tratti di un capolavoro eppure il  talento di Woody Allen molto vive di questa costante necessità di esprimersi ed è forse per questo che, pur nella discontinuità, ogni suo film mantiene comunque tracce evidenti di autentico genio cinematografico. Il risvolto di tanto allenamento è che il mestiere del cineasta si alimenta  e cresce nell’esercizio , ciò  non può non contribuire a realizzazioni sempre più accurate in termini stilistici . Magari questo non basta a garantire che il film abbia anche anima, cuore – elementi indispensabili – ma, per esempio, un Philip Glass, autore delle musiche e questo direttore della fotografia così sofisticato, contribuiscono alla riuscita del progetto tanto quanto il dialogo e i bravissimi attori e sono l’esito di una continua ricerca, altro elemento costante nel cinema di Allen. Accolto, fin da Venezia  con poco entusiasmo  ma questo capita sovente quando Allen non recita nei suoi film,anche per l’emento noir che qualcuno comincia a ritenere, a torto, troppo ricorrente e stucchevole. Dice Woody Allen che il tema del delitto è oro per il regista ( esattamente come lo è per lo scrittore ) io aggiungerei che la connessione delitto – mancanza di castigo è  assai più preziosa, poichè se l’indagine sui moventi rivela universi interi, quella  sulle coscienze al lavoro e conseguenti autopunizioni o autoassoluzioni, è un pozzo senza fondo di percorsi ora distruttivi, ora catartici estremamente più ricco e variegato. Storia di due fratelli, della loro ansia di riscatto sociale risolta in un delitto. Finale che sarebbe colpevole rivelare. Forse un errore far uscire in Italia il film con il titolo maltradotto di Sogni e Delitti, quando Cassandra’s Dream , l’originale , era già perfetto. Da vedere ma, come raccomanda Allen stesso, non in DVD. – Il cinema è un’esperienza sociale – ci fa sapere.(giustissimo ma anche possedere le opere che più ti piacciono non è cosa di poco conto).

Sogni e delitti è un film di Woody Allen. Con Ewan McGregor, Colin Farrell, Peter Hugo-Daly, John Benfield, Clare Higgins, Ashley Medekwe, Andrew Howard, Hayley Atwell, Sally Hawkins. Genere Drammatico, colore 108 minuti. – Produzione USA, Gran Bretagna 2007. – Distribuzione Filmauro

Cartoline dalla Vetrata (con Cerimoniali )

Cartoline dalla Vetrata (con Cerimoniali )


Ad ogni crisi. Prima di tutto il Cerimoniale : per ogni partito convocato :  assetto minimal :  leader, capogruppo al senato, capogruppo alla camera, portavoce.Ovvero, versione extended : tutti quelli già detti, più : Grande Vecchio (qualora se ne annoveri uno) o personaggio pari prestigio . Drappelli che si avvicendano tra Studio alla Vetrata e, finito il colloquio col presidente, postazione  stampa, un gruppo via l’altro . Certo arrivati fin lì ( il Colle è una bella scarpinata persino in autoblù) i toni si stemperano per cui Bossi deve lasciare il suo  ciapum el canun in anticamera accanto ad analoghi propositi di marce su Roma per reclamare , a consultazione aperte e governo dimissionario, il voto anticipato. Ma non è tutto . Ad ogni crisi , il vocabolario si amplia  governo di scopo ( come le tasse) o governo a termine (come i contratti)  governicchio (come gli avvocati da poco) ma alla fine del giro di consultazioni non c’è variazione lessicale che tenga , ognuno rimane sulla propria posizione. Cioè quelli del cogli l’attimo – al voto! al voto! al voto! –  nella speranza che i sondaggi si materializzino in consensi e che lo scontento porti loro in dono anche gl’incerti e quegli altri del Tempo delle Riforme, della Riforma , magari anche solo del Referendum., sperando di riprendersi e di riallacciare i rapporti con l’elettorato . Ma la crisi non è affare di semplice ingegneria elettorale , già di per sè complessa. Se i temi che pur vengono agitati in scomposte strumentalizzazioni tivvù , avessero una qualche chanche di non essere puri manifesti o capziose testimonianze di cumuli,di dissesti e di obblighi domiciliari, dovrebbero trasformarsi in Volontà , e la Volontà  in Fare Politico e il Fare Politico poggia su Regole e noi sappiamo di averne non più sufficienti a contenere l’urgenza, le necessità, il nostro essere in Europa . Aggiudicarsi la terza insalatiera non sarà sufficiente. La Casa delle Libertà si presenta al voto schierando diciassette formazioni  che sarebbero la versione semplificata di ventisei tra gruppi e partiti .Il leader della coalizione è quello del 1996 e del 2001, il sistema elettorale è lo stesso che connesso con l’eterogeneità della compagine di governo, può  produrre l’ingessatura dell’intero Sistema. I pronostici, per quanto rosei possano essere, assegnerebbero al Senato pochi voti di scarto agli eventuali prossimi titolari di palazzo Chigi  e se è pur vero che il centro destra ha dimostrato miglior capacità di comporre i propri dissensi, non ci sono egualmente garanzie sufficienti di stabilità. Mi colpisce che l’espressione più utilizzata dal centro destra in questo frangente sia perdere tempo riferito alla scrittura di Regole basilari per la democrazia. L’immagine suggerita è quella del Cerimoniale, dei bizantinismi,di un Paese che si ferma mentre il Parlamento si occupa di formalità.Cosìnon è. Abbiamo impiegato un’intera stagione a prendercela con la Casta enumerandone le malefatte, la protervia, la litigiosità l’allontanamento dal paese reale e adesso abbiamo urgenza estrema, di correre a ricostituire quel sistema per di più a regole e personaggi pressocché immutati? Non abbiamo da perdere che le nostre catene, come diceva quello, a dar retta a Franco Marini non fosse altro per la sua scarsa inclinazione cerimoniale.