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Mese: Giugno 2008

Disertiamo tutti i festival italiani !

Disertiamo tutti i festival italiani !

spilla100autoriDopo anni, il cinema italiano era riuscito a ottenere dal precedente governo due norme vitali per il suo sviluppo, tax credit e tax shelter, misure che lo mettevano alla pari con gli altri paesi e lasciavano sperare in un rilancio e in una crescita artistica e industriale.

Ora invece siamo al paradosso: un governo liberista, che dice di voler aiutare l’imprenditoria del nostro paese, CANCELLA QUESTE NORME, lasciando solo quelle che aiutano il cinema USA e le ristrutturazioni delle sale cinematografiche.
Visto che si produrranno sempre meno film italiani, ci chiediamo perché rinnovare le sale a spese dei contribuenti. Per migliorare ulteriormente la visibilità dei film hollywoodiani?

La verità è che non c’è nulla di tecnico, nulla di economico in questa decisione. Infatti tutti gli studi anche a livello internazionale indicano che queste misure generano un “ritorno di cassa” superiore a quanto lo stato perde in tasse. Per esempio, in America ci sono oltre 200 misure di incentivazione fiscale per il cinema a livello nazionale e regionale.
Nel resto d’Europa tutti i paesi, anche i più piccoli, hanno forti meccanismi di tax shelter e tax credit per aiutare il cinema, oltre ai fondi statali e regionali di finanziamento per il cinema.
Il motivo per cui tutti i paesi avanzati utilizzano questi incentivi è che si tratta di misure liberiste che non pesano sulle finanze pubbliche, ma che al contrario creano ricchezza in tutto il mercato e aprono a nuovi investitori aumentando le risorse disponibili per produrre film.
Semplicemente, tax credit e tax shelter generano lavoro, generano cultura, moltiplicano i film e le occasioni per rappresentare il nostro paese – ma soprattutto producono libertà culturale. È proprio questa libertà che il governo Berlusconi, liberista a parole, vuole sopprimere.
In campo culturale le misure liberiste preferisce applicarle solo ai film hollywoodiani. I “nostri” film è meglio non farli. Potrebbero, come hanno fatto anche recentemente con riconoscimenti internazionali e successo di pubblico, rappresentare un paese che la televisione ha smesso di raccontare. Meglio, molto meglio che tutti coloro che fanno il cinema, sempre più stretti tra duopolio Rai e Mediaset, monopolio Sky e le grandi distribuzioni americane, rimangano nella condizione di questuanti della politica.

I Centoautori chiedono pertanto le immediate dimissioni del ministro Bondi, il quale pur essendosi impegnato a difendere questi incentivi con dichiarazioni alte e ispirate sul ruolo della cultura e della bellezza, alla fine ha ceduto alle istanze del governo. Un governo che inizia la sua azione mostrando di non avere una visione per il futuro e di non credere al ruolo del cinema nel rilancio del nostro paese.

I Centoautori, d’accordo con le associazioni dei produttori italiani ANICA e API, invitano autori, registi, produttori, attori, al boicottaggio di tutti i festival italiani, rifiutandosi di partecipare a giurie, concorsi e premi.

Non festeggiamo il cinema, mentre il governo fa di tutto per affondarlo.

100 autori

Comunicato dei 100 autori del Cinema Italiano

Spifferi

Spifferi

Democratic PartyPrimo spiffero : D’Alema  “Riformisti e democratici” (Red), costola di Italianieuropei. Vassallo  “Fondazione scuola di partito”. Fioroni and co  Quarta fase” ( con rivista). Fassino, “Pensiero democratico”. Letta  “Trecentosessanta gradi”. Rutelli  “I Coraggiosi” e – ultima in ordine di apparizione – Controcorrente di Giovanna Melandri, la corrente di quelli contro le correnti, starring nientepopodimenochè Giuliano Amato,  grand deserteur della riunione di Red al Farnese, dov’era atteso in quanto copresidente di Italianieuropei, ieri pomeriggio. In agenda poi ci sarebbe  la riunione dei Mille  che senza mezzi termini dichiarano di voler uccidere il padre (curioso ordine del giorno ma.. problemi, come si dice in questi casi, loro ). E’ ignoto se questo parricidio comporti necessariamente il farsi corrente o fondazione o quel che l’è, ma questo lo sapremo dopo l’assise  di luglio (o forse mai, che è lo stesso). Questa, più o meno, la mappatura delle Correnti a stasera. Devo dire che non considero tutto questo movimento ( ce n’è parecchio) un sintomo di crisi che casomai, si evidenzierebbe altrove. Del resto seppur meno esposte ai rumors e alla mediacità,  all’interno del PCI ci sono sempre state, ne sanno qualcosa Giorgio Napolitano e Armando Cossutta, entrambi capofila di rispettive compagini, attivissime e quasi mai allineate, lo dico così  ..tanto per citare un paio di esempi di quanto sia nuovo, il nuovo che ci avanza. E va da sè che non siamo nemmeno al Passato che ritorna, se ognuna di queste organizzazioni riuscisse ad attirare con le proprie iniziative,  l’interesse di cittadini politicamente non schierati, a immettere energie altre nel circolo chiuso di dinamiche stranote,  questa fioritura tardo primaverile sarebbe persino un bene. Così purtroppo non sarà, ognuno parteciperà ad un numero imprecisato di riunioni, con gli amichetti propri ( sempre quelli, perchè oramai nemmeno chi sta con chi provoca sussulti rispetto all’andazzo generale, sonnacchioso anzichenò) e poi quando sarà il momento i più bravi presenteranno il conto. Cioè in soldoni chiederanno la rappresentanza nelle liste elettorali di futura compilazione. Davvero crediamo ancora alla Befana?

Il secondo spiffero arriva da qui  – gran delusione – e cioè dalla oramai consueta  rampogna del neo designato Wittgenstein  ( dunque non eletto come gli altri) alla Direzione Nazionale, peraltro su proposta del Segretario del PD Veltroni (ma de eso no se habla). Che strazio …ma è ovvio che essere giovani non basta esattamente come non basta  essere vecchi, ma sta storia finirà col diventare  un tormentone senza senso se non viene quantomeno mutato il registro. Intanto perchè nel caso di specie i gggiovani  hanno mediamente quarantacinque anni, il che non li colloca propriamente all’interno della categoria classicamente intesa, e poi perchè molto più semplicemente l’idea che conoscere il mondo coincida con avere confidenza con Facebook o con la Rete è di una banalità sorprendente. Le uniche credenziali possibili, sono i voti riportati da qualche esponente del citato elenco alle primarie o peggio alle elezioni. Che altro? Con tutto il rispetto per i curricula di tutto rispetto, in una organizzazione democratica contano le proposte, quelle che  ancora non ci è capitato di conoscere. Le aspettiamo da un anno a questa parte. In mancanza, stiamo ascoltando esclusivamente  le lamentazioni che poi vengono  rimpallate dai blog,  ma quanto può durare? Tutti dicono che il problema è culturale ( e vai col tango della nuova cultura) che  bisogna trovare altri linguaggi su sicurezza, legalità e giustizia per rivolgere ai cittadini le nostre proposte che – attenzione! – non devono essere  costruite sulla scorta di  quelle della destra ma autentiche originali e in armonia con la nostra formazione di sinistra. E poi? E poi basta.Tutti si fermano lì. Al limite ci  si  lamenta, mentre tra un sospiro e una sgranata d’occhi  ci si interroga smarriti su cosa faccia l’Opposizione. Forse continuiamo ad essere  in balia delle vecchie nomenclature perchè il  nuovo che qualcuno va squadernando da mesi  non poggia su un’iniziativa politicamente dignitosa?

Greetings from Sherwood

Greetings from Sherwood

Sherwood

Certo la Robin Tax – tassare i ricchi per redistribuire ai poveri – suggestiva e tanto accattivante da essere stata lo spot di parecchie  campagne elettorali  americane, consta di un solo trascurabile inconveniente : quello di essere una tassa che facilmente si ri-trasferisce sui cittadini sotto forma di aumento dei prezzi. Sperare che la Compagnia Petrolifera XYZ, si arrenda al balzello senza rivalersi sui consumatori, appartiene all’area della  leggenda quasi quanto l’arciere di Sherwood. E che l’intera trovata sia invece, in tutto e per tutto, degna di Giovanni il Re Fasullo d’Inghilterra e dello Sceriffo di Nottingham , è indicato dalla scarsa reattività  alle variazioni di prezzo tipica della domanda di carburante. I consumatori per difendersi dovrebbero cambiare radicalmente abitudini, ci vorrebbero anni per spegnere qualche luce e chiudere le macchine in garage, quindi XYZ ha tutto il modo di praticare gli aumenti  che vuole, senza particolari preoccupazioni di  contraccolpi sulle quantità vendute. E’ vero che Tremonti  nel Decreto ha fatto inserire un articolo  in cui espresso è il divieto di traslare le maggiorazioni d’imposta sui consumatori ma è altrettanto vero che ampi settori del mercato energetico, non essendo regolamentati non sono altresì soggetti a prezzi amministrati in virtù di direttive comunitarie….come dire: un cortese invito del Governo ma niente di più. La metà dei proventi di questo prelievo sarà destinato alla copertura finanziaria delle carte prepagate per generi alimentari e bollette. Il resto prenderà altre strade ( ignote al momento) . Nulla è dato sapere dei beneficiari, se non che verrà seguito un criterio anagrafico e anche qui, non è ben chiaro perchè solo agli anziani  e non ai giovani disoccupati per esempio, ma soprattutto perchè lo Stato dovrebbe sobbarcarsi  dell’onere organizzativo – stampa distribuzione gestione amministrativa delle card –   quando potrebbe erogare direttamente i quattrini agli aventi diritto. Nelle pieghe della Robin Tax, ci sono macchinazioni a non finire, dalle royalties per l’estrazione del petrolio su territorio nazionale, al prelievo sulla rivalutazione delle scorte di magazzino ( che non sono tutte su territorio oltre che costituire in gran parte, l’intoccbile riserva strategica )  all’incremento dell’IRES sull’intera filiera petrolifera (dalla produzione alla distribuzione) e sulla stessa generazione e commercializzazione dell’energia elettrica. Ma non sarebbe stato più semplice attingere dai dividendi che lo Stato deve incassare dall’ Enel e che oltretutto sarebbero stati soldi veri già pronti per l’eventuale uso? Evidentemente si, ma allora avrebbe dovuto davvero pagare lo Stato.  Alla fine della fiera nessuno conosce l’importo del gettito ma una cosa è certa : che nonostante tutti i marchingegni non sarà elevatissimo e che  le card saranno finanziate dall’aumento dei prezzi. Altro che socialismo reale tremontiano. Da noi agli anziani insomma,  non senza l’importante mediazione pubblicitaria di Tremonti Nottingham. E con questo il governo ha messo a posto anche  i poveri. Va a dir male della creatività  e della sveltezza ( nove minuti di consiglio dei ministri) che qui a Sherwood – per chi non se ne fosse ancora accorto – è tornato a splendere il sole.

Nell’illustrazione la foresta di Sherwood.Quella vera.

Con Veltroni senza se e con un solo ma

Con Veltroni senza se e con un solo ma

Walter23

Mentre la nave affonda, le beghe interne del Partito Democratico risultano interessanti all’elettore di buona volontà, quanto l’orario invernale degli autobus di Topeka, Kansas . E di beghe interne, vere e presunte, erano pieni i giornali già da prima  dell’incontro di venerdì a Roma, quando ogni testata che si rispetti ha dedicato  – oh, ma che eccitazione!  - quel tanto di spazio, alla mappatura delle Fondazioni o correnti che dir si voglia. Alcune vistose assenze e l’intervento di Parisi in sede di dibattito, hanno poi fatto il resto, contribuendo con ciò a delineare un quadro di disaffezione e contrasti interni di cui francamente non si sentiva il bisogno. Non discuto il disorientamento, la delusione o il disaccordo che ciascuno dovrebbe avere il diritto di rivendicare, tuttavia qualche obiezione è sembrata  un pochettino di maniera, per esempio  se l’assemblea fosse o meno qualificata e in che misura, ad eleggere la Direzione Nazionale, avrebbe potuto essere un ottimo contendere statutario del quale si investire , per tempo ovvero a suo tempo  quelli che hanno scritto le Regole . I quali mi risulta fossero numerosi e di variegata impostazione, nonchè legittimamente designati a svolgere quella funzione. Che poi le correnti, con o senza  richieste di cambi di vertice, impazzino, non è una novità di particolare rilievo ne’ un fenomeno che nasce col Partito Democratico, come non lo sono le rivolte generazionali ancorchè guidate da personaggi con vent’anni di partito sulle spalle, tutti rigorosamente vissuti da postazioni, minimo dirigenziali. Così, poichè ognuno dichiara essere il proprio malumore  rappresentativo di istanze profondamente sentite e numericamente rilevanti,  Veltroni farebbe bene a fare un congresso  su mozioni contrapposte prima delle elezioni europee : la conta –  ma non solo quella – si rende necessaria a sciogliere le ambiguità e anche a capire la reale consistenza  dei referenti sociali di ciascuna compagine : altrimenti le oligarchie non sono solo quelle che governano il Partito ma anche quelle che al governo del partito, più o meno velatamente,  si oppongono. Tanto per capire se al di là delle geremiadi sulla mancanza di democrazia interna e il mancato ricambio generazionale o del tormentone Prodi si Prodi no, alleanze si alleanze no, antiberlusconismo si antiberlusconismo no, esista un qualche solido progetto di cambiamento, chessò una linea politica, un gruppo dirigente contrapposto all’attuale. Allo stato, mi sembrerebbe più importante rispondere ai cittadini che si interrogano su quale ruolo stia svolgendo l’Opposizione nel Paese, che dare ascolto ai rumori fuori e dentro la scena. Un congresso si rende necessario. Sarebbe questo, per me, adesso , l’unico ma da dirimere sulla via del fare chiarezza.

Che sia ben chiaro…

Che sia ben chiaro…

 

L’ accusa è d’ avere pagato David Mills, avvocato londinese, affinché dichiarasse il falso su fondi neri esteri. La prospettiva di una condanna –  il massimo della pena è otto anni, art. 317 ter c. p., o sei, se fosse applicato l’ art. 377 (indurre al falso chi abbia la facoltà d’ astenersi) – produrrebbe una non trascurabile anomalia : un Presidente del Consiglio interdetto dai pubblici uffici. Impossibile scalare il Colle con una simile macchia sulla condotta . Ecco il perché di provvedimenti assurdi, distanti da ogni logica normativa e sintassi legale, dei raggiri al capo dello Stato, dei toni isterici e violenti, degl’insulti ai magistrati e al Capo dell’Opposizione, reo – a sentire Silvio Berlusconi – di aver prodotto un disavanzo di bilancio furbescamente e speciosamente chiamato buco durante il suo mandato a Sindaco di Roma. Come se un saldo negativo di bilancio, fosse la stessa  cosa che la corruzione di un testimone, come se l’ eventuale  imperizia avesse lo stesso valore  che il dolo.  Se il futuro che si delinea concerne: i soldati per la strada, il Capo del Governo immune, una pletora di provvedimenti illiberali o, a scelta demagogici o che sfiorano l’incostituzionalità, la Giustizia a la carte e l’Informazione col bavaglio, bene fa Veltroni a sottrarsi all’impegno dialogante sulle riforme istituzionali e a chiamare i cittadini alla mobilitazione. Non sarà il ritorno al fascismo ma questa sguaiatezza istituzionale, di sicuro non è migliore di un regime. Inutile che il Premier contrapponga la volontà degli elettori che lo hanno sostenuto numerosi contro quella dei magistrati, per quanto tiepido possa essere l’appeal che le rogne giudiziarie del cavaliere suscitano  presso i suoi sostenitori, non credo che il mandato che gli è stato attribuito comprenda un postulato d’innocenza a prescindere dai giudizi. Qui si amministra ancora la Giustizia in nome del popolo italiano.Tutto.