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Mese: Giugno 2008

Nel buio della notte

Nel buio della notte

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Francesco Munzi  unico rappresentante italiano alla Quinzaine des Réalizateurs con  Il resto della notte, in realtà ci aveva già introdotti  al piacere forte del suo registro narrativo essenziale, dirigendo  Saimir,  aspro e bellissimo film d’esordio incentrato sulla fase di passaggio all’età adulta di un giovane immigrato albanese e sul suo deciso rifiuto dello stile di vita paterno fatto di traffici oscuri e piccola criminalità rassegnata. Confermando la propria vocazione al Presente e ad un cinema civile, il Munzi del Resto della notte invece  incrocia i destini di una ricca famiglia del nord con quelli di un gruppo di immigrati rumeni che conduce pericolosamente  la propria esistenza tra esperienze delinquenziali e frantumazione dei rapporti famigliari. Trait d’union occasionale tra i due mondi, una domestica rumena accusata di furto.

Ed è intorno a questo episodio che si sviluppano tra i due ambienti reazioni  e scelte assolutamente speculari, compiute per negligenza, amoralità o  desiderio di facile guadagno. Come pure è identico in tutti, il desiderio di un futuro migliore  che però non riesce in alcun modo a divenire motore di autentico cambiamento. Molte cose sono cambiate e tra Saimir –  che è del 2004 – e il Resto della notte probabilmente si è smarrita la speranza espressa dall’istinto ribelle del giovane albanese. Questo invece è un film sulla Paura dell’Altro che prosperando nell’ incertezza di un mondo senza giustizia, facilmente si trasforma in senso del pericolo incombente, in Minaccia  che Munzi è molto bravo a concretare attraverso una regia distaccata e un uso sapiente del fuori campo, laddove il dramma si risolve al di là del piano d’azione, spesso nella disperazione stampata sui volti di chi vi assiste. Ma c’è nel film un avvertimento direi esplicito contro l’assuefazione, la resa generale, il non voler effettuare distinguo o riconoscere responsabilità individuali. Una lettura della realtà spietata senza buonismi o cattivismi di sorta e che attraverso le storie di gente comune rinviene gl’indizi di un generale disfacimento.Tutti bravi gli attori, straordinario il montaggio.

Il resto della notte è un film di Francesco Munzi con Sandra Ceccarelli, Aurélien Recoing, Stefano Cassetti, Laura Vasiliu, Victor Cosma, Constantin Lupescu, Valentina Cervi, Susy Laude, Teresa Acerbis. Genere Drammatico, colore 100 minuti. – Produzione Italia 2008. – Distribuzione 01 Distribuzione

Acqua passata, scampato pericolo

Acqua passata, scampato pericolo

La poesia di Pierpaolo Pasolini  è titolata A.G.L Rondi  e dice  Sei così ipocrita, che come l’ipocrisia ti avrà ucciso/ sarai all’inferno e ti crederai  in paradiso. Risposta in versi, a buon diritto avvelenati,  alle stroncature che puntualmente accompagnavano l’uscita di film quali Accattone o il Vangelo del quale  Rondi era fiero, quantunque  non isolato, detrattore. Come lo fu, del resto, di Ferreri e di Antonioni . Acqua passata. Nell’ introduzione al suo libro Prima delle “prime “ che è del 1998 e raccoglie le recensioni  dal 1947 al 1997, Rondi fa pubblica (ed onesta) ammenda di quegli errori di gioventù. Le sue recensioni, ma direi l’intero approccio con la cinematografia, oggi, sono di tutt’altro tenore e oltre che dell’acqua che è passata, risentono di  un know how di tutto rispetto. Tanto basta per fare di lui un presidente ideale  visti i  tempi cupi che l’Era Alemanna è seriamente intenzionata  a regalarci. La manifestazione che i discepoli di Pierpaolo Pasolini ai tempi della FGCI , Veltroni, Borgna e Bettini, hanno così fortemente voluto, passa nelle mani dell’antico avversario  Rondi. Contrappasso, nemesi, segno dei tempi, Ritorno dei Dorotei Viventi, ciascuno potrà divagarsi come crede con le interpretazioni o con la rievocazione di scelte veneziane discutibili ( ma Luchino Visconti ne difendeva la professionalità ) ovvero ironizzando sulla longevità, argomento un po’ frusto, vista la lucidità e l’impeccabile reputazione a livello internazionale. Rondi è forse l’unico che può rendere meno ingrata l’uscita di scena di Bettini, allontanandosi contestualmente il rischio di presidenti improbabilmente autarchici, la continuità della Festa entro ambiti dignitosi, è garantita. Lunga vita al Cinema.

Il più amato

Il più amato

Brunetta

 

Non si capisce bene perchè la notizia dei nove licenziati ATM ( tutti per giusta causa, anzi sacrosanta ) debba essere contrabbandata come indizio di rinnovata  severità  ed efficienza, nonchè merito indiscusso delle magie di un governo che da quando è  in carica, tutti sollecita a diventare migliori. E meno male che il sindacato avverte che l'ATM, anche governando esecutivi più mollaccioni, abbia fin qui viaggiato ad una media di 35 risoluzioni contrattuali l'anno. Parecchie in verità, se fossero tutte per giusta causa comincerei a preoccuparmi. Che fa il Responsabile aziendale, invece di governare la risorsa umana, dorme? Non ha letto il Piano Industriale ? Trentacinque licenziati l'anno, sono un discreto fallimento sul terreno dell' Organizzazione del Lavoro , anche  in costanza di bilanci in attivo,  come da precisazione velenosetta del vice sindaco di Milano. Ma queste sono ipotesi destinate ad essere definite con disprezzo di scuola. E che  la scuola sia poi quella che tira avanti le grandi imprese nel mondo, poco importa. Ad ogni buon conto, il più amato dagli italiani, in questo momento, è Renato Brunetta che ancor prima di mettere mano alla ristrutturazione l'aveva pur detto di contare sul sostegno del 95% degl'italiani e che si è dato  un anno di tempo per rimettere in sesto la Pubblica Amministrazione e siccome lo spot d'insediamento si è risolto in due parole chiave :  licenziamenti e fannulloni, i cittadini hanno tirato un respiro di sollievo : era ora. In realtà   il Piano Industriale presentato a fine maggio non dice niente di nuovo di quel che è già stato annotato dai predecessori, qui, a  parte l'abuso di aziendalese, tra customer's satisfaction ( i can get no…) e project financing o common assessment framework, oltre  l'ennesima ridefinizione del ruolo dei dirigenti, si apprende che lo stop del tourn over rimarrà, come (insostituibile) fonte di  finanziamento per gl'incentivi ai meritevoli, non unica per la verità, le altre deriveranno dal risparmio dei materiali di consumo e nella vendita degl'immobili. Più che  oh finalmente ci sarebbe di che dire, speriamo bene. Vedremo come tutto questo empito di buoni propositi verrà travasato nel Decreto di prossima uscita. Al momento vien solo fatto di rammentare un po' a tutti  che il settore pubblico non è fatto solo di impiegati ma di medici, infermieri, vigili del fuoco, insegnanti e che la tipologia di servizio fa la differenza quando si tratta di affrontare organizzazione, economia e ottimizzazione. Sono curiosa di vedere come se la sbroglia Brunetta, in questi casi, con la misurazione e valutazione delle organizzazioni pubbliche . Intanto il contratto degli statali che sarebbe stato doveroso affrontare, subisce un curioso trattamento : prima la trattativa sulle misure antifannulloni ,con tanto di introduzione del reato di truffa aggravata per i malati immaginari ( sennò come fa a rimanere nel cuore di noi tutti?) poi in un secondo momento l'avvio del negoziato ma solo dopo un serio impegno del sindacato  a collaborare nel programma di ristrutturazione della macchina statale. Sempre che il ministro riesca a mantenere il  tavolo in entrambe le fasi. Magari qualcuno si alza e se ne va, come è già successo . Al momento siamo ancora alla richiesta  di Epifani di chiarimenti in merito agli orientamenti precisi che intende assumere .In seguito vedremo se Brunetta è destinato a rimanere nei nostri cuori o a essere soppiantato dal Guardasigilli o dal Ministro degl'Interni magari per qualche nuova trovata sull'immigrazione o sui Rom. Ho idea che dopo la luna di miele, bisognerà aspettare la crisi del settimo anno per vedere luce.Sempre che non si tratti di amore eterno.

Non bevi, non fumi, non guidi la macchina..ma ti godi la vita tu?

Non bevi, non fumi, non guidi la macchina..ma ti godi la vita tu?

Risi aveva un talento speciale per raccontare le fasi di passaggio – epoche di transizione le chiamano , quei periodi della storia di un Paese , densi e complessi  in cui un’ aspra coabitazione tra passato e presente, quasi mai lascia intravedere un futuro definito. Le incertezze che ne derivano prendono pieghe diverse : speranza, curiosità,crisi ma anche orrore ed inumano cinismo. Poggiando su basi solide la sua leggerezza di narratore – in immagini, in prosa e anche in versi – che si risolve in un modo acuto di osservare le cose – dal particolare all’insieme, senza mai un errore o una sbavatura –  e in una grande intelligenza, il suo lavoro risente di una mescolanza d’ ironia e senso del Dramma: una ricetta di sicura riuscita nell’ambito della Commedia. Ed eccoci ad Una vita difficile alla caduta del sogno, dalla Resistenza al Referendum all’attentato a Togliatti, e infine al risveglio in una realtà che sembra non poter essere affrontata senza compromessi. E ancora si continua con decine di film dalle alterne fortune ma sempre incredibilmente ancorati alla realtà. Dai vecchi ai nuovi Mostri si può registrare una sorta di mutazione del cinismo, di evoluzione in senso peggiorativo, si comincia con l’educazione all’egoismo e alla prevaricazione, si continua con il turlupinare moglie e amante e si finisce col consegnare una bomba mascherata da romantico pegno d’amore ad un’ignara quanto innamorata hostess di linea aerea. In mezzo la quasi totale sparizione di quel po’ di senso poetico rappresentato dal pugile suonato con l’aquilone e che nella nuova serie s’intravede, ma è  un attimo solo, nell’orazione funebre per Formighella comico da avanspettacolo al quale i compagni di lavoro dedicano, tra le lacrime, l’ultima passerella ..Fe-li-ci-bum- tà. Un po’ si era preparati a salutare Dino Risi (ma in definitiva non  abbastanza).

Testardamente : Parità Dignità Laicità

Testardamente : Parità Dignità Laicità

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Qui Tutte le informazioni, il documento politico, la piattaforma rivendicativa, il pullman fucsia (che ieri ha compiuto la famosa tratta altrimenti  detta  delle basiliche, tanto per ribadire), il percorso,  l’inno ufficiale, le adesioni  e il resto delle storie sui carri, le gabbie, le ministre all’ombra in apertura del corteo  e quelle al sole riprodotte in dodici esemplari – una al mese, da gennaio a dicembre, inesorabilmente –   i patrocini che ci sono e quelli che mancano, le piazze promesse e quelle assegnate. Oggi però è festa e il concetto chiave che precede le asserzioni di rito: Parità Dignità Laicità, ha un suono che mi piace :  Testardamente. Dunque il Pride si farà con o senza benedizioni e consigli di stile, di  capitolina o ministeriale provenienza, per ribadire, negli abbigliamenti e con le modalità che si riterranno più convenienti, il non irrilevante, per un paese civile,  tema dei Diritti.I quali, vedi un pò, non sono una benevola concessione ma un fatto preciso : Mario & Ugo, Giovanna & Teresa, non possono essere destinatari di un trattamento differente da Mario & Maria quanto a successioni, reversibilità, adozioni. Tutto ciò senza tralasciare nemmeno Giovanni, che essendo diventato nel frattempo  Esmeralda, ha diritto ad un lavoro e ad un’esistenza dignitosi.Testardamente. Cioè a dire : qualunque sia l’atteggiamento dell’interlocutore istituzionale. E ora …che Orgoglio sia.