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Mese: Luglio 2008

Si potrebbe tutti quanti andare…

Si potrebbe tutti quanti andare…

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…a Piazza Navona oggi pomeriggio, i buoni motivi nemmeno mancherebbero, la democrazia è in pericolo e  l’indignazione è come il dolore secondo Shakespeare, bisogna che abbia voce . Poi, benedicenti Micromega, Repubblica  e l’Italia dei Valori, la lista delle adesioni eccellenti si allunga e ad ogni nome – ohhhhhh – anche la nota delle  motivazioni, delle perplessità e dei distinguo, si arricchisce. Abbiamo Pardi, Furio Colombo, Guzzanti figlia, Camilleri, Eco, Travaglio, Ravera, Celestini, Hack e tanti altri ancora.  Ma chiunque abbia più di quindici anni, oramai sa bene che la partecipazione ad una protesta è tanto subordinata al chi c’è quanto al chi manca  non, irrilevante questione – a  chi marcia in testa e perchè. In questione, inutile negarlo,  è il modo di fare opposizione, un nobile argomento, intorno al quale saremmo in molti a voler prendere la parola, se non fosse posto in chiave di competizione tra IDV che si propone come unico baluardo contro la degenerazione e  PD accusato di poca reattività nei confronti della maggioranza quando non di inciucio . Come dire che la contesa è tutta domestica e che Di Pietro contende a Veltroni il primato, pescando però in un bacino di consensi che è sempre il medesimo. Magari sarebbe il caso di cominciare a rivolgere la parola a quei cittadini che votano  centro destra ma che berlusconiani non sono affatto. Magari, in tal caso,  per rendere più interessanti le argomentazioni , le rogne giudiziarie e le avventure erotico sentimentali del cavaliere, non bastano. E anche a noi aficionados non farebbe male sentire cos’hanno da dire Di Pietro and co sull’impoverimento del Paese, sulle impronte ai ragazzini Rom, sulla politica caritatevole di Tremonti, sulla militarizzazione di La Russa, sul nucleare di Scajola o sullo smantellamento  che Brunetta e Sacconi hanno in animo di eseguire quanto a diritti dei lavoratori. Dov’è che vogliamo andare a cercare l’essenza vera delle politiche della destra e dare battaglia ? In questi provvedimenti o nel fatto che Berlusconi sia un essere indegno, un satiro telefonico, pieno di avvocati e di Procedimenti sul gobbo? La piazza di oggi pomeriggio è variegata e tuttavia rispettabile, viene impropriamente paragonata ai girotondi di buona memoria, ma quelli, pur con tutti i loro limiti, nacquero da un’iniziativa spontanea e per tutto il tempo che furono in vita, seppero interpretare un malcontento sotterraneo della sinistra rispetto alla propria classe dirigente. Al loro interno c’era la sinistra sociale e la società civile ( a proposito di chi manca, oggi a piazza Navona ) , avevano nella zucca un’idea di Società e di Giustizia da non asservire al Capo del Governo e però che fosse tale da non ammazzare i poveri cristi. Non li ho mai frequentati ma li ho visti all’opera : per il loro porsi come intelocutori attivi, per la loro volontà di dialogo che nulla aveva a che vedere con l’offerta di un contraltare, erano altro . Probabilmente oggi a  piazza Navona manca qualcuno che dal palco dica Con questi movimenti non si vince ! No, non ci sono motivi al mondo, per augurare alla manifestazione di oggi pomeriggio l’insuccesso.Tranne forse uno :  che Giorgio Napolitano sia lasciato fuori dalle polemiche, proprio per il ruolo di equilibrato garante, fin qui svolto. Poi si può discutere su tutto ..il PD, l’IDV, il Lodo, lo scambismo, l’immunità ….persino se la palma del miglior oppositore se l’aggiudica Di Pietro o Veltroni, persino se la piazza di stasera sia di sinistra o di destra …ma non bisognerebbe mai dimenticare che il primo argine contro la barbarie è proprio la buona tenuta delle Istituzioni. Chi ha a cuore la Giustizia, dovrebbe saperlo molto bene .

Simone, Joséphine, Nathalie

Simone, Joséphine, Nathalie

La Passerelle Simone De Beauvoir nel XIII arrondissment  parigino, è un ponte pedonale in metallo e legno realizzato dall’ architetto Dietmar Feichtinger che del congiungimento – quando si tratta di includere strutture nuove tra contesti  differenti  e non solo di semplici  passaggi tra una sponda e l’altra del fiume – ha un’idea molto precisa. La costruzione, molto ardita e priva di piloni centrali,  quindi con piacevole effetto di amaca sospesa sull’acqua,  è strutturata su più livelli, ed è stata concepita  per ospitare mostre ed iniziative culturali. Collegando  la Biblioteca Nazionale François Mitterand al parco di Bercy, consta da un capo all’altro del ponte di prospettive paesaggistiche totalmente diverse, da una parte un quartiere modernissimo sorto laddove erano mulini a vento e vinattieri  e dall’altra un bosco.

Se la visita parigina cade di questa stagione – meglio lasciar perdere Aznavour che promette mirabilia : à Paris au mois d’août ci fa un caldo pazzesco, altro che storie,  mentre è meglio fidarsi sempre e solo di Jacky e  della sua  Je suis un soir d’été   – ed è,  come auspicabile, di quei soggiorni senza fretta, avendo in precedenza evaso il Louvre, Les Invalides, la Tour, nonchè gli Champs-Élysées  , si può dedicare alla Passerelle e ai bellissimi dintorni, una giornata intera.  Lontani da itinerari turistici, si può imparare ad usare la città mescolandosi ai parigini, che poi è sempre il modo migliore per godersi la vacanza.  A pochi metri dal ponte infatti, somigliantissima ad un’ imbarcazione, “galleggia" la piscina Joséphine Baker che sfrutta l’acqua (depurata!) della Senna ma  soprattutto le relative piacevoli atmosfere, dalle banchine, agli alberi, ai battelli, essendo completmente all’aperto, d’estate (mentre d’inverno o in caso di pioggia viene chiuso il tetto ed è circondata di vetrate) . La piscina, che è comunale, offre una rosa di efficientissimi servizi oltre all’illusione di nuotare nel fiume . Qui sopra, nell’illustrazione a sinistra, la piscina in versione diurna e qui sotto invece, di notte quando viene coperta. Il palazzo che la sovrasta è  la Biblioteca Nazionale.

Tutto il XIII arrondissment  è una zona  in fase di costante evoluzione ed è assai istruttivo guardare in che modo viene declinata  la convivenza del nuovo con l’antico, vuoi  recuperando e conservando quanto è possibile,  vuoi col metodo dell’inclusione di strutture moderne come la Biblioteca Nazionale o la Passerelle De Beauvoir o la Piscine Baker. Un’estrema vivacità di iniziative culturali poi, mantiene attivo l’insieme, garantendo  un’ affluenza di pubblico di ogni tipo, obiettivo ed essenza  vera di ogni progetto di riqualificazione . La giornata  potrebbe avere un’ adeguata conclusione in un ristorante di cucina tradizionale francese. Un po’ defilato, poco frequentato dai turisti e  a soli dieci minuti dalla Biblioteca, percorrendo una via pedonale vicinissima al giardino della Montgolfiére, Chez Nathalie, è un posto tranquillo con discreta carta di vini, cucina accurata, servizio impeccabile e prezzi non proibitivi.

 

Non ho la foto di Nathalie ne’ del suo piccolo  ristorante che si trova al 45 di rue Vandrezanne. Ripropongo quindi un’ immagine con la passerella, la piscina e la biblioteca nazionale, quel palazzo con la X luminescente che segnala all’interno  la presenza dell’Expo Eros, un’iniziativa di qualche tempo fa. 

(Si può tornare a casa con il  metro alla fermata  Bibliothèque François Mitterand)

La chaleur se vertèbre
Il fleuve des ivresses
L’été a ses grand-messes
Et la nuit les célèbre
La ville aux quatre vents
Clignote le remords
Inutile et passant
De n’être pas un port
Je suis un soir d’été

Jacques Brel Je suis un soir d’été. Sue le parole, sua la musica

 

La grande aventure d’être moi

La grande aventure d’être moi


Castor ( à cause de son esprit constructeur) ha compiuto cent’anni in gennaio, qui da noi è stata distrattamente ricordata per la sua relazione con Sartre, mentre ha fatto gran parlare la pubblicazione di una foto di Art Shay che la ritrae nuda,  di schiena, in una stanza, presumibilmente da bagno, in quel di  Chicago. Correva l’anno millenovecentocinquantadue. Shay era amico di Nelson Algren, lo scrittore americano  con il quale Simone de Beauvoir aka Castor ebbe una, chiamiamola movimentata, storia d’amore. Tanto bastò per autorizzare i contemporanei  a concludere che la furia astiosa de Le deuxième  sex , si doveva al risentimento nei confronti dell’amante. I posteri non furono da meno. Castor del resto, era una figura votata allo scandalo, le definizioni – frigida, ninfomane, manipolatrice, Notre Dame de Sartre, e poi ancora troppo femminista, troppo misogina, fragile, vendicativa – l’hanno trafitta per l’intero arco della vita, mentre  la tendenza a leggere il contributo intellettuale delle donne alla luce dell’avvenenza o delle frequentazioni maschili di un certo rilievo, ha completato l’opera,  curando bene  che il suo nome non fosse mai citato senza essere disgiunto  da quello di Sartre. In Francia comunque, il centenario è stato occasione di numerose iniziative, gran parte incentrate sul suo On ne naît pas femme, on le devient , la premessa cioè di tutta la sua indagine, una sorta di mutazione antropologica in cui tra sesso e genere non c’è causalità ne’ relazione mimetica. Un concetto chiave questo, al quale  è stata dedicata la giornata dell’8 marzo. Si deve invece a Gallimard  la ristampa del suo saggio del 1948 titolato L’esitenzialismo e la saggezza delle nazioni ma soprattutto l’edizione de Les Cahiers de jeunesse (1926 – 1930) una raccolta di diari inediti che differentemente dalle ricostruzioni autobiografiche a posteriori, hanno il pregio di essere un resoconto senza filtri, delle sue giornate da studentessa nella Parigi degli anni venti. Chi è già abituato allo stile  memoires di Simone, troverà in queste pagine una differente verve e la felice scoperta di un panorama culturale raccontato con l’entusiasmo di una giovane donna, vivace e assai dotata. Sono enumerati elenchi impressionanti di opere filosofiche e letterarie, i pomeriggi al  cinema  a vedere Man Ray o più modesti film d’avventura,  la passione per Sophie Tucker, regina del ragtime. Ma il tema centrale del libro è soprattutto  la riflessione meticolosa e sempre  attenta alle dinamiche di costruzione del sé, è qui che si sviluppa la fatica consapevole  di  parlare con la propria voce e non con quella dei genitori, della classe sociale alla quale si appartiene o dell’epoca in cui si vive . Per Castor crescere significava liberarsi dall’impostura dell’ io fittizio ereditato. E  scegliere . Ciò importa la necessità della decisione – sempre onerosa –  che individua e segue  desideri e valori . Decisione che dilaga in queste pagine esuberanti e dalla quale prende forma la “certezza di una vocazione” al pensiero e alla libertà. Una bella introduzione al percorso intellettuale di Simone della quale emerge da queste pagine un ritratto vivo e credibile. Donne, le dovete tutto scrisse Elisabeth Badinter dopo la morte di Simone De Beauvoir ed è sicuramente vero che nelle elaborazioni  di Simone rimangono tutt’ora intatte potenzialità politiche e filosofiche, soprattutto le va dato merito di aver inaugurato una nuova era. Il pensiero delle donne non aveva mai smesso,nei secoli,  di prodursi : scrittrici, mistiche, suffragette, anonime….un magma in ebollizione che aveva però la necessità di essere meditato, chiarito, proclamato. Aveva bisogno che fossero trovate le parole per dirsi. Simone de Beauvoir è riuscita nell’impresa e i prodromi di questa ricerca sono contenuti in questi diari.

Les Cahiers de jeunesse ( 1926 – 1930 ) è un libro di Simone De Beauvoir edito da Gallimard, Francia 2008

Libera

Libera

 

La vicenda  di Ingrid chiudeva i post dello scorso anno nel momento stesso in cui , per il fallimento di una serie di tentativi dell’intelligence e delle diplomazie , le speranze sembravano affievolirsi. Molte cose sono successe da allora, grazie soprattutto alla tenacia della sua famiglia che non ha mai smesso di sollecitare e di tener desta l’attenzione, animando le iniziative di un vasto movimento a carattere internazionale e di numerosi tra governi e istituzioni. Qualche tempo addietro poi, il ritratto della sua rassegnazione, più che della sua prevedibile fragilità fisica, pubblicato dai giornali  di tutto il mondo aveva inflitto  un altro duro colpo alla Speranza di riaverla viva. In modo inatteso, invece, ieri Ingrid è ritornata all’affetto dei suoi cari e del suo paese che di lei ha ancora molto bisogno. Nell’illustrazione, la più bella prima pagina di oggi nel mondo. Sei anni.. ma per dirla con un poeta che lei stessa conosceva assai bene per questa volta lasciatemi essere felice.