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Mese: Maggio 2010

En attendant ( …un parfum sulfureux)

En attendant ( …un parfum sulfureux)

Le  peut remercier Silvio Berlusconi et ses fidèles lieutenants : rien de mieux qu’un parfum sulfureux pour lancer l’édition 2010. En annonçant qu’il boycotterait Cannes en raison de la sélection d’un « film de propagande […] qui offense la vérité et le peuple italien dans son entier », le ministre italien de la Culture, Sandro Bondi, a royalement servi la « promo » de « Draquila », un documentaire sur Berlusconi et le séisme de l’Aquila.

 

« Draquila – L’Italie qui tremble », de Sabina Guzzanti, une imitatrice spécialiste de la satire politique, est en sélection officielle, mais hors compétition. Le film doit être projeté en « séance spéciale ». Il dénonce, dans une réalisation à la Michael Moore, la mainmise d’hommes proches du pouvoir sur les projets de reconstruction de la ville des Abruzzes frappée par le séisme l’an dernier.

 

Pas de quoi fouetter un chat en principe, sauf que l’image du « Cavaliere », identifiée par ses partisans à l’image de l’Italie, est un sujet qu’on ne traite pas à la légère, et Sabina Guzzanti, visiblement, a commis un crime de lèse-majesté aux yeux des lieutenants de Berlusconi.

 

La décision du ministre est loin de faire l’unanimité en Italie, même au sein du Parti de la liberté (PDL) de Silvio Berlusconi. Fabio Granata, un député du PDL, s’est dit « perplexe » face aux explications du ministre, et s’est étonné que l’Italie renonce à être représentée à un événement culturel de la portée du festival de Cannes. Mêmes critiques, plus prévisibles, à gauche.

 

 

Pierre Haski. Rue 89.com

 

Adesso va a spiegare a Pierre Haski, autore dello stralcio qui sopra, che Fabio Granata è un finiano della prima ora e che pertanto all’interno del PDL fa poco testo.

 

Comunque resta il fatto che quelli di Cannes hanno capito tutto, sia sul valore promozionale di certi strepiti, sia sul valore tout court dei nostri politici al governo che non s’è capito a chi vogliano far dispetto col Gran Rifiuto,  se all’Organizzazione, cioè ai selezionatori, se alla Guzzanti o a chi.

 

E meno male che la decisione della Brambilla di esposto alla Magistratura contro il film, presumibilmente perchè lesivo dell’Immagine del nostro Paese con altrettante presumibili ricadute sui flussi turistici, sia passata sotto silenzio, chè altrimenti i frizzi e i lazzi cannensi si sarebbero abbattuti sul nostro capo, più impietosi di quanto non lo siano abitualmente.

 

Ciò detto, il film della Guzzanti, già nelle sale, merita e poichè chi scrive non ha particolarmente  apprezzato le due performances precedenti, ci si può credere.

 

Il taglio alla Michael Moore, giova molto ad un lavoro che è parte di denunzia della reale situazione degli sfollati aquilani attraverso scene di vera e propria  sopravvivenza quotidiana nei campi, parte ruota intorno tema – chiave del colpo di stato silenzioso, parte intorno al ruolo non secondario della Protezione Civile  nella realizzazione del disegno autoritario.

 

Comunque la si pensi, quel che emerge è il solito terrificante museo degli orrori, sempre più privo di un magari tenue filo di speranza che riesca a mitigarne l’idea.

 

Il ministro invece di offendersi farebbe bene a confutare non il punto di vista e le amarissime conclusioni ma i fatti che questo documentario racconta.

 

Se non lo può fare, almeno taccia e insieme a lui tutti i caudatari che identificano il Premier con la Nazione. Così non è. Per almeno la metà dei cittadini di questo paese che, va detto, se vengono turlupinati all’estero è solo perchè continuano a tenersi il governo di cui magnifico esponente è proprio lui.

 

 

Draquila – L’italia che trema è un film di Sabina Guzzanti del 2010. Prodotto in Italia. Durata: 93 minuti. Distribuito in Italia da Bim Distribuzione a partire dal 07.05.2010.

 

Oh siiii

Oh siiii

Lo stadio che da curva a curva,  incoraggia una sola squadra,  è certamente un non- sense. Quindi hanno ragione tutti quelli che tra ieri sera e stamattina, hanno scritto argomentando di facili vittorie, morte dello sport e tifoserie investite di immenso, condizionante  potere .


Devo dire che per quanto possa essere sembrato contronatura, lo spettacolo di ieri all’Olimpico, non mi ha del tutto meravigliata.


Lo specchio del paese –  qualcuno con il tic socio – psico etcetc, ha azzardato.


Diciamo piuttosto,  un discreto pezzo di questo Paese.


Il nemico del mio nemico è mio amico. Un principio che può funzionare solo in guerra, dove l’obiettivo è la distruzione fisica dell’avversario con qualunque mezzo.


Nello sport, anche la mentalità meno decoubertiana di questo mondo, dovrà ammettere che vincere è importante ma per chi ama davvero il calcio il tema centrale resta la competizione, lo spettacolo : la bellezza del gioco di squadra, l’armonia, la qualità delle prestazioni dei singoli, l’intelligenza delle strategie e in particolare l’intuito, la capacità cioè di  vedere l’azione dell’avversario prima che si materializzi.


Senza competizione dunque non c’è gioco e senza nemmeno quello, lo spazio vuoto si riempie d’altro. Quanto allo spettacolo di ieri, una partita a boccette sarebbe stata più elettrizzante. Ora si discute di responsabilità, se dei tifosi o dei giocatori della Lazio.


A me sembra che nessuna delle due compagini sia stata nemmeno per un minuto sfiorata da una semplicissima considerazione : cedere, o peggio, tifare l’avversario per impedire la vittoria ad altri, quando si è quint’ultimi in classifica, non fa parte di nessuna furberia o sottigliezza strategica, è solo un tipico dei perdenti per vocazione.


Una pagina funerea. Altro che nera. Quando tutto è perduto, restare se stessi e vivere il proprio ruolo con onestà è l’unica salvezza.


Il resto – le sanzioni, le polemiche, le squalifiche – sono chiacchiere a posteriori che lasciano il tempo che trovano. Tutti sapevano come sarebbe andata, i tifosi hanno  spazi radiofonici quotidiani, in questa città. Qualcuno ha mosso un dito o polemizzato aspramente, prima che accadesse il peggio ? Macchè.


L’idea è tutt’altro che romantica, si rifà ad esperienze precise : per me la tifoseria sarà sempre rappresentata dall’immagine di Bruno Conti di spalle piccolo piccolo e solo, sotto una curva Sud esuberante e che trabocca di tutto un po’ : bandiere,sciarpe striscioni, affetto, gratitudine, canzoni  oppure  da tutto lo stadio Maracanà che canta cielito lindo. Impressionante, non non è una parola esaustiva.


Mercoledì prossimo, diciamola con Zampa : scende in campo la squadra della Capitale, contro il suo avversario naturale, l’Inter. E che sia almeno gioco , dal primo al dodicesimo uomo in campo.


Dopodichè vada come vada, una lezione di stile sarebbe –  Oh siiiiiiiii – auspicabile.