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Anno: 2011

Elide Catenacci

Elide Catenacci

Chi vince la battaglia con la coscienza, vince la guerra dell’esistenza. Il senso della storia in C’eravamo tanto amati lo butta lì, ad un certo punto, Romolo Catenacci, palazzinaro romano ignorante, nostalgico del ventennio, divenuto ricco dopo la guera in spregio – o come direbbe lui alla faccia –  di qualunque etica, scrupolo o  piano regolatore .


Elide è sua figlia,  malmaritata a uno che dalle Grandi Speranze è approdato alle Grandi Ambizioni, combattendo con la propria coscienza una battaglia troppo breve per non essere sospetta,che prima la sposa per quel che è, una ragazza emotiva, ingenua, semianalfabeta e goffa e poi pretende di cambiarle i connotati attraverso letture, diete e apparecchi per raddrizzare i denti.Tra padre becero e marito pigmaglione sarà inevitabile, per lei, il prezzo più alto.


Si può celebrare Ettore Scola –  che oggi compie ottant’anni – per innumerevoli ragioni, non ultima quella di aver raccontato della generazione precedente alla nostra e di  noi, con una tale ricchezza di particolari da far sembrare ogni finzione più vera del Vero. Ma della sua capacità di definire con esattezza, anche nel più corale dei racconti, i personaggi minori, non si dirà mai abbastanza.Poche inquadrature, qualche battuta e il più marginale dei figuranti diviene comprimario.

Che poi è qualità dei grandi narratori, vuoi  su carta, vuoi a  ventiquattro fotogrammi al secondo.

(Con la speranza che Il Drago a forma di nuvola, passata la tempesta, possa prendere la via del set)

Scavando

Scavando


Credenziali : il bel racconto di Lucentini –  senza Fruttero, uno dei pochi –   divenuto scrupolosa sceneggiatura nel 1964 e, nel 2010, dopo quarantasette anni, film ; un regista più versato a inseguire il progetto che le mode; due interpreti, bravi e dilaganti tra cinema e teatro, in questo caso, alle prese con personaggi spigolosi cui sarebbe stato difficile conferire spessore.


Complessivamente un esercizio di stile, per dirla con Greco, riuscito, se solo si pensa all’apparente inconsistenza della storia o alla difficoltà di far convivere ambientazioni (contemporanee) e  linguaggio ( metà anni sessanta). Scelta appropriata ma spiazzante quanto basta a riprodurre fedelmente l’atmosfera del racconto.


Poi ci sono le rovine di Villa Adriana che dovrebbero rassicurare lui, il Professore stonato factotum di una casa d’appuntamenti, una vita che potrebbe essere raccontato nella sua lingua di trenta parole e lei  ex ospite dello stesso bordello, mancata suicida per amore.E invece niente – ma poi chissà chi eravamo e tutto quanto che era –. Resta il loro incontro e il rapporto di affettuosa solidarietà che ne è derivato. Null’altro.



Notizie degli scavi è un film di Emidio Greco del 2010, con Giuseppe Battiston, Ambra Angiolini, Giorgia Salari, Iaia Forte, Francesca Fava, Annapaola Vellaccio, Emanuele Maggini. Prodotto in Italia. Durata: 90 minuti. Distribuito in Italia da Movimento Film

Primo maggio (su coraggio)

Primo maggio (su coraggio)



Che ci siano piaciuti o meno i concerti di anziani cantanti, le beatificazioni, i negozi aperti, i comizi, le bandiere in fiamme e il consueto vaniloquio,  stasera ci sarebbe da chiudere in bellezza col Gattopardo, di Luchino Visconti.

Film allusivo (dati i tempi) e del cuore (sempre), in copia smagliante e di fresco restaurata . Gentilmente offerto  dalla 7 alle ore 21.30.

I miracoli di Manuela (e di Roberta)

I miracoli di Manuela (e di Roberta)

Le richieste  sono le  solite :  posti di lavoro – con indicazione dell’orario e del turno –   vincite alla lotteria,  guarigioni. Le piccole cose insomma. E qualche preghiera finanche viene esaudita, miracolosamente, visto che Manuela, piccola santa di Librino, ha davvero ritrovato la testa della statua raffigurante la Madonna, ma al contrario di quanto vorrebbe far credere, quella capocciona di gesso si è guardata bene dal rivolgerle la parola.


Dal prodigioso evento all’idea di mettere a profitto i superpoteri della ragazzina – che dal canto suo aspirerebbe al miracolo di ben altre attenzioni famigliari –  il passo è breve.


Ma che ti vuoi aspettare da una madre ex bellona del quartiere – perfetta Finocchiaro nel biondo periferico su incarnato scuro, con smalto nero e stampati  bestiali dal padre distratto e dalla sorella aspirante sciacquetta? Giusto di essere utilizzata a scopo di lucro.Il contesto dei postulanti, privi di speranza, non è da meno.



Roberta Torre ha il piglio, il mestiere, i toni, la scrittura e i colori giusti per raccontare con esattezza qualunque Sud side stori e che la chiave sia noir o musical o commedia o dramma o fantasy o tutto questo messo insieme, poco conta : è bravissima proprio perché, libera dall’assillo del genere, spazia un po’ dove e come le pare. Bellissime le sue gallerie di personaggi da più parti definite  surreali, ma basterebbe farsi un giro in certe periferie per capire che con la parrucchiera Degli Esposti dedita a cotonature mirabolanti, come con altri, si è solo lievemente calcato la mano. Come dire : quanto basta.


A Venezia 2010 nella sezione Controcampo al Sundance o in Russia, ovunque i Baci mai dati hanno catturato l’attenzione che meritano. E se è vero, come sembra, che  Roberta Torre si stia apprestando a girare un film,  titolo provvisorio – ma speriamo che no –  la Caduta dell’Impero, con Leporello, la maîtresse hygiéniste, il ragionier Spinelli e naturalmente il premier, tanto per non fare nomi, forse l’intera vicenda del letto in piazza  ha trovato quel che mancava :  un degno modo di essere raccontata



I baci mai dati è un film di Roberta Torre del 2010, con Donatella FinocchiaroPino MicolBeppe FiorelloCarla MarchesePiera Degli Esposti, Martina Galletta, Alessio VassalloTony Palazzo, Valentina Giordanella,Gabriella Saitta. Prodotto in Italia. Durata: 80 minuti. Distribuito in Italia da Videa-CDE

Honi soit qui mal y pense

Honi soit qui mal y pense

Siccome una non va a farsi fare il cappello da Philip Treacy e la redingote da Vivienne Westwood  nella segreta speranza che tutti gli  intenditori di mode, protocolli, vini e pesci,  raccontino quanto perfetta fosse la cugina dello sposo, i commenti esageratamente schifati  sono sembrati francamente inutili come pure gli anatemi sulle mises di altre ospiti. I matrimoni, si sa, difficilmente sono luoghi d’inappuntabile  eleganza, quelli regali non fanno eccezione.



Tanto più che quel che ha fatto inooorridire stamane, è robetta  rispetto alle tiare, ai veli, ai ciaffi e alle meringhe sgualcite di qualche anno fa. Lo stesso luogo, un altro tempo. Diciamo che stavolta se la sono cavata.


Sotto questo aspetto, non si può dire che l’era Blair sia passata invano.Chiunque visiti l’Inghilterra può rendersene conto. Quando si dice il cambiamento che modifica la vita delle persone attraverso riforme e provvedimenti i cui benefici sono tangibili, manifestandosi nelle grandi come nelle piccole cose. Sempre che aver imparato a divertirsi a mangiare e a vestirsi, da parte degl’inglesi, possa essere considerata una questione di poco conto.


Che invidia vivere in una società che si evolve. Che vuole il cambiamento e l’ottiene. Ma sempre a proposito di invidia, c’è di più.


Esclusi Tony Blair e Gordon Brown  dalla cerimonia nuziale, ufficialmente  per la loro non appartenenza all’Ordine  più ambito, i labour  si sono guardati bene dal rilasciare dichiarazioni indignate, né hanno sollecitato i loro giornali a minimizzare l’ evento o a screditare chiunque. Si sono risentiti, al posto loro, i Tories,  gli avversari politici, rammentando a ognuno che gli elettori, quantunque di altro orientamento,meritano considerazione e rispetto.


Chiamiamolo fair play, chiamiamola ipocrisia, chiamiamola come ci pare, ma per chi, come noi, è abituato, da quasi un ventennio, a strilli, competizioni puramente verbali e svariati nulla di fatto, la finta sincerità del parlare con/alla cosidetta pancia, comincia a dare un senso di ripulsa.

E allora, Dio salvi la regina ( nipoti e cappelli compresi).