Patiner sur glace
Comunque la si pensi in merito alla querelle innescata da Asor Rosa – personalmente credo che di ulteriori Stati di Emergenza si possa anche morire – che oggi torna sulle pagine del Manifesto appunto per ribadire la natura provocatoria del suo scritto, dovrebbe essere chiaro che nessun articolo di giornale, quand’anche invocasse i colonnelli, può essere considerato un giusto contrappeso ai manifesti che paragonano i magistrati alle BR, tantomeno alle esternazioni del Presidente del Consiglio che spara ad alzo zero su qualsiasi Istituzione gli capiti o a quelle di ministri con le pistolettate facili.
Il clima, tra protervia e scoramento, sarà pure quel che sarà, ma il senso del limite non dovrebbe conoscere stati d’eccezione. Un primo ministro non è un editorialista e un manifesto rosso strillante, spiattellato per le strade non è l’articolo di un intellettuale su una testata di modesta – ma solo quella – tiratura.
Pertanto smettiamola di abboccare a qualsiasi amo la destra o Radio Londra ci vogliano gettare : un programma che prima ancora della sigla, perde tanti spettatori quanti ne recupera, dopo cinque minuti, il successivo, qualcosa deve pur inventarsi per trattenerne un po’ incollati alla sedia.
E smettiamola pure di avercela a morte con Asor Rosa (anzi, giù le mani) manco ci avesse infilato in chissà quale inestricabile ginepraio d’imbarazzi o fosse il capofila di una misteriosa corrente di golpisti democratici. Il professore, che pensava solo di avviare una discussione con qualche autorevole commentatore abituato a pietiner sur place e come spesso capita, s’è ritrovato a combattere con una schiera di maldestri con l’attitudine a patiner sur glace, merita, al di là di qualsiasi divergenza, ogni comprensione.