Come a Kabul (per cosa ?)
Anche se di qui a poco – forse hanno già cominciato – diranno che la/le minorenni eventualmente coinvolte nell’inchiesta non sono poi così indifese ed ingenue nei loro abiti, accessori, frasari e atteggiamenti da donna fatta e pure navigata, non importa. Si può ben immaginare quale sarà la futura linea del Piave degli azzeccagarbugli e dei reggicoda, da una parte l’agenda di governo zeppa di impedimenti, dall’altra … lui non sapeva…e come avrebbe potuto? Visto che foto ?
Ecco perchè, prima che attacchi la solfa, la cosa migliore che potesse fare Bersani è stato richiamare l’attenzione di tutti sul fatto che i minori hanno diritto ad una tutela assoluta ed inappellabile.
Ciò premesso, la ragazza della foto qui sopra, non è minorenne ma immagine più precisa della condizione di molte delle giovani donne che si avvicenderanno davanti al magistrato per raccontare la rispettiva versione dei fatti, non poteva offrire.
Coltivare un sogno, un’ambizione, avere un progetto, è il modo migliore di spendere la propria esistenza. E poco conta che il sogno abbia i connotati piccoli piccoli di una particina in televisione, la casa in comodato non sia certo una reggia e il symbol dello status commisurato al resto ( tutto questo sventolio di borse del Malletier famoso per i bauli dei regnanti e dei magnati , altro che bag di serie, vorrei ma non posso).Il punto, infatti, non è l’entità del progetto ma quanto si è disposte a sacrificare per ottenere il risultato, in un ragionamento di proporzioni tra l’una e l’altra cosa per il quale passano, se non la dignità, almeno il quantizzare l’impegno, da ragazze avvedute e intelligenti.
Ed è in questo calcolo che la giovane donna qui sopra dovrebbe accorgersi che se il suo sogno di emancipazione o promozione sociale o quel che è, si risolve nell’uscire di casa paludata come una qualsiasi ragazza di Kabul, qualcosa non funziona e che forse il gioco non vale la candela.
Non riesco a prendermela con le ragazze e nemmeno ad ironizzare sui particolari francamente ridicoli che emergono dall’inchiesta. Maggiorenni (o peggio) minorenni che siano, finchè c’è qualcuno che compra con mezzi così ingenti qualcosa che è tanto al di là della semplice prestazione, il principio paritetico delle compravendite che immancabilmente viene riesumato, manco fossimo al supermarket, va a farsi benedire.
Uso della prostituzione minorile e concussione aggravata : due contestazioni pesanti che riassumono i termini della questione. L’eventuale utilizzatore finale, presunto innocente fino a prova contraria, può avvalersi di tutti i mezzi che lo Stato di Diritto gli concede per difendersi. Lo faccia infine!
La foto della Newpress è dal Corriere.it