Zitto zitto….(ma il primo attore è un cane)
Pare che la voce di John Gilbert, alterata da primitive tecniche di registrazione, si adattasse più a Topolino che al capitano Kovacs, allo stesso modo, la calata tipicamente popolare di Brooklyn, stroncò la carriera a Constance Talmadge, specializzata in ruoli da lady più o meno sophisticated ma, in ogni caso, residente all’altro capo del Ponte.
Negli incubi più riusciti di qualunque divo del muto, il cinema si metteva a parlare e le platee ammutolivano. Ce lo racconta l’aura tragica di Norma Desmond o con toni meno melodrammatici, la trasformazione che Don e Cosmo infliggono ad un tal Cavalier che, in omaggio al nuovo corso, da dueling dovette diventare dancing .
l passaggio dal muto al sonoro, in effetti, non fu indolore, né mancarono polemiche e celebri impuntature – mai e poi mai! – con premonizioni di prossima fine dell’Arte (a vantaggio di quello che oggi si chiama mercato e allora più elegantemente profitto). Il cinema muto, all’epoca tutt’altro che declinante, sfornava capolavori del tipo La Foule, The Enemy, Sunrise: A Song of Two Humans o The Docks of New York e sembrava non aver bisogno di particolari cambiamenti. Men che meno di una rivoluzione.
Tutto questo e molto altro ancora racconta The Artist, arrivato a Cannes – ultimo minuto di una selezione piuttosto ricca dell’infaticabile Frémaux – a mostrarci come un’ idea originale che generi un prodotto di buona fattura, possa mettere d’accordo tutti : critica – ovviamente non quella più intransigente che pretendeva maggior rispetto filologico (ma erano due o forse tre) – pubblico, e – col senno di adesso – selezionatori all’Oscar .
Dunque un film di felice intrattenimento, realizzato come noi immaginiamo dovesse essere un film muto (Murnau non può tornare,impossibile riproporne lo stile, facciamocene una ragione magari organizzando sontuose rassegne in suo onore), in bianco e nero, con lieve accelerazione delle immagini, recitazione intensa e a tratti vagamente gigionesca a raccontare una storia romantica e commovente, irta di situazioni, gags, peripezie e sventati (dal cane Uggie , premiato con apposita palma d’oro per la categoria Dog) suicidi, nonché smagliante lieto fine.
Cosa desiderare di più alla soglia della Grande Depressione ( la loro, la nostra) se non di seguire passo passo la vicenda di un divo caparbiamente ostile al nuovo che avanza, di una starlette in rapida ascesa – e mentre sale lei, precipita lui, sì anche questo è risaputo – di un divertente cagnolino che ne ricorda molti altri d’epoca, godendoci il tip tap forse imperfetto ma scatenato e coinvolgente con l’aggiunta di un bellissimo cameo di Malcom Mc Dowell ?
Il film è valsa la palma (a sorpresa) del miglior attore a Jean Dujardin , bravo lui e proficuo il sodalizio con l’impronunziabile regista Michel Hazanavicius, già sperimentato nella brillante serie OSS 117,l’antiBond francese.Come dire : la parodia nel DNA.
(Il copione parlato consta di un’ unica battuta, fatta di un unica parola. Che poi è anche l’unica che conti : Action!
The Artist è un film in bianco e nero di genere romantico della durata di 100 min. diretto da Michel Hazanavicius e interpretato da Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell,Penelope Ann Miller, Missi Pyle, Malcolm McDowell, Beth Grant,Joel Murray, Beau Nelson.
Prodotto nel 2011 in Francia – uscita originale: 12 ottobre 2011 (Francia) – e distribuito in Italia da Bim Distribuzione .