Ulcéré….
Magari Ayrault,in quanto primo ministro, ha esagerato nel definire minable – patetico – il Depardieu esule per ragioni fiscali con code di interviste e polemiche a non finire sul cattivo esempio socialista di perseguitare i ricchi costringendoli alla fuga verso paesi dall’erario più condiscendente. Come la Russia di Putin, non un grande esempio di democrazia ma pronta e generosa a distribuire asilo, passaporti e cariche da ministro della cultura al primo Gérard che passa.
Tutta colpa di quello che in Francia avevano chiamato contributo eccezionale di solidarietà. Sarebbe consistito – dopo il parere negativo della Consulta che ne ha evidenziato la mancanza di progressività, si aspetta la presentazione di una nuova stesura – nel tassare una percentuale pari al 75% della parte di reddito eccedente il milione di euro. Per soli due anni. Un’una tantum insomma ma talmente intollerabile da far maturare la decisione di restituire il passaporto con animo esulcerato in lettere d’addio grondanti amor patrio vilipeso e frustrato.
E infatti Gérard, 170 film e due César, in quarantacinque anni è stato Danton, Cyrano, Tartuffe, Vatel, Fouchè, persino Obelix. Versatile, eclettico, vagamente sopra le righe ma sempre in perfetta sintonia con lo spirito gallico che è si è detto orgoglioso di incarnare. Il cinema francese gli deve molto.
Ma assai di più Gérard Depardieu deve al cinema francese e ai governi che nei quarantacinque anni di carriera si sono susseguiti e che per il tramite di una legislazione modello hanno investito in cultura e in cinema senza mai tagliare un centesimo al generoso contributo di Stato.Nemmeno in periodi di crisi come quello che sta attraversando l’ Europa. Qui da noi,tanto per dire , attori, registi sceneggiatori una simile attenzione se la sognano.Qui da noi, Gérard non avrebbe realizzato nemmeno la metà della sua straripante filmografia.
E allora, quale miglior gesto patriottico di un artista che restituisce al proprio paese un po’ della fortuna che quello stesso paese gli ha consentito di mettere insieme? Più opportuniste che minable, Obelix preferisce una carriera da être libre che desidera rimanere poli e questo non gli si può che augurare, in particolare nel paese delle spropositate ricchezze,del bavaglio alla libertà di espressione e del carcere ai dissidenti.
Tristissima immagine AFP da Libération