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Anno: 2014

The Count

The Count

 

 

 

Not mine, sir. I’m an American citizen and I don’t give a hootenanny God damn about your nitpicking limey laws. I intend to broadcast from this ship 24 hours a day until the day I die. And then for a couple days after that.

 

Il ricordo è una voce incredibile e una gran naturalezza.L’impressione di una persona garbata, frettolosamente – e a torto –  bollata come poco avvenente.

Continuerà a trasmettere ben oltre a couple day previsti dalla battuta di questo  film  minore  interpretato con il talento di sempre.

Versione Giuditta (brutta aria)

Versione Giuditta (brutta aria)

 

(Giuditta e Oloferne di Fede Galizia pittrice della seconda metà del cinquecento. Ritratto interessante per ‘accuratezza e per quel mezzo sorriso di soddisfazione sulle labbra della vendicatrice. E siccome Oloferne è da sempre  simbolo di Superbia un piccolo accenno trionfale sul dramma dell’omicidio  le dev’essere sembrato indispensabile)

 


 Aule in fiamme Da Donna Eleonora a le Roi Soleil,  spensieratamente confuso con Carlo V, da  Pajetta ai partigiani con corollari di padri costituenti a piacere, li hanno scomodati proprio tutti e anche i commentatori non si sono risparmiati  tra psicanalisi,sociologia e regolamenti parlamentari. Il fenomeno del resto è tale  da escludere passaggi frettolosi, anche se poi il tutto si rimescola nel  blob consueto delle definizioni, dei parallelismi e delle similitudini forzate : nuovi resistenti, nuovi partigiani nuovi fascisti nuovi Aventino.Senza farsi mancare un tocco di retorica dato dai meravigliosi guerrieri e quel tanto di allarmismo che può procurare l’evocazione del colpo di stato.C’era una volta il senso storico e quello del limite l’uno teneva in gran conto i contesti, l’altro impediva alla risata di seppellirci.

In realtà l’unica considerazione che emerge con chiarezza in questi giorni di caos parlamentare ma non solo è quanto sia difficile non tanto esprimere – come vorrebbe la paranoica visione delle 5 Stelle  – ma soprattutto mettere a profitto il Dissenso e questo non certo per la protervia di un Sistema in declino – incapace di dare segni di vita figuriamoci  la protervia –  quanto per l’inconcludenza del metodo movimentista applicato alle sedi istituzionali e per una curiosa discrasia tra la teorizzazione dello scontro e la bizzarra pretesa di supportare episodi di antagonismo con leggi e regolamenti.Della serie : impedisco ai parlamentari di accedere all’aula delle commissioni perché l’ostruzionismo è un diritto sancito dai regolamenti.Che poi contestualmente altri regolamenti tutelino il funzionamento poco interessa.E che la quadra vada trovata tra il diritto di mettersi di traverso e il dovere di licenziare i provvedimenti interessa ancor meno. C’era una volta l’ostruzionismo parlamentare che si esercitava ininterrottamente notte e dì ma che doveva avere un termine magari dato dallo sfinimento degli oratori o da un accordo nella conferenza dei capigruppo chè altrimenti Pannella sarebbe ancora lì a parlare.

Ricadute In una parola viene sottratto alle altre forze di Opposizione il diritto ad esercitare il proprio ruolo.In un’altra, far saltare il tavolo sembra essere l’unica ragione sociale del Movimento che vuoi per impoliticità strutturata, vuoi per impossibilità di stare a galla attraverso un utile Fare Politico gioca la carta del gesto disperato per giustificare la propria esistenza. C’era una volta la possibilità di discutere e modificare i provvedimenti e il diritto degli elettori veder rappresentate le proprie obiezioni in materia di legge elettorale o d’altro.

 

Il brutto impiccio – Lo scarso rigore giuridico e la sciatteria con cui è stata redatta la messa in stato d’accusa del presidente Napolitano rassicurerebbe circa l’esito della procedura ma la strumentalità con cui si è condotta l’operazione non promette bene.Vuoi perché alcune alterazioni delle dinamiche legate alla funzione presidenziale non costituiscono  violazione premeditata  rientrando pienamente nella fisiologia del sistema costituzionale, vuoi per l’intento chiaramente diffamatorio,vuoi per la rinuncia a connettere la condotta del presidente con la debolezza della politica.Alterazione per alterazione varrebbe la pena semmai di mettere sotto accusa la Politica.Procedura non prevista certo ma egualmente rintracciabile in una robusta azione riformatrice.

Giuditta – Nota dolente per la ripetitività degli attacchi e inevitabilmente delle – seppur necessarie  –  risposte. Il Movimento cinque stelle è contrario alla parità di genere nella legge elettorale.Sostengono di averla già realizzata e non sono interessati alla codifica.Nelle more di votare o meno gli emendamenti riguardanti la presenza femminile nelle liste, dimostrano una eccezionale idiosincrasia per le donne in genere, fatte segno di attacchi verbali e manifestazioni d’odio rintracciabili nel trattamento destinato dal blog di Grillo alla Presidente della Camera o direttamente in Aula alle elette nelle liste del PD che giustamente denunciano – anche alla magistratura – l’affronto.Tra le reazioni spicca per acume quella della deputata di Carpi Giuditta Pini, giovane turca,redattrice di una tesi di laurea sulla morale comunista che ha molto incuriosito il Presidente della Repubblica e che, a fronte della volgarità dell’accusa di essere stata eletta per aver elargito prestazioni sessuali, ha rivendicato le sue 7.100 preferenze accusando persistenti dolori alla mandibola.Geniale.