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Mese: Settembre 2014

Perché no

Perché no

de-magistris-704x400Diceva  che non gli sarebbe dispiaciuto  guidare la sinistra e per quanto remota potesse sembrare quell’ennesima ambizione espressa in giorni di entusiasmi arancioni e immancabili promesse strillate dal palco, veniva da augurarsi un condottiero con un’idea di Giustizia meno ingombrante e barricadera di quanto l’inchiesta Why not  di cui era stato la star, più che il  titolare, avesse rivelato.

Certo un  capitolo non esaltante del suo curriculum,  tra schiere d’indagati eccellenti e governanti, intercettazioni indiscriminate e a raffica, scontri titanici tra Procure, colpi di mano e di scena, provvidenziali interventi quirinalizi e numerose passerelle televisive a suggellare accuse talora improbabili come quella di Massoneria. Senza farsi mancare nulla nemmeno nel settore Complotti & Poteri. Forti, questi ultimi, almeno quanto il linguaggio con cui venivano descritti : tonante, gonfio, retorico.

Rilevanza penale modesta,stralci, archiviazioni e qualche risarcimento :  la fine è nota.

E adesso che l’aspirante condottiero è stato condannato in primo grado per Abuso  – mica robetta –  di Potere si comporta, a riprova se non altro che la legge è uguale per tutti, esattamente come tutti i condannati : proclama la sua innocenza, grida all’errore giudiziario e alla camarilla,  impreca contro i giudici, l’iniquità della legge Severino e non vuole dimettersi. Fuori dalle righe come ex magistrato. Decisamente inadatto a guidare alcunché.Speriamo con ciò di esserci tolti il pensiero del grande timoniere giustizialista.

Sulle dimissioni, tecnicismi a parte, si registrano molte certezze e spade fiammeggianti in un caso o nell’altro ma questo,come spesso capita,  è uno di quei frangenti in cui non è dato sapere quale sia davvero il Bene della città che De Magistris amministra. Se la permanenza di un sindaco che molti ritengono inadeguato o un interregno gestito dal vicesindaco con maggioranza precaria e una compagine di consiglieri eletti in circostanze assai particolari e probabilmente irripetibili,  dunque inevitabilmente tentati  dall’istinto di sopravvivenza.Che poi in Politica sarebbe tra le iatture da evitare accuratamente. A Napoli più che mai.

Come si può ben vedere, le sentenze vanno rispettate ma talvolta producono conseguenze inattese. Paradosso sul quale gli estimatori della confusione Politica-Giustizia farebbero bene a riflettere avendo cura,per il futuro, di tenere ben separati i campi, magari  invocando, in nome del Bene Comune, stavolta sì, maggiore sobrietà quanto a ruoli e funzioni. Altrettanto per i patiti della Società Civile che  ci ha procurato e ancora ci procura dispiaceri tali da  rimpiangere vivamente i politici di professione.

Torna De Mita, tutto è perdonato?Magari no. A parte il fatto di non essere mai andato via.

 

 

Nell’illustrazione Luigi De Magistris  festeggia la vittoria arancione vestito da Masaniello (un altro che non se n’è mai andato)