La dernière incarnation du sac (sous la coupole blanche)

La dernière incarnation du sac (sous la coupole blanche)

 

Caro lettorato,

 

Oggi niente reintegro , niente calcolo dei resti e premio al miglior perdente nel metodo teutonico-latino, niente film del week end belli ma  invariabilmente rovinati dall’ insulsaggine di eterne polemiche.

 

Ergo niente Monti,niente Camusso,niente Fornero, niente ABC. E niente Marco Tullio Giordana.

 

Il salvifico ricorso alla nuova campagna pubblicitaria targata Dior sotto la cupola  che sovrasta la faraonica sala delle conferenze del PCF  in place du Colonel Fabien, non suoni tuttavia come una defezione – e manco come segno dei tempi, pietà di me – ma se proprio di lettura dovesse esserci bisogno,si parli piuttosto d’insofferenza e tedio con caduta delle braccia.

 

In attesa che tutto torni come prima …voilà la dernière incarnation du sac Lady Dior, porté par l’actrice Marion Cotillard.Una scelta –  come avverte Libèration, fornitore della notizia di cui all’oggetto –  dettata più dall’ esthétique  che dalla politique (e vedi un po’), dato che i materiali  – rafia e coccodrillo – di evidente influence ethnique, richiamano il movimento delle tessere metalliche con le quali è ricoperta la cupola (bah). Un po’ di bêtise e d’aria fresca, non potranno che giovare agli animi esulcerati da dibattito pubblico compulsivo.(Georges, non ti agitare troppo nel sacello)

à bientôt 

 

Foto sopra da Libè,la cupola è realizzata dall’architetto brasiliano Oscar Niemeyer.

Qui sotto, al naturale, fotografata da Bratan

 

 

 

 

 

12 pensieri riguardo “La dernière incarnation du sac (sous la coupole blanche)

  1. Guarda… quando c’è di mezzo Marion Cotillard io dò sempre ragione a lei, a prescindere… dando dimostrazione di estrema imparzialità e capacità di analisi e giudizio!

  2. Guarda,fai poco il latin lover, ho sbirciato nella wishlist della Costola,c’è scritto che lei senza questa borsa non può vivere. Da parte mia non posso che appoggiare la sua (e)mozione e se tu fossi meno arido avresti già comperato i biglietti per Parigi, così con l’occasione la porti pure a vedere la cupola del PCF, per quel tanto di Kultura che sempre deve accompagnare lo shopping di una signora maritata ad un intellettuale come te.
    (Marco Tullio Giordana vale la pena, però…non in alternativa alla bag)

  3. bah… lo sai, non sono una cultrice di borse, ma aspetto di vederla nei dettagli, che così com’è somiglia alle borse di rafia che portavo al mare nei miei quindici anni.
    Tanto di cappello alla cupola e a Niemeyer.

  4. E’ una borsa da passeggio.Dimensione (esistenziale e quindi della borsa)a me quasi sconosciuta. Qui, solo tour de force.Ma la cupola è notevole e anche il palazzo che la ospita.

  5. e comunque il PCF visto i ridotti contributi e la sua dimensione sociale, ha spesso noleggiato il suo atrio…mi ricordo Prada qualche anno fa. Una cosa del genere in Italia non sucederebbe…

  6. Si, Prada esattamente.Noi invece il nostro atrio con installazione di Giò Pomodoro – falce e martello – e ritratto di Gramsci ce lo siamo venduto insieme a tutto il palazzo di Via delle Botteghe Oscure.
    E sai chi ha comperato? Reconta & Young (e non è meglio Dior?)

  7. Noi anche più indebitati.
    E poi Giò Pomodoro era intrasportabile essendo l’ opera incastonata per terra e alle pareti, composta da : una grande stella a cinque punte di bronzo, un busto di Gramsci, una falce e martello incrociate, e una bandiera rossa della Comune di Parigi.

  8. quando si dice pragmatismo …
    la cupola appare emozionante, la Cotillard quasi irriconoscibile (sembra simile alle millemila belle anoressiche che servono la pubblicità), la borsa … beh, ad alcune è indispensabile a quanto leggo, per me sarebbe sottodimensionata, in compenso mi terrebbe impegnata una mano su due.
    troppo.

  9. Pragmatismo era anche nello spirito della costruzione (una roba complicata,una specie di manifesto politico architettonico,finanziato,come ti sbagli, dai militanti francesi)
    Ma…retorica a parte, l’edificio (del quale la sala è un corpo apparentemente separato, è straordinariamente bello e vale la pena di una piccola deviazione rispetto ai tour parigini più consueti (19° Arrondissement,con comoda fermata della Metro).
    La borsa è improponibile per molti versi.Lasciamola all’estasiata Cotillard.

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