Chi ha paura dei pirati

Chi ha paura dei pirati

 

 

 

 

 

 

 

I numeri ridotti –  nove milioni di aventi diritto –  che nell’ansia politologica di indicazioni generali devono essere spacchettati,  confrontati, riaggregati  e proiettati. Insomma rimaneggiati al punto da sortire risultati sorprendenti : in  una di queste tante operazioni di analisi del voto è persino saltato fuori un PDL stimato al 40% probabile vincitore di future consultazioni politiche.Tanto per dire.

 

Con tutto il rispetto per le discipline che soprintendono i conteggi di questo tipo ,sarebbe forse più utile limitare ogni speculazione ai dati in sé e soprattutto aspettare gli esiti del secondo turno. Per il resto, il quadro era già noto prima ancora di cominciare la campagna : sarebbe stato stupefacente se il centro destra tra bufere  internazionali, domestiche e (soprattutto) malgoverno avesse mantenuto i propri consensi, che a seguito di ciò non si fossero manifestati fenomeni quali l’astensione o la frammentazione in migliaia di liste civiche difficilmente classificabili – anche ai fini dei conteggi di cui sopra-  e che, come nel resto d’Europa, il Populismo discendente diretto della crisi, dell’euroscetticismo,del rigore come misura unica di risoluzione dei problemi economici, non determinasse il successo di formazioni come il Movimento 5 stelle.

 

 

Ovunque presenti. Si chiamano Partito per la  Libertà (Paesi Bassi) Grande Romania, Piratenpartei  (Germania) , Jobbik (Ungheria), Ataka (Bulgaria) Democratici (Svezia) English Defense League ( Gran Bretagna) ai quali si aggiungono vecchie conoscenze come il Front National  (Francia) e Alba d’oro (Grecia). Sono contro le élite liberali colpevoli di essersi allontanate dal popolo e contro la globalizzazione che con la libera circolazione di merci ed esseri umani minaccia l’economia degli stati. Agiscono su pulsioni semplici offrendo soluzioni altrettanto  semplici a problematiche complesse mentre con la pretesa che l’idea di popolo possa essere definita con chiarezza, credono che sia possibile rappresentarne le istanze  in maniera univoca.

 

In questa logica si colloca il movimento di Grillo, pesca voti dall’astensionismo e dai delusi di una politica talmente immiserita che a fronte di simili preoccupanti risultati – ma non è ovviamente il 5 Stelle  il vero problema – continua a parlare di alleanze, rifondazioni e congressi, come se una giusta Reimpostazione  bastasse a vincere le prossime Politiche.Come se vincere le prossime Politiche fosse l’unico assillo possibile in costanza dello sfracello.

 

 

 

Destra o sinistra,vincenti o perdenti del secondo turno, poche sono le cose a cui mettere mano per restituire a se stessi un poco di credibilità. Legge elettorale in primis, regolazione dei Partiti, sulla scorta dell’articolo 49 della Costituzione, riduzione dei rimborsi elettorali e avvio della prima lettura per la riforma costituzionale che prevede la riduzione dei parlamentari a partire dalla prossima legislatura.Il tempo stringe ma (ancora) c’è.

 

E infine smetterla di agitare il populismo e l’anti-politica per nascondere le proprie responsabilità spostando su altro l’attenzione. Nel momento in cui il popolo sovrano ha affidato ai Pirati di casa nostra il compito di essere rappresentato, costoro meritano ogni rispetto, non ultimo quello che li sottopone alla prova dei fatti, come chiunque altro, prima di essere giudicato.

 

Superare i partiti, come da ambizioso programma grillesco, può essere un obiettivo affascinante.Per fare cosa, vedremo in corso d’opera.

6 pensieri riguardo “Chi ha paura dei pirati

  1. La prima volta le persone hanno votato il M5S per protesta o per non astenersi (il voto come dovere è un dogma inculcato agli italiani, un modo elegante per prenderli, ancora una volta, per il culo), ma questa volta credo sia diverso: il popolo mai come adesso ha paura di una rivoluzione e per l’ennesima volta, delega a qualcuno il loro destino, la loro protezione. Intravede nel M5S una via per evitare di muoversi o di sprofondare.

  2. Credo che abbia ragione chi tratteggia una certa qual similitudine fra Grillo ed il berlusconi del 92. Anche a quel tempo si viveva la misera fine di un periodo politico e berlusconi – complice la propaganda televisiva – ebbe vita facile ad accreditarsi come uomo forte e nuovo contro l’establishment. Ora al posto della TV c’è Internet, ma il becero populismo e l’aggressione verso istituzioni ed avversari politici è analoga…

  3. Rina, nei momenti di particolare crisi c’è sempre stata una ” nuova” formazione che ha raccolto consensi dai cittadini delusi.
    Tanto più in tempi ( questi) di scarsa capacità della Politica a contrastare la prepotenza della Finanza(poi da noi c’è anche un resto fatto di corruzione e malavita che diciamo “non aiuta”).
    Per me è meglio che ci sia un movimento in grado di interpretare le aspettative dei cittadini, piuttosto che prenda piede il senso d’impotenza che deriva dal vuoto di opzioni.
    Poi il meccanismo della rappresentanza se privo di adeguata partecipazione mostra i suoi enormi limiti.E per quanto riguarda il movimento 5 Stelle non c’è che attendere la prova dei fatti.Da parte mia – anche se per motivi che adesso è lunghissimo spiegare, voterò altro – nessuna preclusione.

  4. Comincio dalla considerazione sulle folli analisi dei voti: persino da noi (passando da 1.100 a 814) si stavano arrovellando su quale sia il nostro “nocciolo duro” dal quale partire per ricostruire… al che sono sbottato con un “cazzate!”: i voti son lì e son quelli, smontarli in tanti dati non ci aiuta. Piuttosto si pensi cosa passa fra quelli ed il 50%+1 che serve.

    Detto ciò, non condivido l’appartentamento fra il Pirantepartei e gli altri che citi: i Pirati tedeschi sono piuttosto dei libertari, se non dei liberal, al contrario dei conservatori (estremisti) degli altri paesi… Da quel poco che so, non sono affatto contro la globalizzazione (anzi, sostenitori della libertà della rete… come potrebbero?). Un pò “anti”, certo. Ma nello stile dei Gruene prima maniera: molto “alter”.
    Questi Pirati a me non fanno affatto paura, ed hanno politiche molto più serie di M5S o altri citati.

    Concordo invece sul discorso a critica di questa “vecchia” politica ancora presa da aritmetiche di alleanze: puerile, come se i voti fossero pacchetti garantiti. Stupido, invece di programmare obiettivi e mezzi per raggiungerli (come, ad esempio, hanno fatto i Pirati: si chiama programma elettorale).
    Il tempo per ritornare ad essere interpreti dei cittadini ancora c’è. Ancora.

    Superare i partiti in modello grillesco? Lo approverei se si risolvesse in una maggiore partecipazione popolare… ma sarà così?

  5. Ma 1100 perone sono meno di un isolato, il problema potrebbe risolversi con un giro di telefonate,un the con i biscotti,un aperitivo in piazza,un collettivo di pettegoli,un questionario…
    Gli atipici stanno tutti nel medesimo post il che non significa che siano apparentati,ogni paese personalizza il proprio disagio – tant’è che Piraten, da quel che sento, non ha molta stima del Movimento 5 stelle –
    Piuttosto da quelle parti crescono i Pirati e si assottiglia la Linke…anche questo è un elemento su cui ragionare in termini di aspettative deluse, fuochi di paglia etcetcetc

  6. Ok, temevo avessi fatto il calderone (e mi avrebbe stupido ;-))
    Giusta la relazione fra Piraten e Linke, non a caso anche da noi il PD soffre molto (forse più di altri, alla prova dei conti) Grillo….
    Non rinvanghiamo le 1.100 persone, che ne abbiamo già parlato.

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