Marion (o del vincere la paura)

Marion (o del vincere la paura)

 

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Un po’ La parola ai giurati per la caparbietà di voler rovesciare un giudizio definito argomentando con gli altri, un po’ western per le sfide e i duelli, un po’ piccola storia dominata dal Ricatto e dalla ricerca di una  Solidarietà divenuta sentimento che non ci si può più permettere.

Nessun Quarto Stato però alle spalle di Sandra, il suo è un viaggio in quattordici stazioni da postulante solitaria mentre si adopera per convincere i colleghi ad una rinuncia cui è appesa la possibilità per lei di continuare a lavorare.

Dunque incarnazione della Fragilità messa a dura prova  quattordici differenti volte in cui ciascun interlocutore ha un buon motivo per rifiutarle l’assenso.

La fine è scontata, un po’ meno il Coraggio di cui sembrava in un primo momento  essere priva ma che  tappa dopo tappa  prende forma  divenendo Consapevolezza.La vera ragione di quel penoso mettersi in cammino è  in questa trasformazione.

Due giorni e una notte per raccontare senza trucco e senza inganno  un pezzo di contemporaneità intorno alla quale il cinema molto si sta adoperando.Ma la tradizionale assenza di toni melensi o di tentazioni socioculturali  con cui i Fratelli Dardenne riescono sempre ad avere la meglio su di una materia insidiosa e sulla ripetitività delle situazioni,nulla toglie al dramma  e alla coerenza del racconto. Una regia né dell’aggiungere né del togliere il cui unico scopo è cedere spazio a concatenate riflessioni.

 

Cotillard senza Dior,smartphone,gettoni e rullini ma in grande spolvero di occhi blu, magliette del mercato,occhiaie da sonno perduto dietro a indicibili preoccupazioni e scatole di Xanax come mezzo di contrasto alla disperazione.Sempre convincente per regale naturalezza.

Nella cinquina degli Oscar 2015 come miglior film straniero assieme al nostro (per nulla impensierito) Capitale Umano

 

 

Due giorni e una notte è un film di genere drammatico dei Fratelli Dardenne con Marion Cotillard Fabrizio Rongione,Olivier Gourmet,Catherine Saléet.Prodotto in Belgio nel 2014.Distribuisce Bim

6 pensieri riguardo “Marion (o del vincere la paura)

    1. Normalmente metto qui solo i film che mi piacciono, una piccola deroga l’ho fatta solo per il Sangue dei vinti *e Barbarossa * che proprio non se ne poteva fare a meno (di stroncarli entrambi)
      Questo dei Dardenne è molto bello come pure lo è quello di Loach.A ridosso dell’uscita nelle sale ne parlerò.Quest’anno c’è stato poco tempo sia per scrivere di Cannes che di Venezia.Rimedierò (spero)

  1. La Parola ai Giurati è uno dei miei film preferiti in assoluto… eppoi c’è pure la “mia” Marion :)
    Ecco due buoni motivi per prendere nota di questo film e vederselo appena possibile…

    P.S.
    Il Capitale Umano a me è molto piaciuto

    1. Qui,cioè con Marion, siamo alla bravura senza l’ausilio di orpello alcuno, nemmeno il più impercettibile velo di cipria.Insomma senza coloranti e conservanti,tacchi e parrucchieri Marion occhi belli è sempre Marion.Come già successo con la Piaf pare che i personaggi gli si appiccichino addosso.
      E bravi anche i Dardenne.Vedilo,ti piacerà.
      Il Capitale è un film di grande originalità.Considero Virzì il più bravo.Moretti perdonerà.

  2. Non so se Virzì è il regista italiano più bravo, forse sì. Sicuramente è l’unico che in questi ultimi 20 anni sia riuscito a realizzare delle commedie che dicessero anche un pò del Paese, della nostra società e delle persone, oltre a divertire… che poi è l’eredità che ci ha lasciato il nostro grande Cinema degli anni 60 e 70.

    1. Si lui punta a quello ed essendo stato a bottega da Age e Scarpelli, cura molto storie e scrittura.
      E poi sarà la livornesità, sarà un’impalcatura etico politico morale e culturale che non abbisogna di dimostrazioni, l’andamento dei suoi film è sempre elegantemente calato nella quotidianità.Moretti che conta su analoghe qualità è più cattivo meno lieve più metaforico e sottilmente militante.Non sempre riesce ad arrivare a tutti.

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