Qui da voi

Qui da voi

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Non un’analisi del voto e nemmeno dell’astensione, già ampiamente affrontata in occasione di precedenti elezioni …quindi si può prenderla alla lontana.

E cioè dalla storica visita di Togliatti a Reggio Emilia nel settembre 1946.Motivo ufficiale di quel viaggio :  partecipare ad un’iniziativa titolata  Ceti medi ed Emilia Rossa . (e già che c’era, mettere in riga certi facinorosi  nel tentativo  di porre fine ad una preoccupante serie di violenze e ritorsioni in quello che le cronache di allora definivano il Triangolo della Morte e Guareschi il Messico d’Italia. L’impresa riuscì previo siluramento azzerante dell’intera Federazione reggiana, ma questa è un’altra storia)

In quella circostanza raccontata da Edmondo Berselli  e da Giampaolo Pansa rispettivamente  nel Quel gran pezzo dell’Emilia e nel Sangue dei Vinti il discorso del Migliore  ad una platea di funzionari di partito, amministratori locali e compagni di base, conteneva  un passaggio significativo che torna utile ricordare :

Qui da voi, c’è l’occasione storica di dimostrare che il socialismo si può fare pacificamente,con un largo fronte democratico in cui le ragioni del lavoro e quelle del capitale possono collaborare per far vedere al blocco reazionario che i comunisti sono capaci di far star bene il popolo”

Era –  ripeto –  il 1946 e mentre il resto del mondo comunista  si occupava di sofismi ideologici e  complicazioni da apparato ridondante di centralismi democratici, cellule e comitati centrali qui da voi  cioè a Reggio Emilia, si ponevano le basi di un compromesso fondato sul principio di praticità.

C’era da governare le città sostenendo l’economia locale in piena ascesa.Il che significava fare i conti con una realtà  che relegava immediatamente in soffitta tutta la retorica dell’ ora X  con i suoi infiniti corollari, primo tra tutti il sogno rivolussionario. Di quest’ultimo, dalla platea,  qualcuno chiese conto a Togliatti, ma dal giradischi erano già partite le note di bandiera rossa e bisognava alzarsi tutti in piedi a cantare.

Per anni la letteratura e le cronache  ci hanno lasciato credere che l’Emilia Romagna fosse il luogo inviolato del comunismo puro e duro, che quelle Imprese, quelle opere pubbliche quelle infrastrutture e quegli asili nido meravigliosi fossero sorretti da un’ideologia incrollabile.Così non è mai stato.

DNA pragmatico, materialisti per vocazione , poco inclini alle astrazioni del dibattito  – per decenni fiore all’occhiello e ricchezza del Partito senza però che questo significasse congrua  presenza dei propri esponenti nelle Istanze Nazionali –  questi cittadini riconoscono un’unica ragione : quella del mondo reale.

Per questo i Miglioristi riscuotevano qui i loro consensi più ampi. Per questo  la platea della Bolognina ascoltò la proposta di Occhetto senza fare una piega.Per questo le Primarie 2013 regalarono a Matteo Renzi una delle sue vittorie più brillanti :  71%, corrispondente a quattro volte abbondanti i voti di Gianni Cuperlo.

Ed è per tutte queste cose messe insieme che non credo all’ennesima storia e cioè che da questa disaffezione al voto si avvii per Renzi la parabola discendente né che dallo stesso voto possano trarsi auspici di improbabili spostamenti a sinistra di quel territorio.

Piuttosto la rabbia per le vicende del consiglio regionale uscente o per l’insufficiente sostegno statale ai recenti danni subiti per disastri ambientali.Piuttosto la vittoria scontata che da sempre è il perfetto alibi per chi non è troppo motivato ad esprimersi.

Virtù civiche al tramonto ? Può darsi.Ma questo è anche il popolo della parentesi Guazzaloca – dalla quale hanno preso le distanze appena possibile – o dell’elezione bulgara di Pizzarotti. Due diverse figure di sindaco accomunate dal fatto di non avere, all’epoca delle rispettive elezioni,competitor attendibili.

Certo sarebbe un male se Matteo Renzi sottovalutasse davvero un fenomeno che è sì in ascesa da venti anni a questa parte ma che, con buona pace degli assenti, corrisponde ad una scelta politica precisa di sfiducia verso la possibilità di cambiare le cose attraverso decisioni collettive. Decisioni di cui, tanto per dire, il pluralismo associativo è cardine.

Il prototipo emiliano è un modello di sviluppo che ha sempre funzionato.Venivano a studiarlo da ogni parte del mondo.Persino Blair, persino il giovane Clinton ma pur senza trionfalismi,miti e sventolii ideologici poggiava irrimediabilmente su quel cardine.Dovesse venir meno quello sarebbe la fine non di un sogno ma della realizzazione di un progetto in carne e ossa.

Speriamo che il ...Qui da voi.. continui a dare i buoni frutti di sempre.

 

 

Nell’illustrazione la Stazione dell’Alta Velocità di Calatrava a Reggio Emilia. Una meraviglia.

5 pensieri riguardo “Qui da voi

  1. Certo, il pragmatismo. Renzi ha puntato molto sull’immagine del leader pragmatico e decisionista, che privilegia i risultati concreti alle discussioni che non portano mai da nessuna parte. Che – se ci pensi bene – è l’immagine vincente almeno da 20 anni a questa parte… con berlusconi – ad esempio – che si proclama sin da subito al di fuori del “vecchio teatrino della politica” o Grillo che impreca contro “la politica dei sepolcri imbiancati”. I toni ed il linguaggio sono diversi naturalmente, ma tutti propongono la propria ricetta di cambiamento e discontinuità col passato. L’immobilismo ha sicuramente creato enormi danni a questo Paese, ma anche l’immagine dell’uomo solo che dalla tolda della nave dispensa ordini e direttive a destra e manca, molto bene non ha fatto…

  2. Ce lo meritiamo Renzi.Non mi stancherò mai di ripeterlo.Per il semplice motivo di non aver saputo mettere a profitto i pochi spazi che gli elettori ci hanno concesso negli ultimi 20 anni,per aver sfinito un uomo come Prodi e via dicendo.In politica il tempo perduto non si recupera,per questo bisogna fare in fretta perché quelle riforme di cui tanto si parla oggi sono indispensabili.Saper o non saper inserire elementi di discussione dipende da noi.Certo è che se si vuol contrastare il renzismo con proposte deboli come l’Ulivo o come l’intervento statale nell’economia – e ci mancava pure D’Alema – non si cava il ragno dal buco.L’uomo solo al comando sembrerà sempre più solo e soprattutto apparirà l’unico possibile anche se – non ti preoccupare – la buona compagnia dietro ce l’ha eccome.
    Ma di una cosa gli va dato atto – oltre che della sfrontatezza – di aver messo in moto un bel casino nelle file altrui.E questo va ovviamente bene : Berlusconi non fa più le carte, Salvini è costretto a correre a ripari che non lo porteranno tanto lontano,di sicuro non a fare il leader della destra liberale e Grillo implode.
    Ora vediamo che risultati porta a casa con il necessario scouting tra gli Stellati in rotta.

    1. Gran post e gran commento.
      “Ce lo meritiamo, Renzi” dovrebbe essere la prima riga di ogni commento “anti-renziano”.

      Qualche perplessità in più sul post, soprattutto per carenza di profonde conoscenze storiche, ma anche perché credo che il grande successo di Renzi in Emilia alle primarie sia stato in larga parte dettato da accordi interni al partito…
      Ciò detto, condivido con te che non dobbiamo necessariamente essere negativi sull’esito di quelle elezioni.

  3. Sono d’accordo… a cominciare dal “ce lo meritiamo Renzi”, di morettiana memoria, a quello che dici dopo. Renzi ha fatto apparire berlusconi per ciò che è: un uomo di 80 anni che certo non può incarnare – per età e per il suo passato – alcuna proposta convincente di cambiamento. Il Nazareno è la sua ultima chanche per poter dire di essere ancora risolutivo, se gli sfugge sarà certo un problema ben maggiore per lui che per Renzi che troverà altri interlocutori. L’attuale situazione di Grillo è certo figlia del grande successo del PD alle europee, ma anche di una politica suicida a volte davvero incomprensibile. Quanto a Salvini, staremo a vedere. L’uomo ha grandi risorse. Riuscire a resuscitare un partito moribondo come la Lega, portandolo vicino al 20% dei voti in Emilia è un risultato notevolissimo, così come è sicuramente promettente (dal suo punto di vista) il tentativo di dare al Carroccio una dimensione nazionale…

  4. Salvini non copre il voto moderato ergo non può lanciare un’ Opa sul centrodestra.
    Inoltre il suo sogno di pulizia etnica non ha futuro.Intanto perché per soccorrere problemi come quello della casa e dei campi rom ci vogliono volontà politica e soldi (che non ci sono) e poi perché il fenomeno immigrazione è un dato incontenibile.Gente che rischia la vita per andarsene da situazioni di fame e guerra non si spaventa di niente.
    Salvini può mettere pure i cannoni sulle coste : arriveranno lo stesso.Sotto al Rubicone deve contentarsi di percentuali irrilevanti.Quindi è la solita solfa del voto di protesta stimato a regime per non più del 10% (scala nazionale)
    Alla fine si divideranno le spoglie elettorali con Grillo.

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