Des femmes, des jeunes, des premiers films

Des femmes, des jeunes, des premiers films


Cannes 2015 Affiche

 

 L’affiche d’abord  – Dopo il bacio fatale della Coppia  e gli occhiali da sole del Divino, il ritorno dell’Attrice di cui saranno celebrate, nel centenario della nascita , versatilità,audacia, modernità rappresentate dallo sguardo serenamente rivolto verso il futuro in questa foto di David Seymour, da cui Herve Chigioni e Gilles Frappier hanno tratto l’affiche bianco abbagliante del Festival di Cannes 2015. Dunque Ingrid Bergman : da Hollywood al neorealismo, dal cinema artigianale a quello più sofisticato,  da Hitchcock a Rossellini a Cukor a Ingmar Bergman collezionando tre oscar e una scarriolata di Nastri e David, sempre perfettamente a suo agio e in parte.Qualunque fosse la parte.

L’esprit du festival et le problèmes de timing –     Des femmes, des jeunes, des premiers films. Il criterio di selezione è presto detto. L’ha squadernato Thierry Frémaux, le délégué général  con la consueta grazia.La stessa con cui ad un certo punto della conferenza stampa ha avvisato:   Cannes n’a pas interdit les selfies, mais a juste lancé une campagne pour  ralentir cette pratique souvent extrêmement ridicule et grotesque pour des problèmes de timing. (Ed era ora)

Nous sommes là  : Del resto come già spiegato da Frémaux  &  Lescure lo scorso primo aprile  in sede di audizione  davanti alla commissione Affaires Culturelles de l’Assemblée Nationale :  Le Festival de Cannes est un Festival d’Art Cinématographique. Nous sommes là pour mettre en valeur les nouvelles écritures, les nouvelles formes, les nouvelles inventions visuelles de l’époque et le Festival de Cannes, chaque année au mois de mai, est une sorte de photographie, à la fois éphémère et durable, quand on additionne les années, de ce qu’est l’Art du Cinéma. Insomma vanno bene il glamour, l’effimero le chiacchiere e gli sponsor ma noi siamo qua per  promuovere (e vendere) cinema quindi basta co ‘ste perdite di tempo sul tapis rouge che ogni sera ci scombinano il frenetico ruolino di marcia ritardando le proiezioni.

Diarchia giurata – Ethan e Joel Coen presiederanno la giuria del concorso, governeranno con mano ferma un parterre che da Sophie Marceau  passa per Guillermo del Toro, Sienna Miller e approda a  Xavier Dolan  in una stravaganza artistica e umana tutta da mettere d’accordo.Non prima di essersi messi d’accordo tra di loro.(abito da cerimonia obbligatorio nelle sedi ufficiali, mica come a Venezia dove lo stile scappati di casa è niente rispetto a come riescono a combinarsi i Coen)

Cartellone  – La scusa che il cinema è lo specchio della realtà e Cannes è lo specchio del cinema è sempre pronta quando Fremaux deve giustificare l’imperversare in cartellone di tematiche disperanti e situazioni senza via d’uscita.Altro grande must viene rispolverato per  i film che non si sono potuti avere :  al momento della selezione  non erano terminati.Insomma anche quest’anno su 1857 film esaminati nemmeno l’ombra di una commedia mentre vanno fortissimo  malati terminali,  amori irregolari con complicanze saffiche e incestuose. In grande spolvero anche Depressione, Istinto Suicida, Disoccupazione, Depravazione e Violenza Chi si vuol riprendere potrà accomodarsi in sala a vedere il Macbeth di Justin Kurzel con il duo Fassbender Cotillard. I partigiani di Welles, Polanski Kurosawa, Tarr, si preparino.

Les Americains – pochi ma sicuri : Woody Allen, con il solito uomo d’età e la solita fanciulla – e basta! – in Irrational men, Nathalie Portman non propriamente esordiente alla regia ma quasi  con un film tratto da un bel  romanzo di Amos Oz A tale of love and darkness e lo Studio Pixar con un’ animazione  fuori concorso in cui i protagonisti Gioia Rabbia Disgusto Tristezza e Paura interagiscono nella formazione di un’adolescente, mentre Todd Haynes con Carol una storia anni 50  di amore lesbico e  Gus Van Sant con The Sea of tree, complicata vicenda di un aspirante suicida corrono per una palma in questo caso all’insegna  di scelte  sagge e improntate al contenimento del rischio.Indipendenti ma con moderazione.

Les françaises   Minacciosi in sciovinistico dispiego. La miglior panoramica sul cinema francese risolta in quattro film  : Dheepan, di Jacques Audiard  liberamente tratto dal romanzo  Lettres Persanes di Montesquieu lo sguardo sulla società francese è di un rifugiato dello sri-lanka sbarcato nella banlieue parigina La Loi du marché di  Français Stéphane Brizé, storia di  Thierry,  che dopo  18 mesi di disoccupazione trova finalmente un lavoro di agente della sicurezza in un supermercato in cui gli si chiede di spiare i suoi colleghi. Marguerite et Julien, di Valérie Donzelli che realizza un progetto degli anni 70 e cui avrebbe dovuto lavorare Truffaut.Un un film sull’amore tra i fratelli Julien e Marguerite Ravalet giustiziati nel 1600 per adulterio e incesto. Mon roi di Maïwenn sempre amore, sempre problematico,più che mai autodistruttivo.

Les italiens – quattro : c’è anche Roberto Minervini che presidia con Louisiana la sezione Un Certain Regard. Tutti se lo dimenticano ma  la sua reputazione a Cannes non è minore di quella degli altri tre : Garrone con Il racconto dei racconti,Sorrentino con la Giovinezza,Moretti con Mia madre c’è di che essere speranzosi oltre che orgogliosi.E scaramantici.Quindi…shhhht

Les Chinoises  Moutains May Depart di  Jia Zhangke (leone d’oro per Still life), la società cinese raccontata in tre differenti periodi The Assassin (Nie Yinniang), del Taïwanese Hou Hsiao-Hsien. vita e opere di un assassino sotto la dinastia Thang 

Les Japonaises  – Our Little Sister (Umimachi Diary),  di Hirokazu Kore-Eda.  La reunion di quattro sorelle ai funerali del padre  adattamento di un manga di successo.

Les Autres – Massima curiosità  e attesa per il canadese  Sicario di Denis Villeneuve thriller di inaudita violenza ambientato in un territorio in cui gli unici a dettare legge sono i narcotrafficanti e per  il greco Lobster  di Yorgos Lanthimos sorta di storia satirica in salsa Rashomon dove i single vengono esiliati e se resistono a cercarsi un partner sono trasformati in animali

 

 Meglio tardi – Palme d’or d’honneur riservata a pochi – solo per Allen Bertolucci e Eastwood fin qui –  e vagamente risarcitoria ad Agnès Varda che Palma d’oro non vide mai (ma,con italica lungimiranza, il Leone si). Forse il più meritato dei premi di quest’anno a celebrare passione forza, bellezza,intelligenza del lavoro di questa definita dalla motivazione  Franc-tireuse dans l’âme.  (i francesi,si sa).

segue…

 

 

 

 

2 pensieri riguardo “Des femmes, des jeunes, des premiers films

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