La Puglia migliore

La Puglia migliore

Vedo –  con enorme piacere –  che gli elettori pugliesi non si sono lasciati irretire dal fascino delle geometrie d’apparato o dagli arzigogoli  dei retroscenisti. Ancora qualche ora fa, per dire, qualcuno vaneggiava possibili ricadute della vittoria di Vendola sull’elezione di D’Alema a presidente del Copasir.Francamente un po’ troppo.

Più semplicemente, credo che la stragrande maggioranza dei  i cittadini abbia scelto premiando, da una parte l’esponente affidabile ed appassionato di un progetto funzionale, dall’altra i buoni risultati ottenuti come governatore . Escludo che tante persone si siano messe in fila per infliggere un duro colpo a D’Alema , la cui mozione congressuale, da quelle parti, aveva peraltro stravinto non più tardi di tre mesi fa.


Di sicuro il fatto che l’elemento di continuità, al cospetto di una prova di buon governo, non abbia nemmeno sfiorato il dibattito che ha preceduto le consultazioni, è stato letto come l’indizio che non ci fosse altro motivo per la non riconferma, se non quello che Vendola fosse sgradito all’UDC.

Probabilmente non una bocciatura dell’alleanza di per sè ma del modo di essere in un’ alleanza.

Dura lezione ha commentato qualcuno. Vedremo come  il PD saprà mettere a profitto la débâcle del proprio candidato. Certo è che in Puglia non si è manifestato ieri alcun fenomeno inatteso .Si sa che nel combinato disposto Partito Federale – almeno nelle pretese –  e Primarie, con un vero confronto, non c’è rischio di esiti scontati.E il meccanismo obbliga l’apparato centrale a dimensionare il proprio apporto nelle scelte.

Vinta la battaglia, bisognerebbe abbandonare ogni sorta di revanche e  vincere anche la guerra. Un’ affermazione così forte di democrazia non può essere onorata altrimenti. La Puglia migliore – come da (bella) campagna vendoliana –  ora ce la deve fare.



10 pensieri riguardo “La Puglia migliore

  1. il caso Puglia alimenta qualche speranza anche per noi, sperando che i vertici del PD prendano finalmente coscienza che non si può strafregarsene delle persone che votano.
    Per ora siamo ancora alla fase “mazzate ‘e morte”, con De Luca che avanza e De Mita che ambisce a “ballare da solo”. Tra l’altro pare che da rumors sentiti in giro, De Luca lo voterebbero anche i destri, il che lascerebbe ben sperare.
    Certo amministrare la Campania non è come farlo a Salerno, ma se non si dà una buona sterzata si rischia che la Regione finisca in mano ad uno che, giovane com’è, è già un esperto del salto della quaglia.
    Stiamo a vedè.

  2. De Luca in Regione è meno inquietante di De Luca sindaco ( gli affari regionali non comprendono l’ordine pubblico) , per il resto sembra una candidatura “pulita”.
    Certo non promuove alcun” nuovo corso” ma da quelle parti diciamo che non si può guardare troppo per il sottile.
    Mentre De Mita che corre da solo in Campania non è la Poli Bortone, la non belligeranza della quale è garantita dall’ accordo nazionale in fieri. Qualcosa di buono D’Alema- Bersani l’hanno pure fatta.
    Ciriaco, seppure corresse col diavolo sarebbe votato egualmente. Ma se aspettano ancora un po’ fanno primarie e secondarie tutto insieme.

  3. Ah qui aria da lunghi coltelli. Ma i giornali sbagliano a parlare di redde rationem. Per ora siamo agli antipasti.
    Ove mai Vendola dovesse ( corna e bicorna ) perdere…allora sì che si vedrebbe la vera stoffa del Vendicatore Mascherato. Stagione 1 – 2 – 3

  4. Ma se a furia di alleanze stiracchiate abbiamo perso decine di punti percentuali, perché mai perdere in una gara vera e giocata con serietà dovrebbe essere un problema politico?

  5. Infatti non lo è se non per chi ha orchestrato questa incredibile vicenda. Sulla quale ho qualche cosa da dire :
    una riguarda il fatto che Vendola sa benissimo di avercela fatta grazie ai disobbedienti del PD, i quali disobbedienti hanno compiuto l’impresa grazie al fatto che Vendola non viene vissuto come l’esponente di un altro partito. Vedi tu come si costruiscono le intese. Vedi tu come siamo già un pezzo avanti nella costruzione del programma.
    Comunque non servono mamma e papà. Nemmeno se eminenti.
    Le idee di Vendola non sono le mie, come non lo sono tutte quelle di Emma Bonino, ma tutti insieme abbiamo un’idea di politica intorno alla quale discutere per costruire il progetto comune. Non è difficile.

  6. Certo che il Pd è proprio strano, è riuscito a passare da un estremo all’altro sulla politica delle alleanze, quando è chiaro ed evidente che c’è gente con cui si possono fare progetti e gente con cui no.
    Mettere insieme questa gente, senza l’ansia di dare per forza il nome Pd a tutto ciò: è così complicato?

  7. Che strapalle. Io Bersani non l’ho sostenuto per questo motivo. Nella sua mozione tutto ciò s’intuiva. Si..la bocciofila.Ecco qui i risultati del partito pesante radicato sul territorio e di tutte le chiacchiere con le quali ci hanno annoiato in fase congressuale.Roba vecchia.Ma così vecchia che a me non sembra di aver cambiato nome due o tre volte in questi ultimi vent’anni.
    Poi vai a fare i conti con la realtà e non solo i “radicati” sono altri ma nemmeno sei capace di mettere a profitto il radicamento altrui.Visto che poi si trattava di Vendola non c’era che da fare poche e semplici considerazioni.
    In situazioni periferiche alle amministrative si fa di tutto e di più. Certo che poi chi porta più voti guida la barca.Ma la proposta… quella può venire pure dalla sora lella…
    Invece no, un’intera direzione nazionale a ribadire che si vabbè però il bandolo della matassa rimane in mano nostra.
    Qui ci vuole un terapeuta.
    Oggi dovrei incontrare alcuni iscritti incerti sulla candidatura Bonino. Si sono ispirati alla Puglia per la dissidenza. Io mi porto un bastone. Mi sa che è meglio.

  8. E poi Bersani non riesce nemmeno a parlare, ultimamente ha perso proprio smalto, è invecchiato tanto e male.
    Ma perché chi sa che quel partito deve essere guidato diversamente non riesce a combinare nulla per riuscirci? Il segno della malattia del partito non è dato dal risultato del congresso, ma dalla scelta di Chiamparino di non candidarsi.
    Nessuno è riuscito a dare il segnale di una politica diversa dalla diarchia Veltroni-D’Alema, meno che mai Marino che di pane deve ancora mangiarne e anche parecchio: perché?
    Io credo che una politica di sinistra nuova e davvero innovativa, interessante e “ascoltabile” anche dai tanti delusi sia attualmente solo fuori dal Pd.
    Anche perché questi movimenti ideali devono comunque agganciarsi a un nome concreto, a un modello di ispirazione: e questi modelli si chiamano Bonino, Vendola, (ahime’) Di Pietro (che è riuscito a sembrare un vendoliano della prima ora, per colpa di una stampa insincera e cretina, mentre in realtà il suo partito da 5 anni prova a liberarsene), e per il centrismo ci metterei dentro anche Tabacci.

    Partito forte o blocco unico che sia, D’Alema o Veltroni che canti, il Pd è sempre ai margini.

  9. Paps io avrò pure un visus inibito dall’età e dai chilometri, per dirla con Indiana Jones, ma fuori del PD non vedo granchè. Mi ero persino dimenticata che “sinistra e libertà” aveva aggiunto “ecologia” al nome e se dovessi tracciare i confini della Galassia extra parlamentare, sarei costretta a far mente locale su chi sta con chi.
    E se questo capita a me che cerco di seguire, figurati a quelli che si sono già stufati di correre dietro agli schieramenti.
    Togli a Vendola e alla Bonino l’esperienza, uno di governatore e l’altra di commissario europeo e vedi cosa resta …un grande spessore di sicuro, ma chi se ne sarebbe accorto?
    Io ai congressi ci credo, quando avrò smesso di crederci m’iscriverò al circolo del punto a croce e credo pure che tanti in buona fede abbiano votato Bersani pensando che un buon ministro o un buon amministratore quale egli stesso si è rivelato, possa essere inequivocabilmente un buon segretario di partito.
    Così non è. Visto da qui, non si tratta di vecchiaia precoce ma di logorìo e ti posso garantire che la partita non è lieve, nemmeno se hai alle spalle lo Scorpione o volpe del tavoliere o quel che l’è.
    Qui si ha in testa il vincere a tutti i costi e non si pensa minimamente al dopo. L’esperienza non è bastata.
    Poi come nelle operette morali che si rispettino, finisce che non vinci manco a briscola ovvero ti perdi per strada occasioni di successo magari senza trionfi ma egualmente ricche di possibilità.
    La sensazione è che in questa storia della puglia, i nostri ci si siano ritrovati senza nemmeno accorgersene. Fidati.
    Per miopia, per voler guardare Avanti ( maiuscolo), i grandi orizzonti, le Alleanze, i tavoli di trattativa nazionali, disprezzando il resto, il parere e gli umori delle persone che vivono da quelle parti e che sanno…
    Arroganti che non sono altro.
    Adesso rischia persino di saltare la Poli Bortone e la Liguria. I punti fermi.Speriamo che sia solo una mossa. Ma qui a ogni mossa si alza la posta…
    Tutto bene con la dissidenza, senza bastone, con calma e metodo vediamo di portare Emma Bonino in Regione. A cominciare dai nostri.

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