Sinfonia d’autunno (con regali)

Sinfonia d’autunno (con regali)

Il fatto che La Russa  – Annozero, ieri sera –  abbia  definito i  voti del FLI   indispensabili alla tenuta del governo, se  favorevoli , ininfluenti se contrari, non significa necessariamente  che l’aritmetica, come fondamento di ogni contabilità, sia diventata all’improvviso un ferro vecchio.

Solo che in mancanza dell’apporto dei finiani,  buyers alla bisogna preparati,  procederebbero senza indugio a compensare lo sbilancio con un po’ di shopping tra i banchi di altre formazioni.


Quanto al chilo oggi ? – sintesi efficace di come stanno messe le cose –  interrogava un cartello fuori  Montecitorio. Il fixing, in questo caso, sarebbe per l’appunto stabilito dall’ essere o meno il voto indispensabile.


E infatti l’ultima tornata di acquisti non è andata del tutto a verso, acclarata  la volontà dei finiani di votare la fiducia, il mercato è precipitato. La Russa, almeno in questo rigirarsi numeri e frittate, non ha mentito. Certo però che se gli esponenti del governo continuano a mostrare simile disinvoltura, qualcuno potrebbe pensare che lo Shopping sia  nei regolamenti parlamentari con tanto di listino a quote variabili, magari come attuazione del senza vincolo di mandato, dallo stracitato, in simili  circostanze, articolo 67.


Un ulteriore segnale d’instabilità per il futuro del governo?  Certamente anche se nel settore, autosufficienza o non, poteva bastare la due giorni parlamentare a chiarirsi le idee.

Omissioni, rimozioni, frasi ad effetto, battute, promesse di cui già si conosce l’impraticabilità, scaricabarile e menzogne, ascari e peones,  insomma tutto l’armamentario da declino dell’impero. Mentre a coronamento dell’esperienza, elementi per un epilogo all’altezza,  arrivavano dai banchi dei ribelli : non mi fido affatto di te ma ti accordo il voto di fiducia. Dal punto di vista della logica narrativa funziona poco, ma tant’è.


Detto questo, il governo non meriterebbe altri regali, vedi il ritiro della mozione di sfiducia per il Ministro Bossi che buon ultimo ha stravolto l’acronimo SPQR, marchio di fabbrica della città di Roma, impresso, non a caso, su targhe, palazzi, acquedotti, statue, monumenti.

Senato e Popolo Romano. Sullo stesso piano, garantito dalla congiunzione e .Da migliaia di anni. Mica chiacchiere.


Offesi? Macchè. Ecco perchè non bastano le scuse, ne’ perchè da vent’anni a questa parte  abbiamo fatto il callo alle scemenze sui salotti, sulle terrazze, sul parassitismo, sugli intrighi di potere e sulla calata romanesca ritenuta insopportabile ed insopprimibile ( mai sentito Anna Magnani recitare nella Carrosse d’or di Jean Renoir o in The Fugitive Kind ? Ecco. Poi mi si dirà se tradisce l’inflessione)


Piuttosto nella  consapevolezza  che Bossi non sia un problema dei soli romani o dei meridionali in genere, ma del popolo italiano tutto, quella mozione dovrebbe essere messa ai voti.


Per il resto siamo autoironici a sufficienza . In una città in cui persino le statue continuano a sfottere,  che possono raccontarci di nuovo  i Goscinny & Uderzo  o i Bossi ?

E poi la migliore storpiatura resta sempre quella del Belli di prima della cura (clericale) : Solo Preti Qui Regneno. Non mi pare possa esserci altro.


Madama Lucrezia, la più misteriosa delle statue chiacchierone. Qui sopra, in pole position

2 pensieri riguardo “Sinfonia d’autunno (con regali)

  1. Concordo con la tua lucida analisi. Anche a me spiace che non si sia avuto il coraggio di proseguire con la mozione di sfiducia individuale a Bossi, dopo le sue scuse tardive e – come dire – poco sentite?
    Già comunque mi ero sorpreso che il PD avesse finalmente detto qualcosa di sinistra al riguardo e, oltre le parole, si fosse persino spinto a fare dei fatti. Alla fine però è prevalsa la linea che una cosa, se non ha serie possibilità di successo, è meglio non intraprenderla! Con buona pace dello spirito di lotta…

  2. Quando si ha un problema serio di visibilità dell’azione politica, la strategia dovrebbe essere un’altra. Questa era un’occasione da sfruttare fino in fondo per una prova di fermezza e coerenza, oltre che un modo per far stare un pochino sui carboni chi se la cava sempre con le battute e le scuse tardive.
    La mozione di sfiducia non è un gran momento, nemmeno se chi la subisce è un osso duro come Bossi.
    E sono in molti a pensare che l’eventuale sconfitta non avrebbe poi avuto margini così ampi.
    Tanto per dire che quando si tratta di persone, si può chiedere lo scrutinio segreto

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