Away we go (che è meglio)

Away we go (che è meglio)

Phoenix, Tucson, Madison, Montreal, Miami.  Altro giro altra famiglia, stavolta  in tour (circolare, si arriva dove si è partiti)  alla ricerca del posto più adatto per vivere e allevare la bambina che è in arrivo.


Ad ogni tappa l’incontro di Burt e Verona con strampalati personaggi  persi in situazioni da paradosso,  impone alla storia l’andamento obbligato del viaggio di solo ritorno con le conclusioni che il caso comporta.


A patto di non farla troppo facile liquidando il tutto come il rifiuto di modelli famigliari  ritriti, radical o new age, questo ritorno a casa non ha nulla della conservazione in cui lo si vuol cacciare per forza. Piuttosto di prosieguo della ricerca e del viaggio in un luogo dell’anima più confacente alle esigenze di una coppia davvero innamorata e che, se non emana gioia, come è stato da più parti rilevato (ma chi l’ha detto che) di sicuro è energica e determinata nell’obiettivo prefisso.


Belli i dialoghi – Dave Eggers e Vendela Vida sono gli sceneggiatori – affidati alla recitazione di famosi attori televisivi, mentre la regia, com’è nelle abitudini di Mendes, rifà il verso al cinema indipendente del quale in effetti  ha goduto le ristrettezze da budget  – risicatello al punto da ricostruire tutte le tappe del viaggio  unicamente in Connecticut –  solo quelle però. Mendes è troppo meticoloso per poter riprodurre quel tocco di elegante sciatteria che fa tanto Sundance e dintorni, ergo, il trucco riesce solo nella parte in cui conferisce agilità alla narrazione. Perchè American Life? Va a saperlo. Una volta che ci si era decisi a mantenere l’inglese non era cento volte meglio Away we go?




American Life è un film di Sam Mendes del 2009, con John Krasinski, Maya Rudolph, Carmen Ejogo, Catherine O’Hara, Jeff Daniels, Allison Janney, Jim Gaffigan, Maggie Gyllenhaal, Josh Hamilton, Bailey Harkins. Prodotto in Gran Bretagna, USA. Durata: 98 minuti. Distribuito in Italia da Bim Distribuzione

10 pensieri riguardo “Away we go (che è meglio)

  1. pare sia stato un omaggio a American beauty, ma se è vero non lo ha capito nessuno.
    Al solito le traduzioni dei titoli in italiano fanno cagare.
    Come al solito ci sono critiche contrastanti, ma a me è piaciuto questo film pulito e pure il finale, con il raggiungimento della meta.

  2. Poi non ho capito perchè tutta la critica mette l’accento sul fatto che Verona non si vuole sposare, manco fosse una notizia fondamentale ai fini della comprensione di tutto il film. Manco fosse una notizia. Boh.

  3. Tanti auguri anche a te, bello, durante il “finianesimo” ti ho lungamente pensato immaginando le elucubrazioni, poi mi sarebbe piaciuto conoscere il parere dell’entourage domestico.
    Avrei volentieri spettegolato su Granata e su Della Vedova..ma tu, niente….uccel di bosco, come si conviene ai giovanotti di belle speranze. E non mi contraddire (su quest’ultima affermazione, ovvio)

  4. Anch’io sono uccel di bosco riguardo ai commenti, però ti seguo…eccome che ti seguo.
    Buon Anno Sed.
    La signoraG.

  5. Ah ma allora ditelo : E’ l’adunata dei dispersi e delle belle speranze (in combinato beninteso, non che chi è disperso è distinto da chi ha belle speranze)
    E non è nemmeno il mio compleanno.
    Che piacere.
    E anche se ogni tanto un segnale di presenza incoraggerebbe chi – sempre con gran fatica – scrive, Vi capisco.
    (e mò che ho detto questo…manco a Natale li vedrò più)

  6. Sì, ci sono giorni (mesi) che proprio dimentico che esistano dei blog, e mesi che me ne ricordo con estremo piacere, che poi sono quelli in cui riesco a scrivere decentemente.

    Comunque credo che si sia assistito a uno spettacolo di puro dilettantismo politico, a iniziare dalle mancate dimissioni di Fini che sono un autogol clamoroso per continuare con la ridicola pretesa di allearsi con Casini solo perché non s’è ancora concesso a nessuno (ma se uno vedesse come sono andate le Regionali e analizzasse il peso del governo locale per l’Udc, saprebbe già tutto…), e inoltre con la ridicola messa in scena della mozione di sfiducia per creare un clima nuovo che puzzava di vecchio ancor prima di nascere.

    Il Pd, poverello, si sta ritrovando esattamente nella situazione in cui l’avevo pronosticato 5 anni fa quando se ne stava – purtroppo – profilando la nascita: stretto tra due fuochi che non possono essere spenti, né a colpi di fantapolitica, né a colpi di yes we can, né a colpi di una botta al cerchio e l’altra chissà né a colpi di leggi elettorali vigliacche approvate per le Europee per eliminare la concorrenza.
    La politica aveva già scritte, 48 mesi fa, tutte le cause del fallimento atroce di questo progetto, bastava prenderne atto e cercare altre strade senza imporre la più impervia a nessuno.
    E la cosa mi innervosisce al punto che mi stanno più sulle balle i delusi facili dal progetto (quelli che, col loro facile cadere nel nuovismo e col loro voto malleabile al congresso 2006 ci hanno condotto al baratro politico) che un Bersani qualsiasi, che onestamente non so cosa diavolo possa fare per essere più coerente di un partito che non può più esserlo.

    Senti parlare Rondolino e ti sembra di sentire la Merkel.

    E poi, dicevi dei miei genitori: mia madre ha teorizzato che eventuali dimissioni di Fini ridurrebbero di due unità il margine del centrodestra alla Camera… Si vede che c’hanno il palato fino, oh.

    Buon anno Sed, e grazie per avermi ascoltato anche se nient’affatto invitato e completamente off topic!

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