Aule parallele

Aule parallele

Si ricomincia. Retrocedono al taglio basso, la morte dell’ alpino in Afghanistan ma anche il risultato del referendum Mirafiori e le osservazioni della Banca d’Italia su crisi e disoccupazione. Dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, le battute appena accennate di una discussione da paese normale su lavoro capitale e democrazia, sono morte sul nascere e siamo riprecipitati in pieno clima da battibecco su vita e miracoli di Berlusconi.



Ma oltre il fuoco di sbarramento che accusa i giudici di parzialità, fumus persecutionis, progetto eversivo e chissà cos’altro, non è dato procedere. E poi il PDL, non essendo il Capo intenzionato recarsi dai giudici, è determinato a celebrare il processo a cielo aperto, in televisione o sui giornali. I difensori di professione ma anche i dilettanti e gl’ improvvisati sono dunque all’opera per smantellare l’impianto accusatorio, meno opportune sono le sedi e meglio è.



Ministri della Repubblica , tra i quali quello di Giustizia, si prestano ad avallare il teorema dei giudici persecutori, irresponsabili e spendaccioni mentre Principi Norme e Procedure vengono sfigurati a giustificazione di episodi che da ambigui o controversi si vorrebbero trasformare in ovvi e normali.


Di tutta questa storia, ben che vada, resterà un’idea di Giustizia che come la metti sta, adattabile cioè ad ogni tipo di esigenza, particolarmente quella del più forte e del più facoltoso. Lui infatti si sta divertendo ma soprattutto rifiuta di mettere piede in tribunale.


Non che questo sia sufficiente ad arrestare la macchina che si è messa in moto ma il Processo che ne deriverà, correrà parallelo ad altri mille, con altrettanti interrogatori, testi, capi d’imputazione, requisitorie, arringhe, consulenze, assoluzioni, condanne in un blob dove tutto è lecito, dalle telefonate di pressione in questura, alle raccomandazioni e in cui persino la maggiore età comincia quando fa comodo.


Ecco servita la rivoluzione liberale promessa quindici anni fa. Quantomeno altro non si è potuto vedere. Intanto stasera nell’Aula di Signorini esordisce Ruby Rubacuori. Sempre che lo stomaco regga, sentiremo.

3 pensieri riguardo “Aule parallele

  1. Quando ripenso a coloro che 17 anni fa, ma anche successivamente, continuavano a contestare la teoria secondo cui un tycoon televisivo non può diventare Presidente del Consiglio a causa di un evidente ed abnorme conflitto di interessi, sono combattuto fra l’istinto omicida ed una risata amarissima. Cosa dire ora di una televisione trasformata in scendiletto, in clava, in aula giudiziaria, in strumento di disinformazione e diseducazione? Cosa dire di Signorini che sostituisce la Bocassini? Di Matrix che diventa più competente a giudicare il premier (e naturalmente ad assolverlo) della Procura di Milano?

  2. Ieri pomeriggio, in una delle “udienze” televisive, l’assegno divorzile di Veronica Lario è stato accostato alle famose buste date alle ragazze.
    Insomma,approfittando della particolarità di quel divorzio, si vuol far credere che il benefattore è circondato da donne avide e interessate.
    Una vittima!
    Ecco qui, siamo sulla buona strada. Una di queste domeniche sarà srotolato il ritratto di SB in piazza San Pietro per la beatificazione.
    E chissà quanti assegni da 500 – 800 euro al mese, diventeranno materia del contendere tra ex mariti proiettivi ed ex mogli che con quella cifra devono fare i salti mortali. Come se quel che si vede e si sente sull’argomento, non fosse abbastanza. In Aula “si fa” Giurisprudenza e in Studio, malcostume. Questa è la morale.

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