Il fascino discreto del Tiranno

Il fascino discreto del Tiranno

Isola d’Elba 1814. C’è  un giovane maestro ,velleitario visionario,ossessionato dal tirannicidio che è stato licenziato dalla scuola per le sue idee sovversive .C’è la sua amante una baronessa godereccia e un pò mignotta, (per ammissione della stessa interprete Monica Bellucci) una donna che non è vissuta e resta attaccata alla sua giovinezza perduta E poi c’è tutto un ambiente provinciale e isolano scombussolato ed esaltato  dall’arrivo a Portoferraio di lui ,proprio lui ,Napoleone al suo primo esilio.Rivisitazione del bel libro di Ernesto Ferrero il film si dipana intorna al tema tutto novecentesco del fascino persuasivo del tiranno in questo caso interpretato da un Daniel Anteul bravo da non far rimpiangere nemmeno un po’ ne’ gli Steiger ne’ i Brando, con l’impeccabile interpretazione della noia e dei poco imperiali vezzi quotidiani

Alla fine il giovane maestro,assunto come bibliotecario da Napoleone non riuscirà nell’intento tirannicida ma rimarrà affascinato dalla personalità del generale che tuttavia tornerà a deluderlo  portandosi via nella fuga anche la baronessa Emilia.

Molti hanno contestato l ‘eccesso di livornesità e invece a Virzì va dato merito di una direzione molto accurata e di una discreta chimica con gli attori, ciò ha consentito a  Massimo Ceccherini, di affrancarsi dalla sua maschera consueta impersonando Cosimo, un locandiere impacciato che corteggia la Diamantina della bravissima Sabrina Impacciatore con uno stile ed un linguaggio sorprendentemente misurato.

 

 

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