Il taglio alto e la metà di niente

Il taglio alto e la metà di niente

Sono stati così lievi gli argomenti e i toni del cicaleccio di ieri  che seppure qualcuno avesse accennato ad un giudizio legittimamente severo, avrebbe visto il suo intervento cadere nel vuoto.- Volta la pagina o cambia canale, che c’è quel noioso/a  che  se la prende con Lui/Lei/ ,il Direttore del Giornale e il Tamburo Battente -. La Grande Identificazione ha prodotto ancora una volta  il suo effetto e gli stessi talk (o le stesse colonne o le stesse pagine web) che fino a qualche ora fa ospitavano dubbi sulla reversibilità o sull’assegno di mantenimento, ieri sono stati invasi dalla Notizia del Giorno.Tant’è che nel pomeriggio il Parlamento, con larga maggioranza, ha impegnato il Governo a presentare un progetto di legge che regola le unioni di fatto, nel più completo oblio. La stessa sorte hanno subito la CEI, l’articolo salva Pollari, il mal di pancia del Partito Democratico ,le esequie dell’Embrione e la nota a margine del verbale di perquisizione della baracca del finto eremita Provenzano.Tutto spazzato via.Taglio alto in prima pagina e nell’interno, il bel primo piano di Miriam illuminato dal doppio giro di zaffiri contornati da diamanti di regale caratura, in basso la rivendicazione per la dignità ferita e la necessità di proporre un esempio ai figli, particolarmente alle ragazze.Tanto è bastato per fare di Miriam una di noi e di suo marito, uno di loro. Stessi problemi. Rispolverate dalla discarica mentale,  le rimasticature di vecchie teorie femministe, il personale confuso col  privato, il pubblico con il  politico, si è tentato di dare spessore ad una modalità inconsueta, qualcuna delle commentatrici  ieri accorse alla staffetta televisiva,un programma via l’altro, a reti quasi unificate, definiva la lettera politica , un’altra ancora bella.Ma può essere bella e sincera una lettera che viola l’intimità (non il personale, non il privato ma qualcosa di più) tra due esseri umani legati da un vincolo emotivo? Quanta spontaneità può esserci in una missiva indirizzata a uno solo ma che sarà letta da tutti? Possiamo rispettare il percorso di umana sofferenza che ha condotto una donna schiva e sostanzialmente defilata dal ruolo pubblico del marito a documentare, oltretutto, l’orgoglio ferito, l’offesa ai sentimenti ma la chiamata in causa della Dunne e de ” La metà di niente” è il passaggio meno appropriato di tutta l’operazione. Anche noialtre abbiamo investito e abbiamo lavorato ad un progetto famigliare stabile facendo i conti via via con la superficialità, il gallismo, la presunzione, la vanità maschili ma il nostro senso di responsabilità, nel frattempo, veniva messo a dura prova da un quotidiano estenuante, fatto di quadrature di bilanci e di tempi ,di sensi di colpa equamente e vicendevolmente distribuiti tra casa e lavoro.Chi è arrivata ai ventisette anni di matrimonio tenendosi il marito accanto, non ha certo  mantenuto intatto l’allure e la volontà di Miriam. Difficile insinuare un concetto del genere nella Favola Bella che tutti ci illude e che finisce a dichiarazioni d’amore coram populo, più mazzi di rose e astucci di velluto.La nostra proiettività si blocca lì ,davanti ad un menage tanto distante da quello che conosciamo noi e che invariabilmente fa la differenza .E non sono i due giri di zaffiri orientali a renderci diverse ma la Possibilità di Scelta che ha accompagnato la sua vita, in ogni circostanza. Scegliere tra famiglia e lavoro,scegliere di continuare o finirla lì.Un privilegio questo che non è di tutte. Ma su una cosa siamo d’accordo.Anche noi ce l’abbiamo col marito di Miriam, per i cinque anni di grande  precarietà che ci ha voluto regalare e per quel  chiamarci categoria che della fine del mandato, ne è stato il degno  coronamento.

6 pensieri riguardo “Il taglio alto e la metà di niente

  1. e vorresti forse che chiedesse scusa anche a noialtre?

    Pensavo giustappunto a tante donne che scelta non hanno e che si devono tenere il marito per sopravvivere, marito che le mena regolarmente … altro che lesioni di dignità. Vabbè, la pianto qui.

  2. Quello di ieri è stato l’ennesimo momento di propaganda, pubblicità a cui sarebbe meglio non dare corda (ricordi l’inflazionato aforisma di Wilde?). Nel tuo caso, però, due cose mi hanno piacere: la prima quella di aver guardato altre notizie e di averle SEGNALATE; la seconda, aver scelto il vero nome della donna. E la cosa, credimi, mi ha fatto impazzire :)

  3. Si, hai ragione sed, una bella lettera di scuse ci vorrebbe anche per noi!

    Anche perchè ai tempi il suo contratto con gli italiani aveva turbato non poco il mio privato ;)

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