La lanterna magica

La lanterna magica

Ingmar Bergman set 1957

Bergman metteva in riga i miei migliori (e scomposti) istinti di spettatrice.I suoi film non lasciavano molto spazio alla fantasia, ne’ alla riflessione, ne’ alla fuga .Faceva, diceva, esprimeva tutto lui .Ogni volta – che rabbia – era sufficiente sedersi e guardare.E ogni volta l’intreccio consueto: immagini e dialogo in perfetta alchimia, risultavano esaustivi. Cos’ altro si sarebbe potuto aggiungere a Sinfonia d’autunno a Fanny e Alexander al Settimo sigillo a Scene da un matrimonio o al Posto delle fragole? Proprio nulla . Per questo nonostante il sentimento di profondo rispetto e la consapevolezza di essere al cospetto di autentiche opere dell’ingegno,io Bergman non l’ho mai davvero amato.Però non ho perso un suo film, ne’ una sua produzione televisiva,ne’, quando è stato possibile,una sua opera teatrale.Capitava a me ciò che spesso accade con quelle persone che si stimano moltissimo .ma alle quali ,per pudore, non si riesce a dare del tu.

Nell’illustrazione Ingmar Bergman sul set di Settimo Sigillo

6 pensieri riguardo “La lanterna magica

  1. e’ una riflessione molto particolare e credo di condividerla. devo solo capire se il mio senso di incompletezza davanti all’ opera del nostro deriva dal fatto di non poter ‘aggiungere’, come dici tu, o da quel sentimento di timore reverenziale che sempre provo davanti ad autori universalmente riconosciuti…..

  2. sei riuscita a condensare in pochissime parole le capacità artistiche ed espressive di Bergman. complimenti.

  3. Credo che noi resistiamo al coinvolgimento intellettuale assai più che al coinvolgimento emotivo. Succede anche nella vita dove scioccamente siamo abituati a considerare l’uno e l’altro, come due universi troppo distinti.

    In molte filmografie si allude alla morte, se ne inventano simboli e metafore.In Bergman la morte c’è, è una presenza costante tangibile di significato più che di significanti e con la quale puoi giocare a scacchi o dalla quale ti lasci tenere la mano o minacciare – Non ti libererai di me – Intanto però è la vita che scorre generosamente e come non mai.

  4. ho dato un esame all’università su Bergman. In questo modo, forse un poco accademico, l’ho potuto conoscere.

    Di lui ho amato molti film. Sicuramente Il posto delle fragole e ancor più il Sorrisi di una notte d’estate.

  5. Bergman è legato ai miei primi ricordi di cinefila, ai cinemini d’essay freddi e pieni di spifferi d’inverno, agli amici che trascinavo la sera, che non avevano il coraggio di dire che si ammosciavano. Ma in effetti si ammosciavano in pochi, poi quelli sparivano presto. Restavano gli appassionati.

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