la gggente deve sapere

la gggente deve sapere

Uh che bello il post di Antonio Di Pietro sull’inchiesta di Garlasco intitolato Processi in piazza . Parole sagge sull’esposizione mediatica e sul danno che può comportare al sereno svolgimento delle indagini (si dice così). Peccato che poi quando si è trattato di porre un limite concreto alla fuga di notizie  innalzando consistentemente l’importo delle ammende per i trasgressori (giornalisti ed editori) , lo stesso Di Pietro ,in una trasmissione di Anno Zero,si sia unito al coro  degli sbandieratori della Libertà di Stampa che  –  la ggggente deve sapere ! – lamentavano un eccesso di severità dovuto di sicuro alla volontà della classe politica di nascondere le proprie malefatte . Ecco qui  : la ggggente sa, spesso ancor prima degli inquirenti, grazie ad uno spiegamento di microfoni e taccuini che oramai è divenuto prassi intorno alla scena del crimine e nei dintorni.Inutile dire che in queste condizioni acchiappare il colpevole (pure lui sa e si regola di conseguenza) non è propriamente più semplice che se le indagini si svolgessero nel prescritto riserbo. Ed è anche inutile invocare la privacy, poichè quello che i giornalisti scrivono e la ggggente sa, spesso deriva direttamente dalle dichiarazioni di protagonisti e comprimari. Che privacy vogliamo invocare sul diluvio di dichiarazioni , memoriali,fotomontaggi,smentite e conferme dei parenti e degli amici della vittima sul proprio ruolo nella vicenda ?. Quanto alla segretezza, conosciamo anche le prossime mosse degl’inquirenti che c’informano i notiziari della sera , dopo aver ascoltato il principale indagato, si concentreranno  sul passato della vittima e sui parenti della stessa . La ggente sa e poi di quel che sa, fa quel che crede,compreso istruire  processi paralleli con tanto di sentenza. In tutto ciò, la presenza di Corona a Garlasco pare del tutto appropriata e in perfetta sintonia con l’ambientazione e la temperie culturale.

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