Verso l'autoregolamentazione

Verso l'autoregolamentazione

Com’era prevedibile, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Levi, ha aggiunto un comma alla Legge sull’Editoria che esclude i blog dall’obbligo di registrazione al Roc . La precedente stesura conteneva almeno due errori concettuali, vuoi per la tendenza a burocratizzare  uno strumento per sua natura libero e gratuito , vuoi per l’imposizione di un Responsabile nella figura di un giornalista professionista iscritto all’albo, il che sarebbe stato in aperto conflitto con  la nozione di diario personale,bacheca o palestra di libero confronto che dir si voglia. Questo piccolo comma inoltre, compie un passo in avanti anche nella definizione di prodotto editoriale. Una decisione di buon senso che andrebbe pubblicizzata almeno da parte di quelli che, correttamente, hanno lanciato l’allarme . Resta tuttavia fermo che anche il blog come qualsiasi altra forma di pubblica e libera espressione del pensiero , ha l’obbligo di rispettare i diritti fondamentali della persona sia sul piano penale che su quello civile: dall’onore alla reputazione, alla privacy , a maggior ragione in Rete dove la diffusione della notizia è amplificata ed accelerata più che in qualsiasi altro luogo. Il principio di responsabilità insomma va salvaguardato in ogni caso.  Di recente Stefano Rodotà durante un dibattito su Repubbliva tv , ha osservato che il quadro delle regole andrebbe rimesso ad una Costituzione per Internet che abbia la funzione di garantire i diritti chi opera in rete. Piuttosto che una minaccia alla libertà, questo potrebbe essere,un "presidio di libertà"  fondato su un codice di autoregolamentazione. Anche il ministro Gentiloni e il Garante della Privacy, nella stessa sede, hanno concordato sulla necessità di una Carta Costituente come strumento di crescita nella gestione di un bene pubblico.

14 pensieri riguardo “Verso l'autoregolamentazione

  1. I tono rimangono sopra le righe,non c’è uno solo che abbia gridato allo scandalo che si preoccupi di dire che passata è la tempesta.L’anno scorso secondo alcune menti eccelse del web era stato licenziato un provvedimento liberticida sulle citazioni in rete.Il web ama stracciarsi le vesti.E’ noto.

  2. ma perchè secondo te ci sono dubbi sul fatto che il blog sia un prodotto editoriale? E’ stata ovviamente una svista che è stato bene chiarire…ma non sarebbe passata mai,è stato bene far notare l’omissione ma i rischi erano minimi soprattutto a fronte dell’impegno scritto di un Ministro e del sottosegretario già due giorni dopo..

  3. Non mi va di discutere con quel blog che evidentemente non ha capito lo spirito della legge e vuol alzare polveroni,sono stanca di gente paranoica che non ha consapevolezza dei propri diritti.E poi basta fare gli straordinari.

  4. guarda che hai cominciato tu

    :-PpPp

    e poi una virgola, in un paese di legulei ed azzeccagarbugli è una cosa importante, non credi?

  5. A parte che la virgola si può sempre aggiungere se proprio pensiamo che i politici non dormono la notte per trovare la maniera di uccidere i blog.Poi esistono i contesti e seppure la dizione fosse ambigua ( e non lo è) dal contesto si evince tranquillamente.I magistrati e gli azzeccagarbugli non sono esattamente pettinatori di bambole.Comunque per capire meglio il perchè della polemica sulla virgola,basterebbe vedere da dove nasce la protesta, anzi da chi.E non è certo il titolare in questione .La verità visto anche l’improprio e frettoloso richiamo alla sentenza di Aosta indicato dal link sullo stesso blog, è che qui ognuno vuol essere libero di dire quel che gli pare senza assumersene le responsabilità.Il comma esclude la possibilità di iscrizione al Roc.Punto.Dopodichè escludo categoricamente un comma che contravvenga il principio di responsabilità.Aosta non equipara,procede per analogia.E’ diverso.

    La democrazia è bella delegata,partecipata,tranquilla.

  6. no, chiariamo. Io non penso al complottismo, non sia mai.

    Io credo che chi ha fatto sta legge è un arronzone, punto.

    Perchè se non fosse stato un arronzone non avrebbe partorito una simile idiozia. Gentiloni ha chiesto scusa perchè non lo ha letto e questo gli fa onore. Ma qui c’è gente che scrive senza leggere e non si chiama Gasparri.

    Circa le responsabilità, va da sè che nessuna legge ti esime dal tenere un comportamento corretto, sul blog e persino al citofono. Io credo nell’autoregolamentazione.

  7. Ma adesso che l’arronzone ha messo la pezza, noi lucidissime intelligenze che facciamo? Lo vogliamo impiccare? A me pare che tutto sia incredibilmente pretestuoso.E che alla base ci sia la narcisistica convinzione che questi strumenti siano chissà quale presidio di libertà.Lo sono a patto che rispettino le regole.Purtroppo il web è una materia relativamente nuova per essere entrata a pieno titolo nella testa del legislatore.Non è semplice come sembra . Ma una cosa è sicura.Più utilizziamo i principi che già ci sono meno rischiamo di sbagliare o di peggiorare la situazione.Per questo Rodotà e il ministro chiedono una carta costituente e non una legge.Invece mi pare che siamo insofferenti alle regole,prova ne è la qualità dell’informazione che passa per questi siti.

    Io son stufa di malafede mica d’altro,dopo sei mesi scopriamo i guasti della pubblicità degli atti fuori dalle regole.E del divieto di citazione sui blog ,che ne è stato? Altro straccio di vesti e di capelli finito in fumo.Poi dì che non ho ragione.Quando si marcia bisogna controllare che il nemico non sia alla testa…e qui..hai voglia tu…

  8. ma no, non abbiamo impiccato Stanca & Co per quella porcata di Italia.it (che pare proprio che sarà estinto), vuoi vedere che lo facciamo a Levi che ha il solo torto di non capire niente di web?

    Ora siamo tutti contenti, la cosa sembra chiarita (speriamo). Ma se il web non si stracciava le vesti, sai che casino se il decreto passava com’era?

    Io che sono malpensante, ho il sospetto che qualcuno avesse pensato di farci un po’ di soldini con quella fesseria.

    Così come Petruccioli che ha proposto di far pagare il canone TV assieme alla bolletta dell’Enel. E poi che fanno, tagliano la luce a tutti quelli che fanno l’autocertificazione per non pagare?

    Meno male che Gentiloni ha lasciato perdere.

    (mi piace quell’uomo, si è capito?)

  9. No, la cosa non sarebbe passata comunque,le proposte di legge passano mille verifiche e quella inclusione dei blog nei prodotti editoriali sarebbe comunque venuta fuori perchè scompaginava i criteri e poi ‘sta vittoria del popolo del web mi pare tanto un contentino..

    Che soldi vuoi fare col Roc?Mica è un’impresa privata con mazzette e tutto.Mentre invece la gente si deve mettere in testa che sul web non ci sono solo spazi senza scopo di lucro,quelli per esempio spesso si nascondono dietro queste battaglie di “libertà” io se fossi in te sarei malpensante in quella direzione.

  10. certo i blog non sono tutti come il mio o il tuo. C’è anche chi con i banner pubblicitari guadagna un po’ di soldi e si ripaga la connessione. Ma non credo che questo sia importante ai fini della legge sull’editoria. Sono curiosa invece di sapere quali saranno i siti soggetti all’iscrizione al Roc. Nazione indiana? Reporter senza frontiere? il blog di Pino Scaccia (che è pure giornalista)?

  11. Nazione indiana non è un blog, ne’un sito personale,Pino Scaccia invece è un blog come pure Grillo.Ma io credo che il problema dell’iscrizione non preoccupi più di tanto,si sa che te ed io non rischiamo il ROC il punto è la responsabilità,qualcuno pensa che se non sei un prodotto editoriale puoi evitarti una serie di rogne.Ecco perchè preoccupa la virgola.

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