Prima della caduta (un bel po’ di rumenta)

Prima della caduta (un bel po’ di rumenta)

prodiInseguire la fiducia a Palazzo Madama prevedibilmente senza esito, non significa automatiche elezioni anticipate come tendono a far credere i giornali avvalorando invece la tesi che le dimissioni aprirebbero la strada alla formazione di un governo istituzionale o tecnico (che non sono la stessa cosa). Dunque bene fa Romano Prodi a riportare la crisi in Parlamento e ad inscriverne il decorso in quell’ambito e non altrove. Prodi, al di là di ridicole illazioni sull’attaccamento alla poltrona o su non meglio identificate ambizioni di prosieguo, nonchè su tutte le note di colore di acquisti e defezioni di questi giorni, in realtà non fa che esercitare il suo diritto dovere di verificare l’esistenza di una maggioranza. Questa intransigenza costituzionale dovrebbe bastare a liberarci dalla rumenta che abilmente ci viene propinata su bisbigli, presunzioni,intercettazioni, inchieste e figlioli, per la circostanza sottoccupati, in lite con altri figlioli notoriamente grandioccupati, contese interessanti quanto la bolletta del gas che con la crisi hanno a che vedere solo nel caso in cui si sia disposti ad ammettere che costituiscono la prova provata che questa volta si muore di cattiva politica e di tanta rumenta. Quella che travalica i cumuli campani. Crisi di sistema.Non semplicemente di  governo. E infatti . Ciò che non s’intravede e che nessun rispetto costituzionale, nessuna riforma elettorale ben articolata, può sostituire, è un cenno di maiuscola Volontà Politica di superare l’impasse. A fronte della crisi che si annuncia, c’è chi vuol precipitarsi alle urne certo di un facile successo,non importa se a regole elettorali immutate, non importa se la correzione di quelle stesse regole ha impegnato il dibattito politico degli ultimi mesi , c’è chi vuol cucire addosso alla propria formazione una legge elettorale che moltiplichi magicamente i consensi, infine c’è chi vuole tutto ma particolarmente pensa a ricollocare se stesso e i propri cari, pronto a scivolare tra le fila dei possibili vincitori. Recarsi oggi al senato a rassegnare le dimissioni, significherebbe evitare di esacerbare gli animi e forse di fare terra bruciata intorno alla possibilità di costruire un governo istituzionale che provveda alle Riforme. Soluzione quest’ultima che indubbiamente sarebbe la migliore per il Paese. Ma Romano Prodi ha ragione, il senso di responsabilità non può essere esercizio unilaterale.Ne’ una procedura ineccepibile e trasparente può essere interrotta solo perchè in caso contrario qualcuno potrebbe stranirsi. Che ci si conti dunque e che sia chiaro chi sta da una parte e chi dall’altra . Nella fase a seguire, col Quirinale a sorvegliarne i passaggi, sarà più agevole capire chi sacrifica i propri interessi particolari al Bene Comune e chi pur di occupare immediatamente le postazioni, lascerebbe immutate condizioni svantaggiose per la governabilità. Se in nome della chiarezza dev’essere muro contro muro, muro contro muro sia…

6 pensieri riguardo “Prima della caduta (un bel po’ di rumenta)

  1. Basta strilli, basta toto-governo. si segua la Costituzione.

    Ammiro Prodi, non per quello che è da molti considerato come caparbia, ma proprio per la ricerca chiara di trasparenza (con un voto che delimiti chiaramente CHI ha tradito il mandato degli elettori) e che segue alla lettera le procedure previste della Costituzione. Che cosa sarà domani, lo vedremo domani. E ancora una volta capiremo chi è pronto a sacrificare il suo orticello per il bene comune.

    Ma Sed, ne abbiamo ancora bisogno? Anche sapendolo ci potrebbe “aprire gli occhi”? Non penso.

  2. Ogni tanto cerco di mettermi nella testa di chi seguendo poco, cerca di capire…non so se noi ne abbiamo bisogno o meno , ma una cosa è certa se si è chiamati a esprimersi pubblicamente non ci sono dubbi su intenzioni o “mosse” varie.Alla fine della fiera in democrazia ci si conta.Inutile forzare.

  3. Se non altro Sed, alcune considerazioni sono da fare fuori dai denti: uno, che la camorra sta guidando le proteste proprio ORA e stia impedendo qualsiasi ritorno all’ordine; due, che le varie mosse del Papa e della CEI (e possiamo tranquillamente non considerare il caso Sapienza) non sono neppure queste casuali.

    Detto questo, e vedendo queste spinte esterne, ho la certezza che – al di là dei limiti numerici di questa maggiornanza- il governo Prodi stava andando nella direzione giusta. Giusta per noi, un po’ meno o per niente per altri.

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