Coscienti e responsabili

Coscienti e responsabili

manibDifficile pensare ad un’etica della vita scollegata dal Principio di Responsabilità e se è pur vero che trent’anni  fa gli strumenti di diagnosi prenatale  erano meno evoluti rispetto a quelli odierni è altrettanto vero che la legge 194 è stata, rispetto alle possibili innovazioni tecnologiche e al progresso della scienza medica , egualmente saggia e lungimirante  nel sancire  la possibilità di sottoporsi ad aborto terapeutico oltre i 90 giorni , senza fissare limiti temporali  , affidando ogni valutazione in tal senso, al rapporto medico paziente. All’interno di questo spazio che oggi si tende a mostrare come un vuoto legislativo, è  inscritto il principio della maternità cosciente e responsabile, il diritto alla salute della madre e del concepito  , il codice deontologico e l’obbligo espresso di rianimare il feto abortito vivo. La gestazione  è convivenza di due soggetti dipendenti uno dall’altro, entrambi titolari di diritti potenzialmente in contraddizione, l’articolo 6 e 7 della legge 194 sono un miracolo d’equilibrio nella tragica circostanza in cui il riconoscimento pieno dei diritti di uno, potrebbe tradursi nella negazione dei diritti dell’altro, risolvendo nel contempo il problema dell’  incostituzionale obbligo di portare a termine la gravidanza costi quel che costi  e l’ incostituzionalità della la pura e semplice volontà della donna e cioè il suo diritto potestativo sul concepito.Atteggiamenti dogmatici non appartengono alla cultura delle donne e sui temi della maternità responsabile sarà sempre possibile stabilire un confronto.Non sul terreno delle intimidazioni morali però, tantomeno della criminalizzazione o peggio di strane equiparazioni aborto/pena di morte.Nel referendum confermativo del 1981 questo Paese percepì il Dramma e la Necessità stabilendo che il difficile lavoro di sintesi tra differenti istanze che era alla base della Legge 194 , andasse preservato.Quello spirito noi dovremmo tutelare senza pasticci, chiedendo che le eventuali innovazioni tecnologiche vengano messe al servizio della tutela del diritto alla salute della madre e del concepito sulla strada già delineata dalla legge 194.

4 pensieri riguardo “Coscienti e responsabili

  1. Ho un’idea nella testa ma non mi riesce di esprimerla. Ci provo. La legge 194 è giustissima e io non posso né voglio negarla. E’ anche vero che non è una legge qualunque, perché in gioco c’è una doppia vita umana, della madre e del bambino. Quello che mi avvilisce è l’atmosfera in cui viene evocata, dagli uni e dagli altri. Se gli uni, per quanto ottusamente e faziosamente, cercano di difendere la vita di chi nasce spesso dimenticandosi però di confortare colei che da la vita, gli altri ne fanno una questione troppo individualista, libertaria, arrogante. Io non costringerei mai mia sorella di quindici anni a partorire, né cercherei di violentarla spingendola a crescere, ad assumersi le sue improvvise responsabilità, ma neanche voglio che la disperazione cieca la spinga a scegliere con leggerezza l’aborto, e inoltre non posso chiederle di rifletterci perché non ha la serenità giusta per pensarci. Questo è tutto. Per questo, pur accettando e difendendo la legge 194 al punto di scendere in piazza se dovesse esserci il rischio vero che venisse abolita, non mi basta il cuore di dire con freddezza “C’è una legge, e va fatta rispettare”.

  2. Credo che chiedere l’applicazione della legge,in quel caso fosse strettamente legato ai fatti del Policlinico.Una legge non determina i comportamenti, ne’ ti obbliga ad abortire,scelta che comunque non puoi esercitare senza la mediazione di una struttura sanitaria che abbia accertato che ne ricorrano le condizioni.

    Forse ,e qui posso darti anche ragione,a te ha dato fastidio un clima della manifestazione non consono al problema.

    A me per esempio infastidisce che ci si comporti come 30 anni fa, con lo stesso atteggiamento rivendicativo di quando la legge non c’era o con slogan che allora avevano un significato e oggi ne assumono invariabilmente un altro.

    Ti invito a leggere la 194,ci troverai norme di tutela,cautele,misure di rispetto e un gran lavoro di sintesi.E il fatto che gli aborti da allora ad oggi siano dimezzati,ti dice come si sia lavorato nella direzione giusta.

  3. sempre perché noi siamo nani sui giganti, l’editoriale di Magris sul corriere di oggi capita a proposito. Cita l’intervista di Bobbio che ho postato e poi spiega l’ovvio, quello che a me non riusciva di fare.

  4. Ma io avevo capito il senso del tuo intervento sin dalle prime battute…solo che il mio invito era rivolto alla tua capacità di esaminare il problema nella sua complessità.Come già detto il terreno dello scontro politico con le sue esemplificazioni e volgarizzazioni,non è il più adatto a trattare il tema.Io per esempio non scenderei mai in piazza per difendere il “diritto di aborto” non ha senso e non è nemmeno un diritto ma è singolare che la tua attenzione (di uomo) si sia appuntata sul diritto di scegliere sempre…

    Non voglio annoiarti con la lettura pamphlet d’antàn ma ti dirò che il diritto di abortire esulava dal dibattito femminista che invece puntava più ai temi della sessualità e della maternità e che ,in larga parte , si sarebbe limitato a chiedere la depenalizzazione del reato.

    Vecchi temi che ritornano ma ….quella legge compromesso che da una parte sanciva l’aborto di stato dall’altra ha di fatto diminuito gli aborti.Ecco …io vorrei sottrarre l’argomento al conflitto politico proprio perchè non offre spazi ad approfondimenti ed obbliga alla presa di posizione netta.Soprattutto se l’avversario è qualcuno che strumentalizza i temi della vita per biechi fini elettorali.

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