Che bella cosa ( a nation vote )

Che bella cosa ( a nation vote )


Il lungo programma elettorale della CNN segue  primarie e  caucuses del supermartedì riuscendo nell’impresa  di interessare anche quando sfiora gli argomenti classicamente ostici delle complicate ingegnerie elettorali (non tutti gli stati seguono le stesse regole) Per fare questo si avvale di tecnologie spettacolose (ma funzionali) e di una discreta compagine di commentatori, analisti, giornalisti ed esperti in sondaggi. Dopo un paio d’ore di carte geografiche e numeri ti accorgi che il programma tiene il ritmo e fila liscio per il semplice motivo che in studio mancano i politici, non tanto quelli interessati che presidiano i rispettivi headquarters circondati da famiglie ( McCain oltre che moglie patinata esibisce la mamma novantaseienne che pare sua sorella) e sostenitori, quanto quelli che invece da noi sgomitano per occupare i palinsesti, dalle ricette al liscio passando per lo sport e che in analoga circostanza sono soliti presenziare l’affluenza dei dati continuando a berciare o ad attribuirsi vittorie. Anche in caso di evidenti disfatte. Come dire le solite facce ma quel che è peggio – qualunque cosa accada – sempre gli stessi argomenti. L’informazione politica senza i politici. Che bella cosa.


Obama non viene contattato da studio per la dichiarazione di rito e nemmeno affida il compito ad un portavoce, così pure Hillary e McCain, di tutti viene mostrato il discorso di ringraziamento.Poi si torna all’analisi del voto. Manco a dire che i politici in America non si servano dei media. O forse proprio per questo, perchè ne considerano seriamente le potenzialità e i rischi. Pochi paralleli possono essere tracciati tra quel paese e il nostro, per ovvi motivi.Certo però che se la politica da noi rinunciasse ad un uso dissennato delle presenze televisive, ci guadagneremmo tutti.

 

Al momento non è possibile conoscere i dati definitivi, si sa che Hillary si è aggiudicata il maggior numero di delegati e che Obama può invece contare su una quantità maggiore si stati, che McCain sbanca il supermartedì ma che Huckabee, il candidato repubblicano che corre senza particolare appoggio del Partito e con mezzi infinitamente più contenuti rispetto a quello dei suoi avversari in entrambi i campi , colpisce il segno negli stati più autenticamente repubblicani.Infine che, repubblicani o democratici, il meccanismo delle primarie sta evidenziando un dato incontrovertibile : per quanto potenti possano essere le Unions o i Partiti, gli elettori stanno scegliendo il loro candidato secondo criteri che con le indicazioni degli apparati hanno poco a che vedere.


E mano mano che aumenta il successo degli outsider – anche Obama in qualche modo lo è – la partecipazione e l’entusiasmo crescono mostrando che la domanda di cambiamento non viene solo dagli stati tradizionalmente attenti alla politica  ma dal cuore del paese , dagli stati del sud che premiano Huckabee , dal Conneticut dal Minnesota e dallo Utah in cui vince Obama. Senza parlare del risultato del Massachussetts appannaggio tradizionale della famiglia  Kennedy in cui vince Hillary nonostante l’endorsment del governatore dello stato, di Kerry e dello stesso clan kennediano.Così come sembrerebbero messi i risultati ,nessun candidato democratico ha la certezza di essere il predestinato per lo scontro finale.In questo momento sarebbe folle pensare ad un ticket, il prosieguo della corsa con candidati contrapposti, garantisce ampia partecipazione e poi nessuno, ne’ Hillary ne’ Obama,  ha intenzione (giustamente) di fare il vice. Buon segno.


8 pensieri riguardo “Che bella cosa ( a nation vote )

  1. Sed, c’ho grossa crisi.

    Mettiti nei miei panni: a me Veltroni non è mai profondamente dispiaciuto, non l’ho mai nemmeno idolatrato perché l’ho sempre ritenuto una spanna migliore degli altri diessini in alcuni settori (l’umanità, la sensibilità, la furbizia) ma l’ho sempre creduto un politico esuberante, berlusconizzante in un certo senso.

    E poi essere migliore degli altri diessini non è mai stata impresa difficile.

    Ecco, la sparata di correre da soli (e conseguentemente perdere ma approfittando della sconfitta per cambiare tutto) io la trovo semplicemente geniale.

    Ha voglia la sinistra radicale a cercare appoggi pubblici: non ne troverà mai, pubblicamente almeno.

    E Veltroni fa bene perché i voti al centro valgono doppio, perché un elettore dell’Udc dell’anno d’oro 2006 (quelli che hanno smesso di votare Forza Italia per motivi che li indurrebbero a non votarla meno che mai ora), ecco, quell’elettore lì ora non dovrebbe votare nemmeno l’Udc e figurarsi se butta il voto coi Tabaccini.

    Insomma, la mossa funziona e per far riuscire un cappotto mondiale c’è bisogno di una unica cosa: un accordo segreto avallato dalle segreterie politiche della Sinistra Radicale per aumentarne i voti senza entrare nel governo ma ottenendo impegni programmatici seri.

    Ma qui iniziano i problemi: perché quello che è elettoralmente un pregio è una cosa che proprio non tollero di Veltroni, ossia questa smania di voler fare tutto da solo a tutti i costi lo indurrebbe a non tenerne minimamente conto, degli altri, di quelli che non stanno al suo gioco e alle sue regole.

    Perché io ammetto che posso vacillare se la posta in gioco è un governo di destra, perché io di orgoglio politico non ne avrò mai e poi mai, e sarei anche disposto a un sacrificio disinteressato in nome della salvezza del Paese (si tratta sempre di questo quando arrivano a legiferare certi elementi, checché se ne dica in giro e checché finga di credere lo stesso Uolter).

    Ma se votassi Veltroni entrerei nella sua tela: sconfiggere la Sinistra vera, perché lui non vuole trasformarla, la vuole distruggere.

    E passi per distruggerne i difetti, lui ne sta distruggendo anche i pochi pregi rimasti.

    Già me lo vedo a non sopportarlo mentre governa col piglio del salvatore della patria, già me lo vedo lanciare qualche malsana politica sulla famiglia per ancorare il suo partito alla fiducia del mondo dei cattolici e di quel maledettissimo Family Day che come tutti i nemici potenzialmente utili non può essere pubblicamente vituperato, ma che non vorrei nemmeno vedere dettare agende improponibili al nostro Paese.

    E soprattutto, Sed, la sensazione che Veltroni stia solo scegliendo i suoi alleati sulla base delle sue sole preferenze è una cosa difficilmente sopportabile per uno come me, perché un politico dovrebbe fare della sua capacità di stare al mondo la sua forza e non della sua capacità di decidere da solo.

    E poi si capisce che tutta questa ridicola spiegazione sulla mancanza di alleanze con partiti che la pensino diversamente dal Pd non regge minimamente, perché significherebbe non governare praticamente MAI: è ovvio che sono all’attesa, in attesa di movimenti dal centro, movimenti pezzottiani (o peggio, movimenti in Ferrari), movimenti distruttivi della Casa della Libertà di cui aspetteranno tranquilli la inevitabile morte per mettere al sicuro la propria fortezza e centralità.

    Perché col mio voto Veltroni non farebbe altro che approfittarne per allontanarsi ulteriormente da me, dalle mie idee e dalla mia sinistra, che gira gira è la sinistra di tutti quelli che hanno votato ds nonostante le titubanze sulla guerra, nonostante la brutta scena dell’astensionismo sull’articolo 18 (giustificato beceramente come diritto al non voto, imperdonabile), nonostante le continue debolezze centriste culminate nel progetto (centrista sed, anche se hai genuinamente provato a convincermi del contrario centrista è) del Partito Democratico.

    E mi sa che non siamo pochi e non meritiamo un Partito con Rutelli, lo penso ancora e non cambierò mai idea.

    Col mio voto Veltroni si metterebbe in attesa dello spostamento dell’Udc per creare un asse, anche se poi alla fine l’Udc la pensa diversamente dal Pd in molte cose ma alla fine non fa niente, perché quelle motivazioni valgono solo alla propria sinistra, per sbarazzarsi dei rompicoglioni antipatici che non ti fanno governare in pace.

    E questo sarebbe insopportabile ma è inevitabile, è il solo motivo per cui è nato il Pd: governare e farlo con i centristi.

    Ma allora la sinistra cosa deve fare: ammainare le vele e mettersi a disposizione del Ras in attesa che il pericolo maggiore costituito da Berlusconi venga meno? A cosa dovremmo servire in futuro?

    Perché se non votiamo Veltroni siamo dei traditori della patria, se lo votiamo finiamo per dargli ragione nel suo progetto di appiattimento.

    E io non so mica che fare.

    Mi sento come uno che deve donare gli organi.

    Solo che vorrei capire se la contemporaneità tra ciò che vorrei evitare alla sinistra e quello che vorrei evitare a questo Paese è una speranza morta per sempre.

  2. Paps non essere apocalittico. Prima di tutto se le tue perplessità riguardano la sopravvivenza della sinistra non vedo perchè tu debba votare Veltroni.

    Vota Bertinotti , mica è un voto buttato al vento. Anche rafforzare l’arcobaleno ha un senso politico e secondo me in questo momento si adatta di più “al tuo momento”.

    Un mio personalissimo test (campione non scientifico selezionato a casaccio) condotto nei circoli democratici, dove sto cercando di caricare a palla e di far votare i candidati al governo del partito più giovani e con più tatuaggi,orecchini,creste multicolor (non scherzo),dice che la scelta di correre da soli ubbidisce ad una diffusa esigenza della base stanca di mediazioni e di litigi.

    Ma indipendentemente da quel che pensano i democratici dei circoli,guardiamo ai fatti : ci è materialmente impedita la discontinuità : stessa legge elettorale,stesse dinamiche , stesso leader avversario da abbattere.La querelle politica,non voglio dire il dibattito che sarebbe altro, già comincia a far piangere ora,figurati a fine campagna,figurati dopo la campagna e dopo dopo,quando toccherà combattere con la destra.Per rompere le dinamiche perverse,non basterebbe il suicidio in diretta dell’assemblea nazionale PD.Meglio correre soli altrimenti gli elettori non percepirebbero cambiamento alcuno.Poi si vedrà.Ieri sera Giordano nello strenuo tentativo di lanciare un ponte ai PD è scivolato nel ridicolo.Per fare un accordo di qualsiasi tipo, allo stato attuale, è impossibile evitare il pastiche.Uno dei nostri problemi è la percezione della limpidezza che non sappiamo instillare negli elettori.Cambiamo musica,o la va o la spacca,la politica è fatta di scelte coraggiose.Se governare è impossibile in questo momento , possiamo cercare di limitare i danni facendo opposizione ma anche per fare opposizione ci vuole accordo con gli alleati.Cerchiamolo magari dopo (sarà inevitabile).Veltroni non vuole la fine della sinistra radicale,te lo posso garantire,vuole solo disegnare il ruolo del PD in autonomia senza dover discutere e paralizzarsi (che di discussioni interne ce ne sta già un assortimento).In questo modo ciascuno potrà far emergere la propria identità oggi appannata dai continui compromessi.

    Vota serenamente Bertinotti.Anche se non ti si addice perfettamente,è la scelta he più si avvicina al tuo sentire di questo momento.

    Tempo per vedere come va a finire non mancherà.Fammi scappare.Un bacio.

  3. Voterei tranquillamente Bertinotti se avessi la certezza della vittoria di Berlusconi.

    Io non credo che ci sia al momento e difficilmente mi perdonerei una vittoria di misura di Berlusconi, tra l’Italia e la Sinistra scelgo sempre l’Italia, anche se una bella sinistra nel lungo periodo le darebbe una gran mano…

    Non a caso parlavo di segretezza dell’accordo: se Giordano volesse davvero far vincere Veltroni non lo direbbe in pubblico di volerlo appoggiare, farebbe una bella recita sulla necessità del canto del cigno del buon settantenne Bertinotti.

    A Giordano dovrebbe interessare che il Pd acchiappi i voti dell’Udc e dovrebbe fare la sua parte, e poi sottobanco la Casa Rossa direbbe ai suoi, due giorni prima del voto shhhhhh… raga’, Veltroni ci ha assicurato che alle finanze e al lavoro mettono uno vicino a noi, diamogli i 3-4 punti che gli servono e distruggiamo la destra di questo Paese, e poi dopo diamo appoggio esterno al Governo quando servirà.

    E poi mi attanaglia una triste proporzione: più voti avrà la Sinistra Arcobaleno, prima il Pd varcherà la soglia del centro e dell’alleanza con Casini.

    Non sono apocalittico di solito, la prima volta che mi sono preoccupato per la caduta del governo è stato 3 giorni prima che Mastella decidesse di farlo cadere…

    E’ solo che è un bivio serio, e solo Veltroni può trasformarlo in qualcosa di positivo per la sinistra italiana (moderata o radicale che sia, tutta intera) o nella sua fine.

    Ma un partito pure del 40 % potrà mai far valere la propria identità, se non è al centro del sistema?

    Io temo per tutti noi e anche per Veltroni che sarà sempre quel restante 10 % a decidere le sorti di qualsiasi governo di sinistra del futuro, indipendentemente dal lato da cui lo si vorrà pescare, e scegliere di pescarlo nel centro di oggi (così intriso di imprenditorismo e socialmente caratterizzato dal richiamo a valori ideologici e minoritari) potrà fare solo del male alla sinistra e al Paese.

  4. Credo che allo stato noi non abbiamo i numeri per governare, ne’ ci siano le condizioni per farlo con un margine che per ampio che può essere , riproporrebbe comunque le dinamiche che hanno condotto agli errori del passato.Non ci sono voti da dare o da non dare che muoverebbero di un millimetro questo dato incontrovertibile.Ed è un errore pensare che il problema non si sia posto anche due anni fa e che non si siano tentati correttivi . Ne sono testimonianza l’ampiezza del programma,la pletora di ministri e sottosegretari la giustizia distributiva che ha guidato la composizione di commissioni e l’attribuzione di cariche ed anche se di fatto, nessuno ha nulla da rimproverarsi sul piano dell’impegno profuso per comporre i dissidi,questa NON è politica.Se tutto si fonda su un equivoco , la stessa magagna iniziale tornerà a riproporsi all’infinito.

    Caruso fu un errore esattamente come lo fu Mastella ma non tanto per i rispettivi comportamenti quanto per quello che rappresentano,uno assolutamente nulla,l’altro un sistema complessivo d’intendere i rapporti di potere, di cui disfarsi al più presto.Che dissidi vuoi comporre?

    Non facciamoci prendere dalle ansie puntiamo alle verifiche programmatiche,quello proposto da Veltroni è al momento l’unico metodo possibile.

  5. Il punto è “dateci le informazioni” invece qui da noi ci danno le informazioni mischiate alle riflessioni.Il che si traduce in una serie di spot ripetuti e rilanciati ossessivamente.Ti basta fare un giro in rete per vedere a cosa si è ridotto il dibattito politico.

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