Alla buon’ora ( ma non pensarci)

Alla buon’ora ( ma non pensarci)

 

 

non pensarciFamiglia

Ultratrentenni alla deriva, si direbbe, se Gianni Zanasi – finalmente ritornato tra noi  – non ci avesse messo del suo, cioè a dire un  sincero estro letterario capace di trasformare con bella penna profonda e mai  retorica, il dolore in leggerezza e il senso di smarrimento in speranza . Vale a dire il giusto approccio per affrontare un tema  di apparente banalità : famiglie al top della dissociazione , sogni non realizzati e crisi esistenziali a gogo . Zanasi risolve  mescolando elementi con idee brillanti e affidando  il tutto ad un cast strepitoso capace di trasmettere vitalità. Chi dice che non abbiamo registi, non abbiamo attori, non abbiamo storie e nemmeno linguaggi,  guardi con attenzione questo Non pensarci  e si renda infine conto che al nostro cinema, a parte i mezzi, un po’ di coraggio e una buona legge , non mancherebbe proprio nulla per sfilare sulle croisette  e sui red carpets di tutto il mondo dove non è che sempre si viaggi a colpi di capolavori assoluti. Esce con duecento copie (una miseria ) sette mesi dopo Venezia 2007 dove lo si è potuto apprezzare alle Giornate degli Autori.

non pensarciDelfini

 

 

Non pensarci è un film di Gianni Zanasi. Con Valerio Mastandrea, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Caterina Murino, Paolo Briguglia, Dino Abbrescia, Teco Celio, Gisella Burinato, Paolo Sassanelli, Luciano Scarpa, Natalino Balasso. Genere Commedia, colore 109 minuti

4 pensieri riguardo “Alla buon’ora ( ma non pensarci)

  1. Trovo che il cinema italiano sia più a corto di idee che di capacità.

    Ma forse il problema è che il cinema italiano non è adatto al pubblico italiano.

    Entrambe queste affermazioni tendono a semplificare, lo so. Non esiste un solo cinema, non esiste un solo pubblico, diciamo che mediamente è così.

  2. Il cinema è un’industria, si fa con molti quattrini. Anche al più piccolo film d’autore servono molti soldi.Le idee ci sono ma nessuno rischia più mezzo centesimo per farle emergere.Questo film esce dopo sette mesi di attesa in 200 copie su territorio nazionale,vuol dire che se in questo fine settimana, per un motivo qualsiasi , non ha riempito le sale,si toglie di mezzo.Se non fosse passato a Venezia avrebbe sin potuto rischiare di non uscire affatto.

    Una legge di sistema che tassi l’intera filiera cinematografica e televisiva ( come è ovunque) ma che in cambio conceda finanziamenti non a fondo perduto e non a chiunque,potrebbe salvare la situazione . C’è qualcosa di pronto nel cassetto del precedente governo.Vediamo come va a finire…

  3. Condivido molte delle cose che hai scritto, ma mi sono chiesto: se la gente non va nelle sale a vedere questi film è giusto continuare a finanziarli a prescindere o è meglio indirizzare questi fondi verso altre forme d’arte per le quali c’è maggior partecipazione e altrettanta penuria di fondi?

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