In nome del popolo sovrano

In nome del popolo sovrano

 

 

Berlusconi

A suggello della vittoria, Maurizio Gasparri ci spiega che il centro destra incarna l’anima profonda del paese e la dichiarazione appare ancor più raggelante se si pensa quale centro destra Gasparri designi ad interprete compiuto del sentimento della maggioranza degli italiani. Una forza politica dai connotati anomali che  contribuisce ad ingrossare l’elenco  di molte altre, nostre, anomalie : Protezionisti, votati alla tutela d’interessi corporativi, xenofobi, proibizionisti, misogini, populisti, insofferenti alle Regole e per finire in bellezza, con un’idea labile dell’unità nazionale, accompagnata da un malcelato disprezzo per le Istituzioni e per l’amministrazione della Giustizia. Esagero? Ma no, basta entrare in un bar e tendere l’orecchio per rendersi conto di quanto ciascuno dei valori sopra elencati, sia entrato a far parte del senso comune. E se il bar poi fosse di Milano, peggio ancora, bisognerebbe aggiungere alla nota anche sentori secessionisti. Ogni analisi del voto non può prescindere da questo dato. Per convincere un simile elettorato non basta una campagna elettorale ben orchestrata, il  partito della speranza e la promessa di un mondo migliore. Particolarmente se a fronte di una stagione di risanamento e sacrifici, il centro sinistra è percepito come la causa dell’impoverimento, il cupo dispensatore di disgrazie, il distruttore del sogno di riscatto sociale. Errori commessi in aggiunta, non poteva andare che così. Per quanto detto, oggi appaiono ancora più ingenui la meraviglia o lo scandalo per le numerose gaffes di campagna elettorale, quelle che a detta di molti commentatori, anche autorevoli, avrebbero dovuto convincere gl’italiani a scegliere diversamente. Così non è stato, anzi l’indifferenza dimostrata dall’opinione pubblica, fa pensare ad un crescendo di momenti d’identificazione con il capo. Ad una forma di tacito consenso. Silvio Berlusconi sa dove andare a parare e quel che a noi sembra intollerabilmente grossier, per altri è  indizio di gran personalità e irresistibile senso dell’umorismo. Possiamo consolarci in tanti modi al cospetto del disastro  : dal materializzarsi del bipolarismo che semplifica, all’ingresso in Parlamento della prima forza riformista attestata intorno al 35%, fino al fatto di avere comunque conseguito un risultato ragguardevole essendo partiti da una posizione di svantaggio. Ma per l’appunto sono pannicelli caldi : l’avversario, bipolarismo o meno, resta quello ed oltre ad essere connotato in modo tale da non consentire il realizzarsi di  un corretto gioco democratico, in questo momento ha la forza e i numeri per governare da solo. Il vero cambiamento probabilmente dipenderà dal modo in cui  l’Opposizione intenderà quel ruolo costruttivo che in democrazia, non è ridotto alle sole ipotesi dialoganti, ma se del caso, può anche divenire forza di contrasto. Noi abbiamo l’urgenza di Riforme Istituzionali, in tal senso sembrerebbe esserci disponibilità, ma chi può dire se le promesse potranno essere mantenute. Una cosa è certa : la nostra vita cambierà, soprattutto quella di chi opera nei settori più esposti ai colpi. Ma il centro destra ha ottenuto un inequivocabile mandato ed ha il diritto di governare. Curiosamente giorni addietro mi aveva irritato il tono con il quale un certo esponente del PDL, probabile futuro ministro della cultura, aveva definito , per avvalorare una sua improbabile tesi, Luchino Visconti un radical chic . So che è una piccola cosa ma ho pensato immediatamente ad un avamposto di Barbarie in rapida avanzata. – Si ricomincia – mi son detta. E non sbagliavo.

11 pensieri riguardo “In nome del popolo sovrano

  1. Mi sento come il tenente Giovanni Drogo de “Il deserto dei Tartari”, solo che non aspetto l’invasione, aspetto la cavalleria… e aspetto..aspetto…

    Aloha StefsTM

  2. Ma chi l’ ha detto che il bipolarismo è un qualcosa di positivo? Ma quale sarebbe l’ esempio mondiale che certifica questo fatto? Vabbè, lasciamo perdere, che stamattina sono più avvelenato di ieri sera…..

  3. niente di per sè è positivo Cap e poi la valutazione in questo caso è fondata esclusivamente sulla funzionalità…

  4. aspetto i due primi affondi

    aborto e cultura! Manifestare?

    Alla mia età non ho neanche più la forza di scappare, l’ho esaurita quel 21 luglio 2001 a Genova, governo Berlusconi

  5. Il vero rischio,a parte la barbarie generalizzata, è il federalismo fiscale.

    Toccare l’aborto invece è un diverso tipo di rischio, a quello credo meno ma dovremo sopportare il movimento per la vita in corsia…per omnia saecula

  6. io giuro non mi tengo in piedi.

    che mazzata…

    avevo sperato in quello che dicevi tempo addietro: che questa legge ci avrebbe portato ad un sostanziale pareggio al Senato e a inevitabili elezioni tra un paio d’anni.

    Eri ottimista. Ed io con te. E’ andata peggio di ogni più nera previsione.

    Credo sia il momento della riflessione. Per SA, che ne avrà certo il tempo, ma anche per il PD: la sua idea – che comprendevo e forse condividevo pure – di cercare di affascinare i delusi dell’altra parte non ha portato a nulla. Calearo non è di fatto servito. E il PD ha poco più della somma dei voti di DS e Margherita. Occorre una riflessione.

    Quanto a me, credo che siamo in minoranza. Che a questo punto non siamo noi nel giusto. Che la nostra nobiltà d’animo, il nostro rispetto per l’altro, per l’anziano, per la cultura sia una cretinata. Che dobbiamo imparare dal bar di Milano.

    Che però io proprio non ce la faccio… non ce la faccio…

  7. Chi avrebbe immaginato una Lega così arrembante,però una questione settentrionale esiste e non sono i rimedi messi su in campagna elettorale a dirimere questioni che sono oramai diventate cancrene.

    Qui c’è ancora chi pensa che Mirafiori è quella di trenta, quaranta anni fa e che l’imprenditore dell’ officina è uguale a Montezemolo. Ecco qui che un disagio sempre sottovalutato. si trasforma in consenso massiccio verso chi si crede abbia risposte.C’è un difetto d’analisi che è strutturale e il tempo perduto in politica non si recupera facilmente.

  8. io mi sento come quando ho avuto i ladri per casa. Ci ho messo quindici giorni a ricordarfe tutto quello che mi avevano portato via. Ogni tanto mi veniva in mente qualcosa ed era un dolore acuto.

    Adesso è così, ogni tanto mi viene in mente qualcosa che non c’è piu’, ma peggio ancora qualcosa che ci sarà presto, come il federalismo, l’Alitalia svanita, il ponte sullo stretto, le tav e tutti i cantieri della madonna sparsi per l’Italia.

    E piove e subito dopo il sole. Anche il tempo qua non sa che cazzo fare.

  9. Non è che la sinistra non abbia capito l’Italia, è che l’Italia non condivide le idee della sinistra.

    Noi diciamo un altro mondo è possibile, loro l’Italia agli italiani.

    Io su questo terreno non voglio scendere. Io penso di avere ragione e non sono disposto ad arretrare nemmeno di un passo dalla mia idea giusta di società.

    Costi quel che costi.

    Tra 6 mesi sarà come in Francia o in USA con il consenso in picchiata perchè il problema dell’immigrazione non si risolve a Garbagnate, ma a Bombay e a certa gente, spiegare questo è come spiegare la relatività ristretta.

    Non è un caso che sul web se ne trovino così pochi…

  10. E’ vero la rinunzia ai valori sarebbe un grave errore ma non ci si può nemmeno ricacciare nel ruolo di eterni incompresi. Alla fine si diventa ridicolmente legati ad un ruolo di pura testimonianza.

    Le cose vanno come tu dici in Francia ( e anche in Spagna dove,non c’illudiamo, Zapatero respinge gl’immigrati sul confine e ha maciullato la sinistra, però ha un governo pieno di donne…).ma almeno i francesi hanno un sistema che gli ha consentito di eleggere un parlamento che fa da leggero contrappeso a Sarkozy mentre la scorsa tornata amministrativa la sinistra si è affermata con successo.Qui ci dovremo ancora vaccinare …che dirti.Nelle more proviamo a spiegarci meglio con la gente.

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